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Covid, mascherine FFP2: come riconoscere quelle contraffatte

Indossare una mascherina non a norma può esporre noi e chi ci circonda a un contagio facile. Ecco come riconoscere se il prodotto è a norma oppure no

Ormai fanno parte della nostra vita e, con l’impatto della variante Omicron, le mascherine sono tornate a essere fondamentali per proteggerci dal virus. Tanto che con il decreto delle festività l’uso dei dispositivi Ffp2 è diventato obbligatorio su tutti i mezzi pubblici, oltre che per entrare in cinema, teatri e stadi. È necessario poi indossarle anche sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come treni o aerei. 

Insomma sono diventate il nostro accessorio inseparabile e irrinunciabile. Per questo motivo è importante fare attenzione a non ritrovarsi con una mascherina Ffp2 contraffatta. 

Questo perché, essendo aumentata la domanda, oggi i dispositivi Ffp2 si trovano più facilmente in vendita, nei negozi fisici e online, e a volte è difficile distinguere quelle a norma da quelle contraffatte. Ma saperle riconoscere è importante per evitare di contagiare chi ci circonda o contagiarci noi stessi. Infatti, una mascherina contraffatta può esporre noi e chi ci circonda a un contagio più facile. 

Come chiarito anche dell’Istituto Superiore di Sanità, “le mascherine certificate devono riportare sulla confezione o sul prodotto il marchio ‘CE’ accompagnato da un codice di quattro numeri che identifica l'organismo che ha certificato la conformità del prodotto alla norma europea”. Ma, molto spesso, la certificazione viene effettuata dagli stessi produttori e non dall’ente certificatore autorizzato, così risulta ancor più difficile individuare i prodotti contraffatti.

Allora come riconoscerle? Scopriamolo.

Le tipologie di mascherine 

Innanzitutto bisogna sapere che esistono due tipologie di mascherine di protezione: chirurgiche, utilizzate solitamente da medici e infermieri in sala operatoria per proteggere il paziente dalla contaminazione, e le Ffp1, Ffp2 e Ffp3 (o N95, N99 e N100 nella normativa americana), utilizzate per proteggere gli operatori sanitari e i ricercatori di laboratorio dalla contaminazione esterna, e per questo chiamate Dpi (Dispositivi di protezione individuale). 

A cosa fare attenzione

Capire se una mascherina, chirurgica o no, sia affidabile o meno non è semplicissimo. In molti casi le certificazioni o le garanzie che dovrebbero accompagnare questi prodotti sono assenti o, se presenti, sono di dubbia validità.
Vediamo come verificare da soli l’autenticità o meno per ciascun tipo di mascherina: chirurgica, filtrante (FFP2 E FFP3), di stoffa.

Mascherine chirurgiche: come capire se sono certificate?

Per legge, le mascherine chirurgiche sono classificate come dispositivi medici. In quanto dispositivo medico, le mascherine chirurgiche devono assicurare non solo il rispetto della normativa generale dei dispositivi medici (Dir. 93/42/CEE) ma anche soddisfare i requisiti imposti dalla norma tecnica EN 14683, che ne delinea le prestazioni minime in termini di efficacia filtrante e respirabilità. Non si tratta di aspetti formali: il rispetto di quanto stabilito dalla normativa ci aiuta a riconoscere una vera mascherina chirurgica.

Mascherine di stoffa

Questo tipo di mascherine non sono classificabili né come dispositivo medico, né come dispositivo di protezione individuale. Rientra comunque nella categoria di mascherine legittimata con il decreto Cura Italia, che in sostanza autorizza i cittadini italiani ad utilizzare mascherine che non abbiamo alcuna certificazione.

In questa categoria ci sono sia le mascherine di stoffa sia tutte quelle mascherine chirurgiche che, non avendo provato l’aderenza ai requisiti previsti dalla norma (o non avendo la documentazione) vengono ridestinate all’uso da parte della collettività.

Se fatte bene, le mascherine lavabili in stoffa svolgono adeguatamente la loro funzione protettiva. Sono quindi una buona alternativa alle mascherine chirurgiche usa e getta perché hanno un minore impatto ambientale. Ma con l’arrivo della variante Omicron se ne sconsiglia l’uso a favore delle Ffp2, come afferma un recente articolo del Wall Street Journal, secondo cui le mascherine di stoffa a strato singolo potrebbero non dare una protezione adeguata in particolare contro la nuova variante. Il consiglio degli infettivologi è di abbinare le mascherine di stoffa a modelli chirurgici o di passare a maschere respiratorie più protettive.

