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Politica Riccione / Viale Veneto

"Siamo perplessi sulla nuova pista ciclabile di San Lorenzo"

Il Partito Democratico di Riccione "Dall’Amministrazione ci aspettiamo risposte, importanti poiché riguardano la vivibilità del quartiere e le relative future responsabilità"

Il Circolo PD di San Lorenzo, a Riccione, interviene sulla pista ciclopedonale che sarà realizzata lungo la via Veneto esprimendo le sue perplessità in merito. "Da cittadini di questo quartiere - spiegano - sappiamo che un percorso in sicurezza per la mobilità ciclopedonale per l’abitato che si estende lungo la via Veneto è indispensabile. Serve infatti un percorso protetto perché i ragazzini delle Medie possano muoversi in autonomia e serve per promuovere la mobilita sulle due ruote e connettere quelle zone con la pista già esistente che parte dal sottopasso della statale per arrivare al porto  canale e raggiungere così il centro di Riccione. Detto questo veniamo alle perplessità sulla scelta di realizzarla a fianco del traffico automobilistico di Via Veneto che elenchiamo in ordine di priorità. Al primo posto mettiamo il restringimento della carreggiata  della via Veneto, attualmente uno dei percorsi cittadini più trafficati.
Quella strada,  dovrebbe forse diventare  solo una via di quartiere ma quando? Non si intravvede infatti alcun impegno per  la costruzione di una nuova  bretella che raccolga il maggior traffico automobilistico verso e da Coriano e Rimini".

"La nuova statale che pare in arrivo - prosegue la nota stampa - dovrebbe prevedere un’uscita proprio tra via Empoli e Udine, aumentando così il traffico  su via Veneto, dal momento che non ci risulta siano stati individuati  percorsi diversi. Di  conseguenza il restringimento della carreggiata renderà ancora più problematico proprio l’innesto di via Udine con via Veneto, davanti il Caffè Veneto dove, purtroppo si sono già verificati numerosi incidenti. Subito dopo poniamo il problema della sicurezza del progettato  percorso ciclopedonale. Nel  tratto che parte dalla rotonda di via Belluno-Via Brescia, ai piedi del ponte sull’autostrada fino al bar “Caffè Veneto” si trovano sul lato Rimini, numerosi accessi alle abitazioni e incroci con le vie locali ed è  noto come tali innesti possano rappresentare un aumento delle criticità  e della probabilità di rischio. Per questa ragione la passata Amministrazione aveva ipotizzato un percorso all’interno del quartiere tra l’edificato esistente e il nuovo previsto nel POC,  in modo di non  allontanare il percorso  dall’abitato stesso, secondo  le aspettative dei cittadini della zona.  Ora che i POC non sono più previsti crediamo, per le ragioni sopra espresse, possa  ancora essere ancora di attualità pensare ad un percorso interno al quartiere con  immissione in via Mantova, non più utilizzata dai mezzi GEAT e  fino alla ciclabile oltre la statale".

"Con la realizzazione del  POC - concludono - avrebbero trovato soluzione  molti intralci di percorso, ciononostante  pensiamo  sia ancora possibile intercettare la disponibilità dei  proprietari dei terreni, per   trovare una soluzione alternativa che, non è  nemmeno detto sia più costosa. Il problema, infatti, non è tecnico  e su questo non abbiamo nulla da eccepire, la ciclopedonale lungo la via Veneto è fattibile, pensiamo  però che non sia la soluzione più opportuna e sicura. Vediamo, infatti molto alta l’asticella delle probabilità di rischio e soprattutto  auspichiamo  di  non dover vedere diventare tristemente famoso  quell’incrocio tra via Veneto e via Udine,  già interessato in passato da incidenti, come è nella memoria dei residenti. Oppure si chiarisca se per  l’uscita dalla Statale, ora in fase esecutiva, vi siano soluzioni per  un alleggerimento del traffico su via Veneto. Dall’Amministrazione ci aspettiamo risposte, sono risposte  importanti poiché riguardano  la vivibilità del quartiere e le relative  future responsabilità e   auspichiamo siano  rese note  ai cittadini perché si possa,  consapevolmente,  riconoscere che la ciclabile,  come progettata, sia  cura efficace  e  non comporti danni più gravi della malattia".
 

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