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Giornata contro la violenza sulle donne: la ricerca sullo sport condotta da DAZN

Una ricerca su sport, linguaggi e parità di genere per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, DAZN insieme a Blogmeter, ha presentato in occasione di 4 Weeks 4 Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione organizzato da TIM, la ricerca di mercato sul gender gap nel mondo dello sport dal titolo “Social Athletes”. Nello specifico ha indagato sulle conversazioni e in generale sulle attività social in ambito sportivo, analizzando 6 profili social di altrettanti atleti: 3 uomini e 3 donne a cavallo tra il 2019 e il 2020. Gli atleti (un calciatore, un tennista e un pallavolista) e le atlete (una calciatrice, una pallavolista e una nuotatrice) sono stati scelti per il loro ampio seguito social e perché le loro discipline di riferimento sono tra le più seguite in Italia.

I risultati di questa ricerca mostrano come le sportive siano bersaglio costante di violenza psicologica: vittime di insulti, molestie verbali e linguaggio sempre volgare, le atlete sul web ricevono un trattamento ben diverso dai loro colleghi uomini. 

Boom di conversazioni nel 2020, ma di che tipo?

In base alla ricerca DAZN-Blogmeter le conversazioni sviluppate sui social media attorno agli atleti oggetto di indagine è aumentato dell’86% nel 2020 rispetto all’anno precedente, con oltre 570.000 messaggi complessivi.

Di questi però l’82% è dedicato agli uomini, mentre solo il 18% alle atlete e anche se si registra un lieve miglioramento tra il 2019 e il 2020 (+2%) a favore di queste ultime, il divario resta molto importante.

Ci sono "differenze di genere", oltre che per la quantità di conversazioni, anche per quanto riguarda i luoghi virtuali in cui si parla di atleti e atlete: pagine e siti di notizie sportive o legate al tifo parlano principalmente di uomini, mentre le atlete sono più discusse in contesti generalisti, lifestyle e non sportivi.

I commenti social tra apprezzamenti e harassment

Emerge un altro dato importante che evidenzia questa disparità se si va ad analizzare i commenti ai contenuti postati dagli atleti nei propri account social.

In generale, i commenti relativi all’attività sportiva sono diminuiti del 19% nel 2020 rispetto al 2019 a causa dello stop degli sport durante il periodo di lockdown, ma l’argomento è rimasto comunque principalmente associato agli atleti (47% vs 30%).

Ma la vera differenza riguarda i commenti circa l’aspetto fisico: per le atlete rappresentano il 24% (+2% vs. 2019) del totale, quasi un messaggio su quattro, mentre per gli atleti si attestano attorno al 9% (-2% vs. 2019).
Inoltre, gli atleti maschi ricevono commenti sul loro aspetto fisico quasi esclusivamente quando postano un selfie o momenti di vita privata; le atlete ricevono tali commenti indipendentemente dal contenuto del loro post, anche quando parlano di sport.

Vittoria o selfie: il tipo di contenuto (non) fa la differenza

Per un contenuto legato a una vittoria sportiva, gli atleti uomini ricevono il 65% dei commenti relativi all’impresa, mentre la percentuale per le donne scende al 45%. Queste ultime però, nella celebrazione della propria vittoria, devono fare i conti con un 9% di contenuti molesti (offensivi o volgari).

Molestie che arrivano a toccare il 22%, quindi un commento su cinque, se il contenuto postato da un’atleta donna è un selfie, ovvero un momento leggero e non legato allo sport. Gli atleti uomini alle prese con questo tipo di contenuti contano, d’altra parte, il 6% di commenti molesti, con un ulteriore 4% di commenti offensivi rivolti a persone a loro care.

Mediamente l'11% dei commenti fatti a contenuti di atlete donne è volgare/offensivo (+7% rispetto al 2019), mentre per i maschi è il 4%. Se i commenti molesti nei confronti delle atlete hanno una forte connotazione sessuale, quelli verso gli uomini hanno comunque una componente sessista, andando ad insultare le donne della loro vita, come madri, mogli o fidanzate, senza contare quelli che tendono a minarne la virilità, con non velati toni omofobi.

Infine, anche una tematica non strettamente legata allo sport come il Covid mostra differenze nel trattamento social degli atleti del panel. Un atleta uomo e una donna, entrambi colpiti da Covid-19 nel corso dell’anno, hanno infatti ricevuto reazioni molto diverse da parte degli utenti: parole di incoraggiamento il primo, numerose accuse di spettacolarizzare la malattia la seconda. 

Veronica Diquattro, Chief Revenue Officer Europa spiega: “La ricerca che abbiamo realizzato evidenzia come il percorso che porta alla parità di genere sia ancora lungo, nonostante le atlete, così come le manager e le imprenditrici del mondo dello sport, dimostrino con fatti e risultati il loro inequivocabile valore. In DAZN ci impegniamo concretamente in questo percorso che abbraccia la parità di genere ed è per questo che renderemo “Social Athletes” un osservatorio permanente che, anno dopo anno, consentirà di monitorare la situazione evidenziando i progressi positivi o segnalando eventuali criticità”.

Metodologia della ricerca

La ricerca ha analizzato le conversazioni web su 6 atleti italiani (3 uomini - un calciatore, un tennista e un pallavolista - e 3 donne - una nuotatrice, una calciatrice e una pallavolista) tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020. Sono stati analizzate sia le conversazioni web su questi 6 atleti sui principali social, forum e blog di terze parti, sia sui canali social proprietari degli atleti. 

Fonti: un database di oltre 2mld di contenuti dalle principali piattaforme di social media italiane, come Facebook, Twitter, Instagram, oltre a forum, blog e siti web di notizie.

Approfondimento: analisi testuale di 1,8K commenti lasciati sui social proprietari dei 6 atleti del panel.

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