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Un tetto alle retribuzioni del top management, Arlotti a sostegno della proposta di legge Fiba.Cisl

“Su questa materia l'Unione europea, la Banca d'Italia e l'Ivass sono intervenute con proprie direttive, ma finora senza risultati concreti", osserva il parlamentare del Pd, Tiziano Arlotti

Ci sarà anche il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti all'iniziativa “Se firmi li fermi”, indetta da Cisl e Fiba (Federazione italiana bancari assicurativi) il 7 giugno a Bologna per illustrare la proposta di legge di iniziativa popolare “Limiti massimi degli emolumenti dovuti al 'top manager' di società di capitali a titolo di retribuzione e di bonus”. Proprio mercoledì mattina alle 10 il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, e il segretario generale Fiba Cisl, Giulio Romani, hanno apposto in Cassazione le prime firme a sostegno del disegno di legge, preparato dalla Fiba per limitare e regolamentare il tetto alle retribuzioni del top management. Nelle prossime settimane verranno allestiti i banchetti nelle piazze per la raccolta delle firme.

“Su questa materia l'Unione europea, la Banca d'Italia e l'Ivass sono intervenute con proprie direttive, ma finora senza risultati concreti – osserva Arlotti -. In questo momento di crisi la sperequazione fra gli stipendi dei top manager e quelli degli impiegati è difficilmente tollerabile. Ai lavoratori occorre dare non solo tutela, ma anche equità e giustizia. I compensi e i bonus dei top manager non sono più conciliabili con la crisi, con la stretta del credito e con la possibilità che si continui ad operare sui tagli del personale. Ritengo pertanto necessaria l'introduzione di norme chiare ed esigibili, come peraltro ha fatto il governo per i manager pubblici”.

Secondo Fiba e Cisl, i compensi dei top manager hanno raggiunto in questi anni valori insostenibili: nel 2012 i direttori e gli amministratori delegati dei principali gruppi bancari e assicurativi italiani hanno incassato, in media, retribuzioni di circa 42 volte superiore alla retribuzione media contrattuale prevista nei rispettivi CCNL, con punte di 108 volte. Sempre nel 2012 i presidenti degli stessi gruppi hanno ricevuto emolumenti per un multiplo di 23 volte, con punte di 48.

Per rendere l'idea, dice il sindacato, lo stipendio di un dipendente dal 1 gennaio al 31 dicembre equivale a: 3 giorni di lavoro dell'ad Intesa San Paolo, 4 giorni l'ad Unicredit, 5 giorni l'ad Unipol e Cattolica Assicurazioni, 8 giorni l'ad Banco popolare e la media degli amministratori delegati o direttori generali delle più grandi banche ed assicurazioni italiane. La variabilità della remunerazione – aggiunge il sindacato - non pare correlata all’andamento delle aziende e in caso di cessazione dall’incarico si notano importanti somme erogate: le remunerazioni del 2012 hanno avuto delle riduzioni negli importi variabili, ma sono state comunque pagate nonostante i risultati economici modesti o addirittura negativi.

Il disegno di legge prevede un tetto per la retribuzione fissa dei top manager di società di capitali di 294 mila euro (pari a quello dei manager pubblici) e un rapporto di 1:1 per il salario variabile (come da indicazioni europee), nonché la riduzione del rapporto tra figura media contrattuale e retribuzione massima a 1:20.

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