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Vitali dice 'no' all'abolizione delle province, nel vertice con Errani

Manovra, incontro in Regione dei sindaci e dei presidenti delle Province dell'Emilia-Romagna. Il presidente della Regione Vasco Errani "Nessuno scontro con il Governo ma è necessario riaprire il confronto con Regioni e autonomie locali"

Manovra, incontro in Regione dei sindaci e dei presidenti delle Province dell'Emilia-Romagna. Il presidente della Regione Vasco Errani "Nessuno scontro con il Governo ma è necessario riaprire il confronto con Regioni e autonomie locali. Saremo al fianco di Comuni e Province: per il 2012 dovremo fare insieme i bilanci".

«Le Regioni non vogliono, e non hanno mai voluto, uno scontro con il Governo ma vogliono riaprire il confronto con il Governo». Così il presidente della Regione Vasco Errani durante l’incontro dell’Assemblea degli amministratori emiliano-romagnoli riuniti per un confronto sui contenuti della manovra finanziaria con l’obiettivo di avanzare proposte per cambiarla e per discutere di eventuali iniziative da intraprendere.

«Il Governo – ha aggiunto Errani - dovrebbe a questo punto fare una riflessione seria e aprire un confronto con Regioni e autonomie locali per cercare, insieme, una via nuova rispetto alle necessità che ci sono in queste Paese. Siamo consapevoli della fase difficile che abbiamo davanti: ciascun livello della Repubblica faccia la propria parte proporzionalmente al proprio contributo nella spesa pubblica. Chiariamo, quindi, quali risorse sono veramente in campo e decidiamo assieme quali scelte e quali livelli di servizi vogliamo garantire ai cittadini».

Alle preoccupazioni dei primi cittadini emiliano romagnoli, il presidente Errani ha risposto che «i bilanci 2012 di Regione, Province e Comuni dobbiamo riuscire a farli insieme, nella cornice di un nuovo 'Patto regionale per lo sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo. Inoltre, sempre insieme, dobbiamo puntare a ridurre ancora i costi di gestione, non per inseguire la vulgata populista, ma per recuperare risorse. Al contempo la semplificazione e la sburocratizzazione delle istituzioni deve far fare un passo in avanti all’autoriforma del sistema istituzionale emiliano romagnolo».

Il presidente dell’Upi Emilia-Romagna Vincenzo Bernazzoli riferendosi alle Province ha sottolineato che «trattare le istituzioni in questo modo , ovvero come fossero l’unico peso per la società, è un problema politico, civile e di dignità complessiva per la democrazia». Sul fronte dei Comuni, il presidente regionale dell’Anci Daniele Manca ha aggiunto che «la situazione è umiliante. Con questi provvedimenti cade il principio di leale collaborazione tra istituzioni basato sulla responsabilità di ciascun livello. Inoltre svanisce ogni possibilità, che sembrava emergere con il Federalismo fiscale, di migliorare e modernizzare le istituzioni di un Paese di cui non si intravede alcun progetto per il futuro».

Ha parlato anche il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali: “L’Italia ha bisogno di un riordino istituzionale anche profondo. Se guardiamo solo alla nostra Regione, e con la consapevolezza di parlare di un’area di eccellenza e non di retroguardia, ognuno di noi potrebbe citare esempi di farraginosità, di duplicazione di livelli di responsabilità e di funzioni, di necessità di semplificare e ridurre i centri decisionali in un contesto in cui all’articolazione delle istituzioni elette si aggiungono Autorità e soggetti di programmazione e controllo che a vario titolo influiscono sul processo decisionale. Sta qui il vero costo sociale: nell’incertezza dell’esercizio dei diritti che questo sistema produce, nei tempi di decisione talora inaccettabili, nell’indebolimento di fiducia verso le istituzioni che ne deriva. Ed io credo che, in questa pochezza generale, come regione Emilia Romagna possiamo e dobbiamo dare un contributo autonomo. E’ un fatto che qui è già avanzato un processo di riordino delle Comunità Montane, di incentivazione delle Unioni dei Comuni ed esistono esperienze positive di messa a sistema dei servizi da parte dei Comuni”.

E ancora Vitali: “Credo che una riflessione analoga la dobbiamo compiere sul versante della soppressione del livello provinciale. Vorrei che tenessimo conto che sulla scala provinciale sono organizzati gli uffici dello Stato e che sulla stessa scala è organizzata sia la nostra società economica che quella civile, inclusi i partiti politici. In questo strano Paese in cui è diventato normale cianciare di federalismo e praticare un centralismo velleitario e straccione, in cui il livello della discussione da bar è stato sdoganato ed è diventato il livello medio di trattazione di tutte le questioni, mi piace pensare che dall’Emilia Romagna possiamo contrastare una deriva culturale che è pericolosissima”.

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