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"C'è anche chi si vuole tatuare il coronavirus": la star riminese dei tatuaggi riapre con richieste bizzarre

Steven Barletti è specializzato in disegni horror, ma dopo l'emergenza sanitaria c'è chi vuole ricordare questo momento con un disegno permanente sulla pelle

E' famoso nel mondo per i suoi tatuaggi horror, con una lista d'attesa di un anno e richieste che piovono dagli Stati Uniti alla Russia. Mostri, teschi e paesaggi inquietanti, sono solo alcuni dei soggetti in cui è specializzato l'artista riminese Steven "Rorschach" Barletti, al timone del Freaky Horror Tattoo Shop, che riaprirà i battenti lunedì prossimo, 1 giugno. Nella galleria degli incubi è entrato anche un nuovo "protagonista". Infatti, nelle scorse settimane Steven ha lavorato al progetto di un tatuaggio (FOTO) dove il coronavirus ha un ruolo di primo piano. Può sembrare strano, ma c'è chi vuole ricordare questo momento di emergenza imprimendolo sulla pelle, forse un modo per esorcizzare la paura.

"E' stata una richiesta che mi aspettavo, prima o poi sarebbe arrivata - racconta Steven - e sono sicuro che non sarà l'unica. Del resto i tatuaggi sono lo specchio della società in cui viviamo e raccontano le situazioni belle o brutte che affrontiamo. L'immagine del virus, in questo caso specifico, è all'interno di un disegno più ampio".

coronavirus - tatuaggio steven barletti - rimini-2
Lei ha aspettato prima di riaprire, perché?
"Ho deciso di tornare in studio dal 1 giugno, c'era stata molta confusione fino all'ultimo sulle date di apertura e sulle misure di sicurezza da seguire. Ho preferito aspettare. Sicuramente questo sarà un disagio per il mio lavoro perché la lista d'attesa è lunga e si rallentano i tempi per gli appuntamenti".

Cosa cambia con le nuove misure di sicurezza?
"Noi come categoria abbiamo sempre lavorato con misure di igiene particolari, utilizzando mascherine e guanti. Adesso useremo anche copriscarpe e valuteremo le visiere. Gli ambienti saranno sanificati, oltre alla già particolare pulizia che veniva fatta, e adotteremo i termoscanner per misurare la temperatura, ma diciamo subito che chi ha la febbre non può tatuarsi. Inoltre, il cliente deve garantire il buono stato di salute. Adesso il problema è trovare i dispositivi di sicurezza a buon mercato, i prezzi sono lievitati ovunque".


Ci sono suoi colleghi che hanno chiuso l'attività?
"Purtroppo sì, per molti le settimane di chiusura sono state determinanti e non riescono più ad aprire, molte realtà giovani che avevano iniziato da meno di un anno. Ci sono casi sia nel Riminese sia a livello nazionale. E poi c'è stata la concorrenza degli abusivi".

Avete segnalato dei casi?
"Certamente, purtroppo ci sono stati. Noi professionisti della categoria abbiamo saputo di ragazzi giovani che tatuavano in casa e ci sono state denunce a polizia e finanza. E' un danno economico per tutti, ma soprattutto un grande rischio, è pericoloso perché possono sorgere infezioni o problemi di altro tipo se vengono usati colori tossici. E' molto importante ricordarlo, troppo spesso un tatuggio viene fatto con leggerezza".

 

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