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Elezioni regionali, Giorgio Pruccoli: "Marcato a vista da un carabiniere al comizio di Salvini. Fatto gravissimo"

"La questione si fa seria e a questo punto farò i passi che devo fare". Sulla vicenda interviene anche Bruno Galli: "Ha definito gli uomini delle forze dell'ordine 'ceffi', deve chiedere scusa

Il candidato consigliere Pd Giorgio Pruccoli lancia un'accusa ben assestata e commenta con tanto di foto quello che ha vissuto domenica a Villa Verucchio durante il comizio di Matteo Salvini. Pruccoli in un primo post scrive di essere stato sorvegliato tutto il tempo da un uomo che confabulava "spesso con altri ceffi simili a lui - scrive il candidato - Faccio così paura? Io volevo solo confrontarmi con la controfigura di una candidata Presidente di Regione che nascondono. Vi fa paura il confronto? Problema vostro. Si sappia che io non ho paura, soprattutto perché io le questioni le risolvo con le parole. È su quelle che mi devi tenere testa. I tuoi muscoli valli a misurare con qualcun altro che ha i tuoi non argomenti".

A questo primo intervento ne segue un altro, quando scopre che la persona che lo "sorvegliava" era un carabiniere. "Ancora peggio, ancora peggio! Molto molto male. Sopportabile e, al limite possibile farci una risata sopra se fosse stata la security privata della Lega e di Salvini. Ma un Carabiniere messo in marcatura a uomo su di me, che cercava di ascoltare cosa mi dicevo con le persone che mi circondavano è invece un fatto gravissimo. Che sta in scia con le intimidazioni subite da tanti cittadini nelle città italiane durante le visite dell'allora ministro degli interni. Dalle forze di Polizia utilizzate allo scopo. La questione si fa seria e a questo punto farò i passi che devo fare. Perché se avere idee diverse ed essere candidato in un partito diverso da un comiziante diventa motivo di marcatura ad uomo con sguardi e additamenti andrò fino in fondo a mia tutela. Non mi faccio intimorire".

Sulla vicenda interviene anche Bruno Galli, candidato per la Lega che si definisce incredulo e fortemente arrabbiato per il post in questione. "Il problema, caro Pruccoli, è che i ceffi che confabulavano - afferma Galli - altri non erano che carabinieri in borghese (parecchi dei quali con segni di riconoscimento in evidenza) venuti lì per lavoro e a controllare che tutto fosse nelle regole della sicurezza. Erano carabinieri non 'ceffi'. Devi vergognarti tu e il partito che rappresenti di usare parole di questo tipo, renderle pubbliche
senza prima informarti. Sulla sicurezza non si discute – prosegue – e stigmatizzo la volgarità di queste parole. Pruccoli chieda subito scusa".

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