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Giovedì, 25 Aprile 2024
Alimentazione

Dieta Swank, migliorare la salute senza grassi saturi

L'alimentazione Swank è una dieta a basso apporto di grassi saturi e relativamente ricca di grassi che consiste nel seguire sette regole. Scopriamo quali sono

La dieta Swank è un tipo di alimentazione che consiste nell’assumere un ridotto apporto di grassi cosiddetti saturi a favore dell’introduzione di quelli polinsaturi.

Questa dieta prende il nome dal suo ideatore, il dottor Roy Laver Swank, primario di neurologia alla scuola medica dell'Università dell'Oregon, che a partire dal 1949 ha sottoposto il regime alimentare povera di acidi grassi saturi sui pazienti affetti da sclerosi multipla, confrontando i risultati con quelli di altri pazienti che però non seguivano la dieta.
Il suo obiettivo era di dimostrare come attraverso l'alimentazione fosse possibile peggiorare o migliorare le condizioni di salute di chi è affetto da Sclerosi Multipla

Dopo 34 anni Swank pubblicò i risultati della sua ricerca sulla rivista scientifica The Lancet con i seguenti risultati: le condizioni fisiche e mentali di chi seguì scrupolosamente la dieta, consumando meno di 20 grammi di grassi saturi al giorno, deteriorarono in maniera poco significativa mentre chi non seguì scrupolosamente la dieta, consumando più di 20 grammi di grassi saturi al giorno, ebbe un importante incremento del proprio livello di disabilità.

Lo studio fu supportato e finanziato da Multiple Sclerosis Society of Canada, dal Montreal Neurological Institute, dal dipartimento Health and Welfare del Canada, dalla Multiple Sclerosis Society di Portland e altri.

Dieta Swank: come funziona

In sintesi la dieta Swank consiste in sette regole da seguire scrupolosamente che sono:  

  1. non consumare più di 15 grammi di grassi saturi al giorno;
  2. consumare un ammontare di grassi insaturi (olio) compreso tra 20 e 50 grammi al giorno;
  3. non è previsto il consumo di nessun tipo di carne rossa per il primo anno di dieta dopodiché un massimo di 85 grammi alla settimana;
  4. i prodotti caseari (latte e derivati) devono contenere meno dell'1% di grassi;
  5. non consumare nessun tipo di cibo processato industrialmente;
  6. integrare attraverso l'alimentazione un buon apporto di acidi grassi omega-3 (olio di pesce, olio di semi di lino, olio di fegato di merluzzo ad esempio) ed in più una serie di integratori di vitamine e minerali da prendere con cadenza giornaliera;
  7. consumo di cereali e legumi senza restrizioni, meglio se integrali. I legumi aiutano a ridurre il colesterolo, prevengono l'ipertensione, difendono dal cancro, controllano la glicemia e prevengono il diabete, combattono l'anemia. I cereali e le farine integrali, invece, forniscono nutrienti essenziali oltre alla fibra: vitamine del gruppo B e acido folico, acidi grassi omega 3, minerali come il magnesio, lo zinco, il fosforo e il ferro.

Cosa dice oggi la scienza

Uno studio pubblicato nel 2015, realizzato su 2469 persone, invece, supporta una reale associazione tra dieta e livello di disabilità nella sclerosi multipla, riportando la necessità di studi clinici randomizzati per analizzare questa associazione.

Nel 2012 la Cochrane Collaboration (la principale istituzione internazionale per gli studi di efficacia delle terapie) ha condotto una revisione sistematica riguardo alla supplementazione con acidi grassi polinsaturi (PUFA) per la sclerosi multipla, concludendo che "i PUFA non sembrano avere un importante effetto sul decorso clinico della Sclerosi Multipla", e che "i dati disponibili sono insufficienti per valutare un reale beneficio dalla supplementazione di PUFA a causa della loro dubbia qualità".

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