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Eventi e tributi per Francesca da Rimini, Farina: "La città non sfrutta questo patrimonio"

Lo studioso Ferruccio Farina: "Rimini l'ha sempre ignorata, ma nel mondo no, è tra i personaggi e i miti più amati e celebrati"

La storia di una donna sospesa tra mito, storia, poesia e leggenda. Un simbolo d'amore e romantismo, ma anche una vittima di violenza. Instancabile nel portare avanti gli studi e il grande lavoro su Francesca da Rimini è il riminese Ferruccio Farina che ha presentato mercoledì al museo della Città "Francesca2021", un tributo a Dante e a Francesca da Rimini nel settimo centenario della morte del poeta. Sono trenta gli appuntamenti culturali nelle città e nei castelli malatestiani tra Romagna e Marche iniziati in primavera e che proseguiranno in inverno. Farina ha anche ricordato come Rimini "ha sempre ignorato questa eroina, ma il mondo no, perché il personaggio e il mito più noto dalla letturaratura al cinema alle arti visive più di ogni altro personaggio della mitologia moderna e antica. Tutti parlano di cultura, ma è un termine che va usato con cautela, bisogna sapere di cosa si tratta. Noi vogliamo essere capitale della cultura, mi chiedo con quali base identitarie. Francesca è un pilastro portante della nostra identità come il Tempio Malatestiamo. Curo questi studi da oltre vent'anni e la mia grande soddisfazione che nel mondo Francesca è tra i miti più amati e celebrati, se Rimini non ha interessi peggio per i riminesi. La città e i riminesi non sfruttano questo patrimonio come potrebbero. Sono grato alle amministrazioni comunali di Rimini e Gradara per il loro impegno su questo progetto che sono certo mostrerà le sue potenzialità e contribuirà a migliorare la percezione del valore di Francesca nella città".

E, ancora Farina, evidenzia come questa serie di iniziative rivolte a valorizzare il mito sono votate all’internazionalità. Perché internazionali, anzi universali e irrinunciabili, sono i valori che ancor oggi questa mitica creatura rappresenta in maniera esemplare: la poesia, l’amore, la fedeltà e la libertà.
Due i messaggi che lancia in maniera forte a una società che sembra averne tanto bisogno: “l’amore non uccide!” e “la scelta del compagno di vita deve essere una libera da ogni tipo di condizionamento e di violenza”. E' indiscutibile come il personaggio di Francesca da Rimini continui a coinvolgere e affascinare- Dopo il successo planetario dell’evento “Baci dal mondo. WorldWide Kisses” avvenuto l’8 marzo, in occasione della Festa Internazionale della Donna, che ha visto collegati in streaming studenti e professori di venticinque università di cinque continenti, ripartono ora gli appuntamenti culturali nelle terre malatestiane tra Romagna e Marche con mostre, concerti, seminari, convegni di studio, attività didattiche per le scuole e tanto altro. Saranno appunto trenta gli appuntamenti per celebrare Francesca da Rimini, il personaggio più noto e amato della Divina Commedia, che la vedranno invadere città e castelli dei territori malatestiani tra Romagna e Marche con spettacoli teatrali, musicali e cinematografici, convegni e giornate di studio. Francesca sarà protagonista in veste di espressione poetica non solo come creatura dantesca, ma anche come icona del bacio e della fedeltà e come simbolo di libertà e di affermazione di diritti come l’hanno vissuta e descritta più di duemila artisti romantici d’ogni paese d’Europa e d’America, tra l’Ottocento e il Novecento.

I trenta eventi, promossi dai Comuni di Rimini e di Gradara con la collaborazione delle Regioni Emilia-Romagna e Marche e di Apt Servizi dell’Emilia-Romagna, su idea e progetto di Ferruccio Farina (Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini) vedranno i luoghi collegati alla storia e al mito di Francesca animarsi con rievocazioni storiche, letterarie, artistiche e con momenti, non meno importanti, di riflessione sull’attualità dei valori che il mito di Francesca ancora oggi rappresenta in maniera esemplare. Otto le località tra Romagna e Marche teatro degli appuntamenti dedicati a Francesca, a partire da Rimini, città di Francesca e Gradara, il castello del mito. Ma anche Santarcangelo di Romagna, prima a proporsi nell’Ottocento come sede del “Bacio”; San Leo, il forte del IV Canto del Purgatorio; Montefiore Conca, rocca che domina le valli malatestiane tra Romagna e Marche; Pesaro, che ebbe Gianciotto per podestà e che conserva la cronaca più antica che narra l’amore di Paolo e Francesca; Mombaroccio, ultima residenza di Riccardo Zandonai, autore dell’opera lirica Francesca da Rimini scritta da Gabriele D’Annunzio; Mercatello sul Metauro, antico borgo rivolto verso le terre dantesche della Toscana e della Romagna.

