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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Praticare yoga mantene giovani

Lo yoga aiuta a contrastare l'invecchiamento. Lo conferma anche la scienza: lo yoga allunga la vita

Quante volte hai sentito dire che praticare Yoga aiuta a contrastare l’età che avanza e rimanere giovani? La pratica dello Yoga è rivolta e adatta a tutti, senza differenze di età, sesso o problematiche fisiche o psicologiche. Lo Yoga aiuta a mantenere il corpo sano e la mente lucida. È una disciplina adatta ad ogni corpo ed ogni età.

A confermarlo anche una serie di studi sullo yoga e sul suo utilizzo come “terapia complementare” da abbinare ad altri trattamenti per una serie di patologie, dal mal di schiena alla depressione, dai disturbi d’ansia all’artrite. Sul numero di novembre di Scientific American, una rivista di divulgazione scientifica statunitense, la giornalista (e insegnante di yoga certificata) Claudia Wallis cita un paper review uscito l’anno scorso sulla rivista Brain Plasticity, che ha analizzato undici studi pubblicati tra il 2009 e il 2019 che hanno utilizzato vari tipi di risonanze magnetiche per valutare gli effetti della pratica dello yoga (posizioni, esercizi di respirazione e meditazione) sul cervello. La maggior parte di questi studi è basata sul confronto tra la struttura cerebrale di soggetti praticanti di yoga esperti con quella di non praticanti o poco esperti, per rilevare l’esistenza di differenze trasversali tra i due gruppi.

Questi studi hanno dimostrato un effetto positivo dello yoga sul cervello, mostrando come la pratica di questa disciplina sembri essere collegata a un aumento del volume della materia grigia nell’ippocampo (un’area del cervello che ha un ruolo molto importante nel gestire la memoria), all’aumento del volume di alcune zone della corteccia prefrontale (che svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi), e una maggiore connettività tra le aree cerebrali che compongono il default mode network (DMN), una rete di circuiti neurali in diverse regioni corticali e sottocorticali generalmente attivata durante le ore di riposo e di attività passive.

Questa rete svolge un ruolo nell’elaborazione dei ricordi e delle emozioni e in “ciò che chiamiamo elaborazione autoreferenziale: l’elaborazione del Sé”, spiega Jessica Damoiseaux, neuroscienziata cognitiva della Wayne State Univeresity e coautrice del paper citato da Scientific American. L’aumento di materia grigia in queste regioni potrebbe suggerire “che ci sono più connessioni tra i neuroni, il che indica un miglior funzionamento”. Specializzata nello studio dei cambiamenti del cervello legati all’età, Damoiseaux sottolinea come le strutture che sembrano maggiormente beneficiare della pratica dello yoga sono quelle che tendono a restringersi con l’invecchiamento, soprattutto nelle persone che soffrono di demenza.

L’aumento di questi volumi legati allo yoga è simile a quello osservato negli studi sull’esecrazione aerobico, nota Claudia Wallis. Per il momento però è difficile rispondere alla domanda se effettivamente ci sia qualcosa di “speciale” solo nello yoga. Catherine Bushnell, ricercatrice presso il National Center for Complementare and Integrative Health (un’agenzia governativa degli Stati Uniti che si occupa della medicina complementare e alternativa), ha riscontrato che i praticanti esperti di yoga mostrano una sopportazione al dolore maggiore rispetto a chi non pratica yoga e la tolleranza al dolore è associata all’aumento della materia grigia nella regione della corteccia insulare, ma per il momento non è possibile ancora stabilire se lo yoga sia direttamente coinvolto.

Per Wallis potremmo aspettarci risposte più chiare grazie a nuovi studi che si baseranno su esperimenti di dimensioni più ridotte. Neha Gothe, direttrice del Laborotorio di psicologia dell’esercizio fisico  presso l’università dell’Illinois a Urbana-Champaign, che ha guidato il gruppo di lavoro che ha analizzato gli undici studi sugli effetti dello yoga sul cervello, ha ricevuto recentemente una sovvenzione federale per condurre a sua volta uno studio il cui obiettivo è confrontare l’impatto dei diversi regimi di esercizio f isico sull’anatomia del cervello e le prestazioni cognitive: l’esperimento sarà condotto facendo frequentare in maniera casuale a 168 anziani sei mesi di lezioni di yoga, ginnastica aerobica e stretching. 


 

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