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Le tartarughe marine Babi e Cleo ritrovano la libertà grazie alla Fondazione cetacea

Gli esemplari sono stati rimessi in mare grazie alla collaborazione del Centro Veterinario fisiatrico motoria di Santarcangelo

Venerdì verso le  11 sono state rilasciate dalla spiaggia di fronte al Centro di Recupero Cura e Riabilitazione delle tartarughe marine di Riccione gestito da Fondazione Cetacea due tartarughe marine in età sub adulta, Babi e Cleo, dopo una degenza durata per Babi 8 mesi (era stata recuperata il 24 febbraio scorso a Marzocca di Senigallia, mentre per Cleo un anno e mezzo (anche lei era stata recuperata a Senigallia, ma il 26 luglio dello scorso anno).

Entrambe presentavano problemi articolari ed è stato possibile rimetterle in mare grazie alla collaborazione del Centro Veterinario Fisiatrico Motoria di Santarcangelo di Romagna, presso il quale negli ultimi 4 mesi i due esemplari sono stati sottoposti a numerose sedute di laserterapia e ozonoterapia. Questo però non è l’ultimo rilascio per l’anno 2019: il 24 ottobre alle 11.30 sempre di fronte al Centro di Recupero prenderà la strada di casa Golia, maschio adulto di 82 cm di carapace, recuperato il mese scorso a Cesenatico dopo una cattura accidentale nelle reti a strascico del motopeschereccio RIMAS. Golia ad ora risulta l’esemplare più grande curato dall’associazione riccionese in oltre 30 anni di onorato servizio: Fondazione è stata chiamata per una femmina delle stesse dimensioni recuperata in circostanze simili una settimana dopo, ma purtroppo è stato possibile solo costatarne la morte per annegamento causata probabilmente dalla rete nella quale era rimasta intrappolata. Golia verrà rilasciato con ben due satellitari sul carapace che permetteranno ai ricercatori del progetto europeo Medturtles (progetto europeo partito a settembre, di cui Fondazione Cetacea è partner) di studiarne le abitudini e le migrazioni in Mediterraneo. Rimarranno invece ricoverate per l’inverno 3 esemplari con gravi problemi neurologici, che dovranno proseguire il loro percorso riabilitativo, nella speranza di poterle rimettere in mare la prossima primavera.

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