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Cronaca

Addio all'architetto Campos Venuti, disegnò la Rimini dei parchi e i Peep

Ha insegnato nelle università italiane, in Francia, Spagna e in California

Si è spento domenica a 93, a Roma, l'architetto Giuseppe Campos Venuti. Mercoledì 2 ottobre alla Sala Rossa di Palazzo d’Accursio a Bologna, dalle 11 alle 15, sarà allestita la camera ardente. Architetto e urbanista, aveva firmato a Rimini il piano dell’edilizia pubblica economica e popolare del 1964 e il piano regolatore generale del 1965 sotto l’amministrazione del sindaco Walter Ceccaroni. Si devono a lui i parchi Marecchia e Ausa

A ricordarlo anche il presidente dell’Inu Michele Talia in una dichiarazione afferma  che “la scomparsa di Giuseppe Campos Venuti – per tutti noi ‘Bubi’ in ricordo del suo passato di giovanissimo partigiano – lascia un grande vuoto nella cultura urbanistica e civile non solo del nostro Paese. Già dai primi anni del secondo dopoguerra la capacità di combinare sapientemente l’energia del militante, il carisma del docente universitario e il talento del pianificatore lo hanno reso protagonista, al tempo stesso potente e poliedrico, del dibattito urbanistico. In questo modo egli ha saputo interpretare in modo originale la vocazione riformista delle generazioni di amministratori, progettisti e cittadini che hanno attraversato la nostra storia repubblicana. L’Istituto Nazionale di Urbanistica, che può vantarsi di averlo avuto come dirigente, Presidente nazionale e Presidente Onorario, ne piange la scomparsa e s’impegna a custodirne l’eredità intellettuale e a diffonderne l’insegnamento”.

Il personaggio

Giuseppe Campos Venuti nasce a Roma il 3 agosto 1926. Entra giovanissimo nella resistenza a soli 17 anni, collaborando con i Servizi strategici della 5a Armata Americana. Il suo nome di battaglia è “Bubi”, nomignolo da bambino che lo ha accompagnato lungo tutta la sua vita. Finita la guerra si iscrive alla Facoltà di Architettura dove si laurea, scegliendo l’urbanistica come sua professione. Milita nel Partito Comunista Italiano, nelle cui liste si candida come consigliere comunale nel 1960 a Roma. In quello stesso periodo, Mario Alicata gli propone di andare a Bologna per occuparsi delle politiche di crescita e di sviluppo della città, dove diverrà assessore all’Urbanistica nel dicembre 1960 con sindaco Giuseppe Dozza.

A Bologna, Campos Venuti sviluppa una strategia di intervento sulla città graduale e condotta su linee diversificate: la tutela e il recupero del centro storico; la variante per la difesa della collina; la costruzione di quartieri destinati ai lavoratori e alle classi popolari in zone adiacenti al centro; la previsione della nuova sede della Fiera e del quartiere degli affari a Nord della città; la predisposizione del piano intercomunale con i quattordici comuni più vicini al capoluogo e la soluzione della tangenziale complanare, una innovativa soluzione mista di corsie urbane e a pagamento sull’anello di transito automobilistico intorno alla città. Una politica municipale di riformismo urbanistico che porta Bubi Campos, e Bologna, a rivestire un ruolo di visibilità nazionale, che successivamente lo vedrà protagonista in moltissimi e delicati luoghi e snodi dell’urbanistica italiana. In un periodo di grande fermento politico, il riformismo urbanistico di Campos Venuti si innesterà nel processo di rinnovamento della politica delle città e del dibattito urbanistico italiano. La lotta contro la rendita fondiaria e immobiliare, come motore della trasformazione dei suoli e degli immobili, insieme alla necessità di difendere e rispettare l’ambiente alla scala delle città e dei territori saranno alla base delle scelte che influenzeranno tutto il suo percorso culturale scientifico e professionale, con una coerenza che si rinnovava intorno ad ogni nuovo impegno.

