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Cronaca

Accusato di associazione a delinquere, Gnassi: "Sono a posto con la mia coscienza"

Il sindaco di Rimini, indagato insieme ad altre 33 persone per il fallimento di Aeradria, si affida a una nota stampa per spiegare la situazione

Arriva con una nota stampa la dichiarazione del sidnaco di Rimini, Andrea Gnassi, finito indagato insieme ad altre 33 persone per il fallimento di Aeradria. Per il primo cittadino, le accuse sono quelle di associazione a delinquere finalizzata alla truffa di erogazioni pubbliche e, anche nei suoi confronti, è stato spiccato un mandato di sequestro da 749mila euro. “Questa mattina, prima di partire per Roma per un importante incontro su canoni pertinenziali e beni demaniali, mi è stato notificato un decreto di sequestro dei beni in ordine alla vicenda Aeradria - scrive Gnassi nel comunicato stampa. - Nell’atto, insieme al mio, ci sono i nomi di altri 33 indagati tra amministratori societari, ex sindaci e sindaci in carica, privati, presidenti e ex presidenti di associazioni di categoria, ex presidenti di Provincia, cittadini. Lo stato d’animo e il mio giudizio non cambiano rispetto a quanto dichiarato circa un mese fa alla notizia dell’ipotesi di reato di ‘associazione a delinquere’ dal 2005 al 2013. Lo stato d’animo è quello di chi si sente a posto con la propria coscienza, avendo sempre e costantemente agito con atti e iniziative alla luce del sole per tutelare e salvaguardare un’infrastruttura strategica per il nostro territorio come l’aeroporto. E non muta il mio giudizio. Trovo l’accusa di appartenere a una ‘associazione a delinquere’ così totalmente infondata, financo abnorme, da apparire inaccettabile e umiliante allo stesso tempo. Credo di non apparire eccessivo se dico che ‘leggere’ alla stregua di una cupola criminale (addirittura pensata nel 1999 e architettata propulsivamente da ‘registi’ istituzionali nel 2005), un rapporto di governance pubblico/privata lineare per sostenere l’aeroporto di Rimini - va detto, al pari di molte altre realtà nazionali e europee - sia qualcosa di più simile a un teorema che a un atto di accusa.

"Associazione a delinquere - prosegue - con una gestazione e esecuzione lunga quasi 15 anni per sostenere e rilanciare una infrastruttura pubblica fondamentale per l’economia del territorio, decine di persone diverse coinvolte tra cui 4 sindaci in carica, nessuno che ci abbia guadagnato un euro: sono queste e molte altre le cose che lasciano perplessi, pur rispettando il difficile compito degli investigatori. Ai quali, se mi si permette, andrebbe fatto semmai un appunto sul metodo di interpretare leggi e garanzie, preferendo da due anni a questa parte (due anni in cui, nonostante lo screditamento continuo, non sono mai stato sentito da alcuno sui fatti in questione) il lampo mediatico ad annunciare il tuono agli interessati. In ogni caso, ho giù consegnato al mio legale di fiducia il decreto per la sua analisi e per la richiesta di riesame ai giudici del Tribunale.”.

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