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Intolleranza al lattosio: sintomi, diagnosi e terapia

Non sai se sei intollerante al lattosio? Ecco i sintomi che danno l’allarme, la diagnosi e la terapia

Ti è mai capitato di dire “non riesco a digerire il latte e i formaggi” o “non posso bere il cappuccino” pensando che fosse dovuto a intolleranza al lattosio? Magari hai anche eseguito test adeguati e scientificamente validi, anche se costosi, presi in farmacia o in rete per diagnosticare questa intolleranza invece di indagare sulle vere cause dei malesseri e sintomi che accusi.

Iniziamo col dire che l’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità di digerire lo zucchero lattosio a causa della mancata produzione dell'enzima digestivo lattasi. In caso di deficit di lattasi, quindi, il lattosio non può essere digerito e assorbito, portando a diarrea, flatulenza e crampi addominali.

Secondo i dati forniti dall’EFSA nel 2010 circa il 50% della popolazione risulta essere intollerante al lattosio ed è generalmente ereditaria. 

Il lattosio è ben digeribile nei nenonati grazie alla presenza di livelli di lattasi elevati; livelli che si riducono notevolmente dopo lo svezzamento così che, negli anni successivi e anche in età adulta, non si è più in grado di digerire elevate quantità di lattosio. Di conseguenza, la maggior parte degli adulti sani non riesce a digerire significative quantità di lattosio ed è pertanto normalmente “intollerante al lattosio”.

Pertanto mangiando cibi ricchi di lattosio, come il latte, i sintomi del l’intolleranza aumentano mentre generalmente sono ben tollerate moderate quantità di yogurt e formaggi stagionati. 

I sintomi più comuni sono:

  • astenia;
  • coliche, crampi, dolori e gonfiore addominale;
  • diarrea e flatulenza;
  • nausea.

Chi è intollerante al lattosio non riesce a tollerare il latte e altri prodotti caseari, che lo contengono. Per poter formulare una diagnosi, è necessario capire se i sintomi insorgono dopo il consumo di prodotti caseari, per poi confermare l’intolleranza tramite test medici specifici (in questo caso, il Breath Test). 

Si può, ad esempio, provare un periodo di dieta priva di prodotti caseari per 3 o 4 settimane; se i sintomi scompaiono, per poi ricomparire quando si reintroducono questi prodotti, l’intolleranza è molto probabile.

La diagnosi deve comunque essere confermata da un medico specialista; il test più comune che viene utilizzato per questo è il Breath Test, o test del respiro.

Una volta accertata l’intolleranza è necessario escludere dalla propria dieta tutti i cibi contenenti lattosio, principalmente latte vaccino, latte di capra, latticini freschi, gelati, panna e molti dolci e biscotti contenenti latte. È necessario fare attenzione anche all’assunzione di prosciutti cotti e insaccati, dove il lattosio viene aggiunto come additivo al fine di mantenere una giusta morbidezza delle carni; anche altri alimenti, come i cibi precotti, alcuni tipi di pane in cassetta e molti farmaci possono contenere lattosio. Lo yogurt, invece, è spesso tollerato perché contiene naturalmente lattasi, prodotta da Lactobacilli. È importante anche assumere integratori di calcio per prevenirne la carenza.

Un’altra soluzione efficace è rappresentata dagli integratori di enzima lattasi: sono disponibili senza prescrizione medica e possono essere assunti quando si mangiano o bevono prodotti contenenti lattosio, così da riuscire a digerirli.

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