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Cronaca

Acqua, al via un progetto di potenziamento delle falde del Marecchia

Potenziare la capacità ricettiva delle falde idriche del fiume Marecchia per da incrementare la quantità di acqua immagazzinata da utilizzarsi in caso di fabbisogno estivo.

Potenziare la capacità ricettiva delle falde idriche del fiume Marecchia per da incrementare la quantità di acqua immagazzinata da utilizzarsi in caso di fabbisogno estivo. È questo l’obiettivo di una sperimentazione biennale che partirà nei prossimi mesi nel lago denominato “In.Cal System”, una vecchia cava situata lungo il fiume Marecchia al confine tra Rimini e  Santarcangelo.  Una sperimentazione che sarà gestita da un gruppo di lavoro regionale che sovrintende alla gestione dell’emergenza idrica.

Da diversi anni il territorio della provincia di Rimini, e più in generale tutto quello romagnolo, è caratterizzato da stagioni estive di spiccata siccità, con ripercussioni in tema di approvvigionamento idrico potabile anche nell’area del riminese dove le fonti di alimentazione sono costituite dalla diga di Ridracoli e dalle falde della conoide del Marecchia. Tali falde hanno la funzione strategica di “riserva idrica” qualora Ridracoli vada in crisi come è successo nell’estate del 2007, garantendo in tal modo al nostro territorio una autonomia maggiore, rispetto alle province confinanti, dal bacino di Ridracoli. Per questo la Regione Emilia Romagna ha ritenuto di particolare interesse avviare un intervento in grado di potenziare le modalità alternative di approvvigionamento idrico da adottarsi per fronteggiare un’eventuale emergenza attraverso un maggior utilizzo di acqua immagazzinata nella conoide del Marecchia.

Nello specifico la sperimentazione consiste nel far defluire all’interno del lago un volume di acqua stimato, attraverso il canale dei Mulini gestito dal Consorzio di Bonifica della Romagna, e monitorare l’andamento dei livelli piezometrici dei pozzi e piezometri presenti a valle. La sperimentazione coinvolgerà la Provincia di Rimini, il Comune di Rimini e il Consorzio di Bonifica della Romagna. “Condividiamo la filosofia di questo intervento sperimentale- commenta l’assessore all’Ambiente della Provincia di Rimini, Stefania Sabba-. Dopo lo studio precedentemente realizzato dalla Regione, si misurerà sul campo l’efficacia di questo strumento che, vista anche la particolare connotazione socio-economica, mira a dare risposte significative a problemi che hanno incidenza profonda per il territorio riminese”.

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