La ripresa ufficiale postpandemia di Francesca 2021 avverrà a Gradara sabato con la mostra Rodin a Gradara. Il bacio di Paolo e Francesca nel castello del mito, con esposizione del capolavoro di Rodin della Fondazione Gianadda, aperta fino al 30 settembre. Poi trenta appuntamenti con Rimini e Gradara in testa. Cinque i punti focali: alla Rocca di Gradara il 21 agosto, l’Orchestra Sinfonica Statale di Mosca diretta da Ivan Rudin, eseguirà Rachmaninoff; al Teatro Galli di Rimini, il 25 settembre, Svetlana Zacharova étoile del Bol’šoj con il balletto Francesca da Rimini di Tciakowsky; nell’ultima parte dell’anno a Gradara il Convegno internazionale di studi Cinque continenti per il V canto e a Rimini una mostra virtuale Quanto disio. Francesca Gallery & Lab. Una stagione impegnativa quella di Franesca 2021 ma, di certo, originale, giovane e raffinata. Un modo nobile, coerente e non banale, per celebrare Dante attraverso la sua creatura indiscutibilmente più nota e più amata. Proprio nelle terre dove è certamente vissuta e dove è nato il suo mito.

"Francesca 2021 ha una duplice valenza per la nostra città - afferma Giampiero Piscagli, assessore alla cultura del Comune di Rimini -  Da un lato, con l’invito ai sindaci delle terre malatestiane abbiamo inteso valorizzare la bellezza di queste terre, anche in chiave turistica, legandole a uno dei miti più appassionanti e più conosciuti nel mondo. Dall’altro lato, consolidare quel percorso di Rimini quale polo di riferimento culturale e città d’arte".

"L’amministrazione che ho l’onore di guidare è davvero fiera di essere impegnata in un’iniziativa culturale di livello internazionale condivisa con la città di Rimini, capitale della Riviera romagnola e del turismo italiano - afferma Filippo Gasperi, Sindaco di Gradara - È una delle rare volte che località di due regioni diverse collaborano nell’interesse comune. E ciò accade grazie a Francesca da Rimini. Rimini, infatti, è la città di Francesca, dove l’eroina dantesca è vissuta. Gradara, con la sua rocca imponente e fascinosa che domina la riviera romagnola e le terre malatestiane, è il luogo ove la fantasia popolare ha collocato, da quasi un secolo, il suo mito romantico. Ma, oltre alla storia e al mito di Francesca da Rimini, conosciuto e amato nel mondo, ciò che unisce Rimini città malatestiana e l’affascinante borgo di Gradara, sono anche i valori universali irrinunciabili che Francesca rappresenta: la libertà di amare, il rispetto della vita e dei sentimenti, la fedeltà e l’uguaglianza di genere. E ciò rende ancor più forte e sentito il nostro impegno nelle iniziative".

La storia e il mito

Di Francesca da Rimini, la creatura dantesca più affascinante e più amata in ogni tempo, la storia ufficiale praticamente tace. Dante l’ha tramandata come protagonista del canto V dell’Inferno facendole dichiarare la terra e la genia di provenienza, “siede la terra dove nata fui su la marina dove ’l Po discende”, e chiamandola per nome, “Francesca, i tuoi martìri”. Null’altro neppure sul luogo ove l’innominato che da lei “mai” non fu diviso, la baciò “tutto tremante” dopo quell’ultima lettura galeotta. Di certo è esistita. Era figlia di Guido Minore, signore di Ravenna, moglie di Giovanni Malatesta, vissuto tra il 1240 e il 1304 e passato alla storia come Gianciotto (Gianni, lo sciancato, da cui Ciotto e Gianciotto, spesso nobilitato in Lanciotto e Lancillotto), dal quale ha avuto almeno una figlia, Concordia. Tutto ciò è comprovato in maniera chiara da un unico importante documento, il testamento del 18 febbraio 1311 di Malatesta da Verucchio, padre di Giovanni [Gianciotto] e di Paolo [il bello], ove viene nominata in quanto madre defunta di Concordia (olim domine Francische). Ma nessun atto ufficiale, né i cronisti ravennati o riminesi a lei contemporanei ci dicono quando sia nata, quando si sia sposata e, tanto meno, quando e dove quel tal “piacer sì forte” la prese per il bel cognato e la condusse a morte insieme a lui. La Commedia è l’unica fonte, la più antica, che ci ha tramandato la sua passione e la sua tragica fine. Non una fonte storica, quindi, ma una fonte poetica, una visione trascendente dove la sua rappresentazione emblematica ha una precisa funzione etica, morale e pedagogica.
 
Francesca è un personaggio letterario, un mito. Un mito universale come universali sono i versi immortali a lei dedicati nella Divina Commedia. Una creatura che, nata dai versi di Dante e dal racconto del Boccaccio, esplode con l’Illuminismo e il Romanticismo per affermare il suo valore di donna non più peccatrice, come nella Commedia, ma vittima innocente di inganni, di intrighi e di violenze, emblema di bellezza, libertà e coraggio. Disposta a sacrificare la vita per l’amore eterno. Una donna mito alla quale artisti d’ogni nazione hanno dedicato, tra Otto e Novecento, più di duemila opere in ogni forma espressiva, dalla pittura alla musica e al cinema, dalla poesia al teatro, spesso veri e propri capolavori. Basti ricordare Ingres, Scheffer, Rossetti, Doré, Previati, Boccioni, Rodin, Pellico, Byron, Keats, D’Annunzio, Borges, Guttuso, Rossini, Donizetti, Tchaikovsky, Puccini, Zandonai. Francesca da Rimini, quindi, non solo icona per eccellenza del bacio, della poesia, della bellezza, ma anche affermazione di valori positivi: amore, passione, fedeltà, coraggio, libertà, rispetto della vita e dei diritti della persona.
 
 
 
 
 

 

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