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VIDEO | Gnassi: "Abbiamo chiuso perché i dati sono quelli di un paese che sta andando al collasso"

Il sindaco di Rimini: “L’Italia o si salva tutta o non si salva nessuno. incrocio tra quello che dice il Governo e l’ordinanza regionale sulla provincia di Rimini per avere un quadro chiaro per tutti su cosa si può fare e cosa no"

“Abbiamo chiuso perché i dati sono quelli di un Paese che sta andando al collasso”. Commenta così il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, i nuovi provvedimenti restrittivi per combattere l’epidemia di Coronavirus presi sia dal presidentete della Region Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che dal premier Giuseppe Conte. “L’Italia o si salva tutta o non si salva nessuno - ha dichiarato il primo cittadino. - L’ordinanza che abbiamo voluto come 25 sindaci della provincia di Rimini, insieme al Prefetto, e che abbiamo proposto a Bonaccini che è stato l’unico presidente ad assumersi la responsabilità che è stata dettata dal fatto che abbiamo un Paese le cui strutture sanitarie stanno andando al collasso. Nella nostra provincia il tasso di contagio è elevatissimo e siamo una delle zone dove questo corre molto velocemente. Siamo arrivati in alcuni comuni a 1 contagio ogni 100 abitanti. Se non blocchiamo questa dinamica, nel giro di qualche giorno avremo bisogno di centinaia e centinaia di posti letto che non avremo. Ecco il perché di questo provvedimento duro, che abbiamo concertato coi sindacati e le categorie economiche. Se non chiariamo la premessa che ci ha portato a prendere scelte così drastiche, nessuno si farà mai una ragione. E la ragione sono proprio i morti. In Emilia Romagna ci sono 530 posi in Terapia Intensiva e ne stiano andando ad occupare oltre 300. Se andiamo avanti così anche la rete di solidarietà regionale degli ospedali non sarà sufficiente. Abbiamo ritenuto di porre la chiusura delle attività economiche e produttive e, tra domenica notte e lunedì, ci sarà un incrocio tra quello che dice il Governo e l’ordinanza regionale sulla provincia di Rimini per avere un quadro chiaro per tutti su cosa si può fare e cosa no".

"Non voglio creare un quadro di angoscia - prosegue Gnassi - ma io ho negli occhi i feretri che da Bergamo sono arrivati anche nel nostro forno crematorio. Dobbiamo essere lucidi e sapere il perchè di provvedimento così duri come per gli spostamenti. Il virus si diffonde e nessuno ha colpa, ma le persone che si muovono sono come dei taxi per far spostare anche la malattia. Bisogna limitare gli spostamenti e la mobilità. Per questo ci siamo assunti la responsabilità di fare delle ordinanza che blocchino i confini con le Marche e con la provincia di Forlì-Cesena. Ci sono circa 60 blocchi e 10 varchi interni alla provincia di Rimini per andare a sud. Se ti sposti devi fornire un motivo valido. Solo così riusciremo a combattere quest virus".

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