Mascherine filtranti FFP2 e FFP3: come capire se sono certificate?

Le mascherine FFP2 e FFP3 o N95 (l’equivalente americano delle FFP2) sono dei veri e proprio Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

Per essere un dispositivo di protezione individuale, il dispositivo deve rispettare quanto stabilito nel regolamento UE 425/2016. La norma stabilisce che le maschere filtranti come le FFP2 e FFP3 sono DPI appartenenti alla categoria III di rischio: questo significa che per essere messe in commercio, i produttori devono prima passare il vaglio di un organismo notificato specializzato nella certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. L’organismo notificato certificherà l’aderenza del prodotto ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001 ed il produttore, potendo così dimostrare la conformità del prodotto, può apporre il marchio CE. Altro controllo da fare è verificare se l’ente certificante compare sulla lista NANDO della Commissione Europea, una piattaforma che contiene tutti i dati riguardo gli organismi di certificazione accreditati e notificati per il Regolamento UE 425/2016 e per la tipologia di DPI (Equipment providing respiratory system protection).

Da cosa proteggono

Il coronavirus può essere trasmesso mediante goccioline (droplets) delle secrezioni di naso e bocca che vengono emanate durante la respirazione, quando si parla e in grandi quantità quando si tossisce o si starnutisce. Secondo un recente studio internazionale coordinato dall'Università di Padova, le goccioline infette, in un ambiente umido,  possono raggiungere oltre 1 metro se si parla, fino a 3 metri se si fa un colpo di tosse, fino a 7 metri se si starnutisce. Se, invece, si indossano le mascherine chirurgiche o le Ffp, il rischio di contagio diventa praticamente trascurabile sia che si parli, sia che si tossica sia che si starnutisca.

Qual è la capacità filtrante 

Le mascherine chirurgiche hanno una capacità filtrante verso l’esterno superiore al 95% per i batteri, mentre è ridotta dall’esterno verso chi le indossa di circa il 20%, anche per la scarsa aderenza al volto. Se, invece, viene indossata nel modo giusto da tutti coloro che entrano in contatto, queste mascherine sono molto efficaci nell’impedire a chi le indossa di contagiare altre persone, come dimostrato da uno studio pubblicato su Nature Medicine. Rispetto alle chirurgiche, le Ffp hanno una capacità filtrante superiore e proteggono sia chi le indossa sia chi gli sta intorno, a patto che aderiscano bene al viso, con alcune differenze tra le diverse tipologie:

  • le Ffp1 hanno una capacità filtrante dall’esterno verso l’operatore e viceversa del 72%;
  • le Ffp2 hanno una capacità filtrante in entrambe le direzioni del 92% (inoltre sono ben tollerate e devono essere cambiate meno di frequente perché il potere filtrante si mantiene);
  • le Ffp3 hanno una capacità filtrante verso l’interno ed esterno pari al 98% (sono quelle che proteggono in modo pressoché totale, perché i pori filtranti sono più piccoli del virus, ma possono essere mal tollerate da chi le indossa, perché all’interno della mascherina si accumula l’aria espirata rendendo più faticosa la respirazione, inoltre l’umidità della maschera ne riduce il potere filtrante in entrata e, pertanto, devono essere cambiate frequentemente).

Ffp con valvola

Tra le mascherine Ffp esistono quelle senza valvola, di cui abbiamo parlato fino ad ora, essendo più comuni e utilizzate, ma esistono anche Ffp con la valvola di espirazione. Queste ultime permettono una maggiore e agevole respirazione: la valvola permette, infatti, un maggiore comfort perché consente la fuoriuscita di aria calda ed evita la formazione di condensa. In questo modo, però, permettono anche la diffusione di particelle o aerosol potenzialmente contagiosi. Contrariamente alla Ffp senza valvola, questo tipo di mascherina protegge infatti solo chi la indossa ma non chi gli sta intorno. Gli esperti consigliano, per questo motivo, di privilegiare quelle senza valvola.

Altri requisiti

Altri requisiti facilmente verificabili sulle etichette/confezioni sono l’indicazione della data limite di utilizzazione del dispositivo, i numeri di lotto, di serie e il nome, con indirizzo, del fabbricante (se questo è extra comunitario, devono comparire i dati del suo mandatario (chi ha ricevuto dal fabbricante un mandato scritto che lo autorizza ad agire per suo conto presso la Comunità Europea). 

Si ricorda, infine, che oltre a verificare se una mascherina è a norma, bisogna anche utilizzarla correttamente, non tenendo il naso scoperto nè abbassandola e alzandola continuamente.

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