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Cronaca

Quasi 5 mila profughi ucraini nel riminese. "Stanno arrivando gli aiuti economici, ma occorre integrare"

Il punto dell'assessore alle Politiche sociali Kristian Gianfreda: "I rifugiati stanno completando le procedure per il contributo di sostentamento. Ma dobbiamo pensare a un'assistenza più a lungo termine"

Nella provincia di Rimini si sfiorano i 5 mila rifugiati ucraini attualmente ospitati. Nonostante le criticità iniziali, il sistema Rimini ha funzionato e nessun profugo è rimasto privo di accoglienza. Ora l’assessore alle Politiche sociali Kristian Gianfreda pensa alla seconda fase, che dovrà prevedere integrazione e sostentamento economico: “È bene continuare a mantenere alta l’attenzione sulla questione e soprattutto cominciare a lavorare in prospettiva - dice l’assessore -, sulla gestione della seconda fase di questa emergenza umanitaria, che vedrà al centro l’aspetto dell’integrazione lavorativa e la domanda sul come governare il sistema assistenziale nel lungo termine. Un tema del quale ne discuteremo presto come amministrazione comunale, insieme alle altre realtà del territorio, per fare il punto sui nuovi orizzonti e le nuove attività da realizzare".

Nel frattempo chi ha trovato sistemazione autonoma ha ricevuto il via libera per il sostegno umanitario, anche in chiave economica. “Da pochi giorni – sottolinea l’assessore - è anche online la piattaforma del Dipartimento di Protezione Civile che permette ai rifugiati di richiedere un contributo di sostentamento per sé, per i propri figli o minori di cui si ha la tutela legale. Una boccata d’ossigeno in più per gli ucraini, un altro tassello che si va a integrare all’insieme di azioni dei territori”.

“Rimini è stata la città in valore assoluto con più arrivi registrati in Italia – aggiunge l’assessore Gianfreda -. Penso sia dunque importante sottolineare il grande lavoro svolto dal nostro territorio nel dare una risposta immediata alla popolazione ucraina in un momento così drammatico. Nessuno, e dico nessuno, da quando è qui, si è ritrovato in strada o senza un tetto, situazione che, in periodi di estrema emergenza come questo, purtroppo, spesso, è tutt’altro che improbabile. Rimini, fin da subito, ha dato prova di un immenso esercizio di accoglienza e ospitalità, riuscendo ad andare anche al di là della rigida gerarchia delle competenze”.

E conclude: “In tutto questo percorso non sono mancati momenti di criticità, ma anche le situazioni più spigolose e complesse non hanno mai offuscato o tolto il focus dall’obiettivo primario, dalle vere priorità. Sta facendo notizia anche il gesto di altruismo dei dipendenti del Comune di Rimini che hanno deciso di sottrarsi un’ora di stipendio dalle proprie buste paga per darlo ai profughi. Una chiamata alla solidarietà che sta crescendo di giorno in giorno, e che oggi conta 259 adesioni. Spesso in politica sentiamo ripetere la frase fare la propria parte. In questo caso non è retorica, ampollosità, ma la realtà. Quella di una comunità che c’è stata fin da subito, che ha fatto appunto la propria parte, dagli organi ufficiali fino ad arrivare ai cittadini”.

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