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Impresa dell'iron man cattolichino Fabio Pasini: conquistata la Roavve 300

Pasini si riprende quanto la Lapland Extreme gli aveva tolto l’anno scorso e in cinque giorni conclude il percorso nonostante le difficoltà: il titolare dell’Universum Klub ha tagliato il traguardo tra mercoledì e giovedì scorso.

Fabio Pasini, ‘iron man cattolichino, non perdona, e questa volta si prende di rabbia la Lapponia. Alla Roavve 300, 308 chilometri di piste non battute lungo tutto il territorio lappone con partenza e arrivo a Rovaniemi, Pasini si riprende quanto la Lapland Extreme gli aveva tolto l’anno scorso e in cinque giorni conclude il percorso nonostante le difficoltà: il titolare dell’Universum Klub ha tagliato il traguardo tra mercoledì e giovedì scorso.

Unico partecipante alla versione ‘estesa’ dell’ultramaratona – la Rovaniemi 150 ha contato più di sessanta iscritti –, il cattolichino si è ritrovato a fronteggiare un clima più caldo del previsto, con temperature ben sopra i -35 gradi. Paradossalmente questo lo ha rallentato: su cinque giorni di gara le nevicate sono state costanti, e il fondo – particolarmente farinoso e cedevole – non lo ha aiutato, tagliando il potenziale degli sci. Per questo ha alternato la sciata al trekking vero e proprio, rallentandolo nei primi giorni e costringendolo ad una rincorsa continua, culminata con una tirata unica finale di 37 ore di marcia ininterrotta.

Come se non bastasse, tra il primo e il secondo giorno una tempesta di neve lo ha sorpreso, facendo saltare il tappo del fornello per fare il fuoco: da quel momento in poi Fabio non ha più potuto farsi da mangiare e riscaldarsi. Risultato? Dodici chili persi dall'inizio della sfida, con alimentazione forzata a barrette di cioccolato e formaggio grana, senza poter assumere liquidi diversi dalla neve masticata, con bisogno continuo di reintegro di sali al mattino e lingua scottata per metà gara. Ma le (dis)avventure non sono finite lì: “Ad un certo punto mi sono imbattuto in un branco di lupi – racconta Fabio –. Da quattro ore sentivo i loro richiami, e non nego che l'adrenalina abbia pompato per parecchio. Me li sono ritrovati a meno di una cinquantina di metri. Poi il lupo fa il lupo, e l’uomo fa l’uomo: loro puntano linci o altri animali, e quando vedono gli umani fanno come se non esistessero... Certo che fa il suo bell'effetto”.

Ma parliamo di sforzo: “Nell’ultimo passaggio, dopo 290 chilometri, mi sono ritrovato un lago ghiacciato: 22 chilometri di piana con solo l’orizzonte davanti. E lì ti senti solo e spaesato e stanco come non mai. E se c’è un momento in cui vuoi mollare, ecco che ti sale. Poi gli ultimi 8 chilometri sono stati con un dislivello del 4%, la neve come talco e 45 chilometri di slitta al traino: insomma, li senti tutti. Ma ce l’ho fatta e mi sono tolto una bella soddisfazione”. E ora si cambia totalmente scenario: “A maggio correrò la Transvulcania a Las Palmas: 84 chilometri con più di 8mila chilometri di dislivello sul vulcano di Gran Canaria. Un ‘allenamento’ in vista della Mountain Extreme in Tibet, la seconda tappa del circuito ‘Beyond The Ultimate’ prevista per il prossimo settembre”.

E poi a novembre la terza tappa, nel deserto della Namibia. E poi... beh, di nuovo ghiaccio, per completare il circuito e diventare il primo italiano a chiudere il giro del mondo con l’ICE Ultra, di nuovo in Lapponia. Ma il sogno è Iditarod, la mitica ultramaratona dell’Alaska – il percorso è lo stesso leggendario raccontato nel film d’animazione Balto –: teoricamente, avendo completato la Roavve 300, Pasini potrebbe ricevere un invito ufficiale. E stando a Facebook potrebbe starci: “La mia corsa è stata seguita anche dalla grandissima Kathi Merchant in Canada, una delle organizzatrici di Iditarod. Ci siamo sentiti dopo la gara e la mia tenacia e determinazione l'ha sorpresa... Magari mi chiamasse per Iditarod, ma non è semplice: finora solo fenomeni come Berni e Ghidoni sono stati chiamati, ma la selezione è severissima. Nico Valsesia, l’ultrabiker, è stato squalificato per una borraccia in più”. La gara di Pasini, tratto dopo tratto, è stata seguita da tutti i ragazzi della sua palestra, con il tracker satellitare su maxischermo ventiquattro ore su ventiquattro.

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