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Il conflitto in Ucraina

Fuga dalla guerra, oltre 4600 profughi in Emilia Romagna. Quasi la metà sono minori

Bonaccini: “Sforzo eccezionale di tutta la rete regionale, massimo impegno per garantire il diritto all’istruzione per bambini e ragazzi in fuga dalla guerra”

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, in qualità di Commissario all’emergenza, ha fatto il punto mercoledì pomeriggio sull’accoglienza in Emilia-Romagna dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Presenti alla riunione il Prefetto di Bologna, Attilio Visconti, il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, la vicepresidente Elly Schlein, l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, l’assessore alla Protezione Civile, Irene Priolo, la direttrice della Protezione Civile regionale, Rita Nicolini. In collegamento il vicepresidente dell’Ufficio Scolastico Regionale, Bruno Di Palma, Prefetti, sindaci e presidenti delle Province, rappresentanti di Anci e Upi.

Il numero dei profughi accolti a mercoledì in Emilia-Romagna è di 4.681. Di questi, 1.508 sono donne e ben 2.151 sono minori. Nelle ultime ore si è assistito a un consistente aumento degli arrivi. Solo 321 sono in carico alla Rete Cas, il resto attraverso un sistema diffuso di accoglienza. E’ prevista l’apertura di un Hub a Castenaso, capace di ospitare 150 persone. Fungerà da centro di accoglienza temporanea finalizzato alla collocazione sui diversi territori. Continua il massimo impegno per la ricerca del maggior numero di posti disponibile, in previsione di un aumento degli arrivi nei prossimi giorni se la crisi bellica non dovesse risolversi. Lo screening anti-Covid previsto su tutte le persone in arrivo entro le prime 48 ore ha riscontrato una positività dell’1,3% sui primi 900 tamponi effettuati.

"Ci tengo a ringraziare tutte le parti in causa per il massimo impegno dimostrato in queste ore - sono le parole di Bonaccini -. Si stanno moltiplicando le offerte di aiuto e assistenza da realtà pubbliche e private, la nostra Regione sta dimostrando ancora una volta un’eccezionale generosità. Il nostro sforzo, oggi, è quello di garantire accoglienza e assistenza a tutti coloro in fuga dalla guerra, in gran parte donne e bambini. A questo proposito, vogliamo aprire le nostre scuole ai ragazzi, le vittime più colpite da questo tremendo dramma: quello all’istruzione è un diritto fondamentale, non esiste modello di accoglienza degno di questo nome che non debba prevederlo".

Il sistema scolastico

Durante la riunione è stata condivisa la volontà di un inserimento, il più rapido possibile, dei minori nelle strutture scolastiche della Regione, d’accordo con quanto previsto dal Governo e dalle normative regionali e nazionali e in conformità con la circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione il 4 marzo. Il meccanismo dovrà innanzitutto prevedere a monte il censimento da parte delle Prefetture, per il tramite delle Questure, dei minori presenti nelle singole province. Il tutto in stretto coordinamento con l’Ufficio Scolastico Regionale che avrà il ruolo, d’intesa con i Comuni e gli enti locali, di definire le scuole di potenziale inserimento dei minori fino a 18 anni, il più possibile in prossimità della residenza temporanea.

In attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte del Governo, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado è comunque subordinata al rispetto di quanto prevede la normativa nazionale e regionale in ambito sanitario. In particolare, dopo che i bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina avranno ricevuto le vaccinazioni previste, saranno individuate le scuole di potenziale inserimento presso gli istituti scolastici in base all’età. Le scuole potranno poi attivare il supporto psicologico e quello linguistico. Per questo aspetto, il ministero dell’Istruzione ha già provveduto ad un primo stanziamento di 1 milione di euro a livello nazionale.

L’accoglienza

La Protezione civile regionale prosegue il supporto ai Comuni e alle Prefetture per l’accoglienza e l’assistenza dei profughi in stretto e costante raccordo con il Governo e la Protezione civile nazionale. Inoltre, come previsto da un decreto del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in veste di Commissario delegato per l’emergenza, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per - in caso di imprevisto e rilevante afflusso nei prossimi giorni - mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas (Centri accoglienza straordinaria) e nella rete Sai (Sistema di accoglienza di integrazione) non fossero più sufficienti.  

