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Impianto elettrico: quand'è il momento di rifarlo?

Avere un impianto elettrico sicuro è importante, ci sono dei segnali che ci fanno capire quando è arrivato il momento di rifarlo.

La casa è da sempre considerata un rifugio, ma anche se ci sentiamo al sicuro al suo interno, può succedere di incorrere in incidenti domestici. Alcuni sono dovuti a distrazione o casualità, altri al mal funzionamento di alcuni impianti dell’appartamento come quello elettrico!

Che si tratti di prese o dell’impianto, per vivere serenamente in casa c’è bisogno di controlli periodici e di una manutenzione costante così da capire se ci sono delle parti da sostituire. Questo non solo ci mette in sicurezza, ma ci evita di dover rifare l’impianto ex novo spendendo una somma consistente.

L’impianto elettrico negli appartamenti andrebbe rifatto dopo 30 anni, soprattutto se si dovessero verificare problematiche come le seguenti:

  • il contatore che salta frequentemente;
  • scintille che si sprigionano ogni volta che si attacca la spina di un apparecchio nella presa;
  • quando si sente odore di plastica bruciata.

Questi sono i tipici segnali d’allarme rispetto ad un vecchio impianto elettrico che è arrivato al termine e ha bisogno di essere cambiato.

Cambiare l’impianto o fare manutenzione? 

Quando l’impianto elettrico di casa è ormai vecchio, ci si può trovare di fronte ad un bivio, di fronte al quale è necessario fare una scelta: rifare l’impianto o fare manutenzione? 

  • Rifare l’impianto domestico significa creare un impianto ex novo. Verranno, perciò, montati nuovi quadri elettrici, tubi, cavi, terminali. Operazioni che comportano lavori invasivi per la casa.
  • Con la manutenzione bisogna procedere con le operazioni necessarie a mantenere in efficienza l’impianto e realizzare tutti gli aggiornamenti che possono comportare un parziale rinnovo dell’impianto. Rientrano, pertanto, nella manutenzione la sostituzione dei cavi però mediante l’utilizzo delle medesime canaline, oppure la sostituzione degli interruttori e delle placchette.

Le caratteristiche di un nuovo impianto elettrico

Prima di rifare l’impianto elettrico è bene informarsi sulle caratteristiche che deve avere per essere a norma. In un impianto sicuro:

  • Deve essere presente un interruttore di emergenza all’interno dell’appartamento
  • Ci devono essere due interruttori differenziali perché in caso di malfunzionamento su una linea, l’altro entra in funzione
  • Il dimensionamento deve essere di 3kw in un appartamento fino a 75 mq e di 6 kW dai 75 mq in su
  • I cavi devono essere sfilabili
  • Nella centralina ci devono essere almeno due moduli liberi di riserva e il conduttore di terra

Stabilito questo, bisogna decidere anche la potenza di cui si ha bisogno in casa,  questo dipende dalla metratura dell’appartamento. Successivamente bisogna decidere la quantità e il posizionamento delle prese, della luce e degli attacchi degli elettrodomestici.

Proprio in questo senso ci sono differenti tipologie di impianti:

  • Livello base: è un impianto semplice con punti luce in base alla metratura e due interruttori differenziali
  • Livello standard: quando si vuole un impianto di livello superiore a quello semplice e ci sono più punti luce e prese, oltre a due interruttori differenziali selettivi
  • Livello domotico: l’impianto smart tiene sotto controllo i consumi e li regola in base alle necessità

Dichiarazione di conformità: cos’è e chi la rilascia

Rivolgersi a un elettricista con una qualifica certificata per gli impianti elettrici in modo da richiedere, alla fine dell’intervento, una dichiarazione di conformità che va consegnata in Comune con un progetto di massima dell’impianto, per avere accesso alle detrazioni fiscali.

Inoltre, la dichiarazione di conformità è diventata obbligatorio con la legge 46/1990 e disciplinato successivamente dalla legge 37/2008.

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