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L’innovazione (verde) che fa bene allo sviluppo

È targato Unioncamere e Cise il rapporto che fotografa la competitività delle aziende dell'Emilia Romagna, con particolare attenzione alla green economy

Le nostre imprese sono competitive? E in quanto a materiali utilizzati, informatica, energia e processi produttivi in genere sono innovative? Tenta di rispondere a queste domande, prendendo il polso al sistema produttivo dell’Emilia Romagna il rapporto regionale sull’innovazione. 

Lo studio analizza il tema partendo dai dati raccolti attraverso l’indagine (giunta alla sua settima edizione) dell’Osservatorio per l’innovazione delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, un centro progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese della regione, studiandone i punti di forza, le aree di miglioramento e le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio.

L’indagine, promossa da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Cise (azienda speciale della Camera di commercio di Forlì-Cesena) e di tutte le Camere di commercio della Regione, è stata realizzata coinvolgendo un campione di 1.596 imprese (in prevalenza di piccole dimensioni), soprattutto della meccanica (16,9% dei casi), metallurgia (25,6%), tessile/moda (13,3%), agro-alimentare (11,7%) e altro manifatturiero (31,8%).

Il focus di analisi del 2013 è stata la green economy. Secondo il rapporto, l’ambito cui le imprese interpellate guardano con maggiore attenzione per migliorare la propria performance competitiva è quello dei materiali. La dimensione sulla quale le aziende più di frequente dichiarano di voler investire è il miglioramento dei processi di produzione, finalità indicata da oltre un terzo delle imprese interpellate. Seguono formazione del personale e sviluppo di nuovi prodotti.

La tipologia di queste imprese è identificabile nella medio-grande dimensione, nel settore dell’elettronica ed elettricità, con alta intensità tecnologica e di R&S, apertura a valle significativa, appartenenti a gruppi stranieri o a reti di impresa e che hanno avviato processi di conversione verso la green economy.

Il principale beneficio dell’innovazione è stato individuato dalle imprese nel miglioramento della qualità dei prodotti/servizi (47,9%), mentre al secondo posto si trova un risultato economico migliore (34,4%), quindi una organizzazione aziendale più efficiente (18,8%) e poi i tempi di lavorazione ridotti (15,4%). Quasi il 30% del campione emiliano-romagnolo ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato a benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento. Questi effetti positivi possono essere ricondotti a due macro-aree: la prima e più rilevante riguarda l’impatto ambientale (ridotto in termini di inquinamento e di emissioni, di produzione di rifiuti e di scarti, di ricorso a fonti energetiche rinnovabili, di riduzione dell’energia utilizzata, ecc.); la seconda afferisce alle ricadute socio-economiche per il territorio, innanzitutto in termini occupazionali.

La Regione, attraverso Aster, ha individuato le principali tendenze di sviluppo macro-economico globale che muteranno il modo di fare business, il commercio, la cultura e la vita delle persone. Fra questi mega-trend, quello che suscita maggior interesse presso le imprese interpellate è quello delle tecnologie abilitanti per il futuro, ossia il crescente utilizzo che si avrà di tecnologie, oggi ancora emergenti, legate ai nanomateriali, all’elettronica flessibile, ai laser, ai materiali «intelligenti».
 
L’aspetto più critico rispetto a quattro dimensioni fondamentali per l’impatto ambientale dell’attività economico-produttiva (input energetici, emissioni atmosferiche, produzione di rifiuti, recupero di rifiuti) è quello degli input energetici, per il quale il 16,4% dei casi dichiara un aumento, in alcuni casi anche “forte”. Come per le precedenti rilevazioni, i benefici attesi dalle imprese legati allo sviluppo sostenibile sono la riduzione dei consumi di energia elettrica, seguito dall’aumento efficienza energetica impianti, macchinari, edifici (aspetti entrambi segnalati come molto o abbastanza importanti rispetto alle rilevazioni precedenti).

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