L’impegno sanitario

Presso gli hub vaccinali o altre strutture entro 48 ore dall’arrivo ai profughi, come prevedono le indicazioni nazionali, viene fatto il tampone Covid, garantendo la somministrazione del vaccino (prima, seconda o terza dose) su base volontaria; assicurate anche, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni per cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse).

Inoltre, viene rilasciato il codice Stp (Straniero Temporaneamente Presente) con validità sei mesi, eventualmente rinnovabile, che permette l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale conferendo gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso alle prestazioni sanitarie. In questo modo tutti i profughi potranno usufruire di qualunque servizio o prestazione sanitaria, secondo le regole e le modalità ordinarie.

Le persone risultate positive al Sars-Cov-2, saranno poste ad isolamento. Gli asintomatici o pauci sintomatici, che non fossero in grado di restare in isolamento presso l’alloggi cui sono stati destinati (per esempio quelli collocati nei Cas), saranno ospitati nei covid hotel fino alla negativizzazione. Le aziende sanitarie si faranno carico di eventuali necessità sanitarie dei profughi, sia attraverso la rete dell’assistenza primaria e delle Case della Salute (visite specialistiche, erogazione di farmaci, etc.), sia attraverso la rete ospedaliera.

In particolare, si stanno predisponendo percorsi per una prima ed immediata erogazione di farmaci che necessitano l’assoluta continuità di terapia (ad esempio insulina per i diabetici e psicofarmaci). La rete ospedaliera regionale è pronta ad accogliere quei pazienti oggi ricoverati presso strutture ucraine per cui si dovesse rendere necessario il trasferimento attraverso canali della protezione civile o del volontariato, sempre con il coordinamento della protezione civile.

L’Emilia-Romagna ha già inviato in Ucraina farmaci per un valore di 80.000 euro ed è pronta a rispondere ad altre richieste. La Direzione generale Sanità della Regione coordinerà inoltre eventuali azioni ed offerte di aiuto da parte del settore locale delle industrie farmaceutiche e delle ditte produttrici di tecnologie e beni sanitari, coordinandosi con la protezione civile.

Cosa sta facendo la Regione

Sono diversi gli interventi, in campo sanitario e sociale, che sono già stati attivati dalla Regione sin dall’inizio dell’emergenza. La Giunta ha messo a disposizione uno stanziamento iniziale di 50mila euro - dai fondi per la cooperazione internazionale - per rispondere con estrema urgenza ai bisogni di profughi e sfollati ucraini in transito nelle città di Lviv (Leopoli) e Chernivtsi, diretti in Polonia e Romania o destinati a raggiungere i familiari nel resto dell’Unione Europea.

Il bando, aperto fino alle ore 18 del 16 marzo, è rivolto a ong, onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali ed enti locali che potranno presentare un progetto sugli ambiti di intervento prioritario individuati dalla Giunta. Il sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, su proposta della Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop, costituita principalmente da pediatri, ma anche ematologi, oncologi, chirurghi, biologi, infermieri, psicologi) e della Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica (Ageop), ha predisposto un piano che mette a disposizione 20 posti letto (più eventualmente altri cinque di Day hospital) nei reparti di oncoematologia pediatrica delle strutture ospedaliere regionali.

La rete di aiuto conta cinque posti presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, cinque presso l’azienda ospedaliera di Parma supportata da Reggio Emilia, cinque in quella di Modena, due a Ferrara e tre a Rimini. La Regione è pronta a rispondere ad altre necessità che dovessero essere segnalate dalla Protezione civile e dalle associazioni umanitarie. La Regione, le Ausl e le Associazioni di psicologi esperti nel campo della Psicologia dell’emergenza hanno predisposto un piano emergenziale di intervento di supporto psicologico a chi fugge dalla guerra in Ucraina che coinvolgerà 150 psicologi.  Prosegue poi la raccolta fondi promossa dalla Regione Emilia-Romagna per l’assistenza e aiuti umanitari ai profughi. Chiunque può versare – indicando con chiarezza la causale “EMERGENZA UCRAINA” – al seguente Iban: IT69G0200802435000104428964. Dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1BA2. Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna.

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