Nel 1962 cura la parte urbanistica alla Nota aggiuntiva programmatica del ministro del bilancio Ugo La Malfa; contribuisce agli studi confluiti nel “Progetto 80” di Giorgio Ruffolo, che aveva come oggetto il proseguimento delle riforme della programmazione economico-territoriale nazionale; cura i lavori preparatori alle leggi e decreti urbanistici per conto del ministero dei lavori pubblici.In questo periodo lavora dentro l’INU anche per la formazione del primo progetto di riforma urbanistica nazionale (1963) e per le successive leggi di riforma parziale. Il lungo impegno nell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha inizio già da studente e specialmente dopo la laurea, quando inizia la carriera universitaria presso la cattedra di Urbanistica, e prende forma negli anni in cui Adriano Olivetti è presidente. Membro del Consiglio direttivo della Sezione Laziale dal 1959 al 1960, entrerà nel Consiglio direttivo nazionale (1961-68) e nella Giunta esecutiva (1964-68). Dal 1990 diviene Presidente Onorario dell’Istituto nazionale di urbanistica e successivamente presidente effettivo, dal 1992 al 1993. Dal 1993 al 2007 è stato anche membro del Consiglio direttivo della Sezione Emilia-Romagna.
Dopo la stagione amministrativa bolognese, Campos si dedica all’insegnamento come professore di urbanistica al Politecnico di Milano dove insegnerà dal 1968 al 2001. Nel 1967 pubblica il libro ‘Amministrare l’urbanistica’, che consegue un notevole successo editoriale e sarà anche tradotto in diverse lingue e poi seguito nel tempo da numerose altre pubblicazioni.

Nel 1984 è visiting professor a Berkeley, Università della California; insegna anche in corsi di specializzazione in Italia, Spagna e Francia. Nel 1985 partecipa alla ricostruzione di Città del Messico dopo il terremoto, in una commissione internazionale nominata dall’ONU. Dal 1970 al 1975 è consigliere nella prima legislatura della Regione Emilia-Romagna, presidente della Commissione urbanistica e assetto territoriale. Nel 1980 è consulente della Regione Emilia-Romagna per il Piano territoriale e nel 1986 contribuisce al Piano paesistico regionale.
Non ha mai avuto uno studio professionale privato, lavorando sempre come consulente di amministrazioni pubbliche. L’attività professionale lo ha visto consulente per numerosi piani regolatori comunali fra i quali quelli di Bologna, Firenze, Modena, Rimini, Pavia, Ancona, Padova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Cuneo, Ivrea e Potenza. Consulente del piano regolatore di Madrid negli anni Ottanta e del piano regolatore di Roma approvato nel 2006.

Più recentemente era tornato anche ad operare in Emilia-Romagna, a Reggio Emilia, a Monteveglio, a Rimini e Molinella. Molti i premi e i riconoscimenti nella sua lunga carriera. Nel 1996 riceve la laurea honoris causa dall’Università di Valladolid e sempre la Spagna nel 2004 gli dedica un Homenaje, una raccolta di alcuni suoi scritti dal titolo ‘Urbanesimo’. Nel 1998 riceve il premio della Fondazione Cervia per l’ambiente; nel 1999 è insignito della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della scienza e della cultura. Nel 1999 è consulente dei Ministeri Lavori Pubblici e Bilancio per lo studio di fattibilità dei collegamenti tra la Sicilia e il continente. Dal 2000 al 2001 viene nominato Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Negli anni Duemila ritorna ad impegnarsi per il nuovo progetto di riforma urbanistica non riuscito negli anni Novanta e ancora oggi, contribuendo finalmente al successo delle prime riforme urbanistiche regionali, tra cui quello della regione Emilia-Romagna.

La vasta produzione scientifica testimonia un’impegnata e continua battaglia culturale. Tra le sue numerose pubblicazioni possono essere qui ricordate solo alcune tra le più importanti, che ne suggeriscono il percorso culturale e l’impegno professionale: la già citata, Amministrare l’urbanistica (Einaudi), sulla rendita urbana e la socializzazione disciplinare, Urbanistica incostituzionale, sulla battaglia legislativa degli anni Sessanta; La terza generazione dell’urbanistica (Franco Angeli) e Urbanistica e austerità (Feltrinelli), che affrontano i nuovi contenuti nelle città e nel territorio; Antologia dell’urbanistica riformista (Etas Libri); Cinquant’anni di urbanistica in Italia (Laterza), che offrono un punto di vista più generale della sua riflessione scintifico disciplinare; infine Città senza cultura (Laterza) il libro-intervista dell’amico-allievo Federico Oliva, insieme al quale ha condiviso un lungo percorso politico, scientifico e professionale. Amava definirsi un “Bolognese di Roma”, tanto che nel 2006 il Comune di Bologna gli ha conferito l’alto riconoscimento del Nettuno d’oro, premio dedicato a chi contribuisce in modo determinante alla crescita e allo sviluppo della città.

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