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Cronaca

Abbronzatissimi compie 30 anni, Jerry Calà: "Ridiamo ancora oggi. A Rimini la svolta della mia carriera"

Il film diretto da Bruno Gaburro usciva al cinema il 19 dicembre del 1991. "La scena migliore? Al Peter Pan con le ragazze in piscina"

“Andò bene al cinema, ma furono i primi passaggi in tv da 9-10 milioni di spettatori a rendere quel film un autentico cult”. Trent’anni e non sentirli. Il 19 dicembre di trent’anni fa, era il 1991, usciva nelle sale Abbronzatissimi. Un inno allo humor ambientato tra Rimini e Riccione. Oggi è l’intramontabile Jerry Calà, che festeggia mezzo secolo di carriera artistica, a raccontarne aneddoti e retroscena. Lui era Billy Damasco, pianista di piano bar, protagonista sciupa femminile. Con un cast diretto da Bruno Gaburro di successo: Alba Parietti (Aurora), Eva Grimaldi (Elide), Franco Oppini (Willy) e Teo Teocoli (Mauro).

Jerry, o in questo caso meglio Billy, cosa ha rappresentato Abbronzatissimi nella sua carriera?
“E’ stato l’epilogo dopo un momento cruciale, di scelte difficili, lo ricordo bene. Ero al guado: andare avanti con gli amici di Vacanze di Natale oppure percorrere una scelta in solitaria. Oggi non so dirvi se ho fatto bene, forse no. Fu il primo film con Cecchi Gori, la fine di un ciclo con De Laurentiis, e ricordo di aver partecipato con grande entusiasmo nelle sceneggiature”.

E dove, se non la Riviera Romagnola?
“Era casa mia, in estate facevo base a Riccione, dove le serate si moltiplicavano. Ci siamo divertiti tanto, perché il cast era composto da un gruppo strepitoso”.

C’è una location di quel film che si porta nel cuore?
“La scena in cui suono, naturalmente il Peter Pan dove abbiamo girato per parecchi giorni con le ragazze che nuotavano in piscina”.

Nella sua classifica personale dove lo piazza Abbronzatissimi?
“Tra i miei film vale un quinto o sesto posto. E’ un cult, ma Vacanze di Natale e Sapore di mare non si toccano”.

Quando torna a esibirsi in Romagna?
“La Romagna mi manca, ma i locali di Rimini oggi hanno cambiato genere. C’è discoteca pura, musica house, mentre una volta si viveva di artisti. Francamente questo mi provoca dispiacere, spero un giorno in una nuova inversione di tendenza. Tant’è che mi sono spostato in Versilia dove gli spettacoli vanno ancora forte, da 20 anni mi sento il re della Capannina di Forte dei Marmi. Sarò lì anche a Capodanno”.

Rispetto a vent’anni fa il turismo è diventato un mordi e fuggi. Cos’è cambiato in Riviera rispetto a quei fantastici Anni 90 di Abbronzatissimi?
“E’ cambiato tutto, una volta si andava in vacanza per venti giorni o un mese. Oggi ci si riduce al weekend, forse una settimana a Ferragosto. Una volta andare al mare era un modo per stare in compagnia. Oggi? Andare in vacanza sembra essere diventato un lavoro: tra social e macchine a noleggio per farsi vedere. Non è più rilassante, dai”.

Viaggio nel set - Le riprese dal Peter Pan all'Hotel Casablanca

Quanto furono cruciali le musiche nel successo di Abbronzatissimi?
“Con la musica ci si giocava tutto. Era un autentico investimento, per prendere i diritti dei brani più in voga. Si spendeva di più in musica che non per la scenografia o gli attori”.

Ci sveli un aneddoto. E’ vero che dopo Rimini puntava a l’Havana?
“E’ verissimo, volevamo una svolta internazionale. Dopo Abbronzatissimi 2 volevamo un film a Cuba. Siamo stati per due mesi a l’Havana, ma quel film non uscì mai. Oggi è il mio nuovo libro”.

La Lavadora scritta con Gino Capone. Sta parlando proprio del suo ultimo lavoro?
“E’ andata proprio così. Il film non uscì mai. Ma oggi potete leggere il libro, è la storia di un ragazzo di Bologna che parte per Cuba con mille idee e alla fine trova l’amore, l’unica cosa che a Cuba non ha l’embargo. Il romanzo è un atto di amore verso Cuba, la lavadora, ovvero la lavatrice, doveva essere un regalo, simbolo del progresso, invece alla ragazza dell’Havana crea un sacco di problemi. Altro non vi svelo, buona lettura”.
 

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