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Cronaca Cattolica

Al Cervesi di Cattolica intervento con protesi di spalla "custom made"

L'arto artificiale appositamente disegnata sulla base della TAC della paziente realizzato utilizzando una stampante in 3D

In Ausl Romagna è stato recentemente effettuato con successo dall’unità operativa di Chirurgia della Spalla dell’Ospedale Cervesi di Cattolica, diretta dal dottor Paolo Paladini, un complesso e innovativo intervento chirurgico di revisione di protesi di spalla con l’uso di una protesi costruita su misura (custom made). La paziente era già stata operata nel 2009 per una grave artrosi gleno-omerale e le era stata impiantata una protesi anatomica di spalla che negli anni aveva funzionato regolarmente senza alcun problema. “Negli ultimi tempi – spiega il dottor Paladini - la paziente aveva manifestato un dolore ingravescente associato a una progressiva perdita di funzione con rumori preternaturali durante i movimenti della spalla. Da un esame radiografico era stato riscontrato un anomalo riassorbimento della componente glenoidea, composta da una parte in polietilene e una parte in metallo, con un ampio danno osseo della scapola. Normalmente – continua il primario - la soluzione di tale problematica consiste nell’effettuare un nuovo intervento di revisione protesica sostituendo la protesi anatomica con una protesi inversa ma, in questo caso particolare, la rimozione della protesi glenoidea avrebbe portato a una perdita ossea della scapola tale da impedire qualsiasi impianto di una protesi standard”.  

Si è allora pensato di costruire una protesi “ad hoc”, appositamente disegnata sulla base della TAC della paziente. La protesi – spiega Paladini -  è stata realizzata con il supporto di una nota azienda costruttrice italiana tramite un’innovativa stampante 3D, in grado di stampare direttamente in metallo una protesi ‘custom made’ che si adattasse al danno osseo della paziente permettendo uno stabile ancoraggio all’osso. Sono stati prodotti diversi componenti di prova, in plastica, che permettessero la valutazione del danno osseo e l’adattabilità della protesi e dopo aver verificato la fattibilità del progetto si è passati alla fabbricazione dell’impianto”.  

“Il reparto di Chirurgia della Spalla e del gomito dell’Ospedale di Cattolica ha sempre vantato un approccio all’avanguardia nei propri interventi – commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini -, tanto da essere punto di riferimento anche per atleti di livello nazionale ed internazionale che si sono operati al ‘Cervesi’. Ma allo stesso tempo offre i medesimi livelli di performance e di innovazione a tutti i pazienti. D’altra parte la sanità dell’Emilia Romagna da sempre si contraddistingue per l’elevato livello delle prestazioni che è in grado di offrire a tutti i malati che ne hanno bisogno. Questo intervento, che utilizza l’innovativa tecnica della ‘stampa’ di protesi in 3D, va esattamente in questa direzione”.  

L’impianto è avvenuto tramite un intervento chirurgico reso possibile grazie alla collaborazione di tutta l’équipe medica composta da Carlo Alberto Augusti, Francesco Fauci, Giovanni Merolla, Antonio Padolino, Anna Maria Ricci, Marco Saporito e dall’équipe infermieristica composta dagli infermieri Roberti Francesca, Giuseppe Romano e Gigliola Dini e dall'anestesista Gian Marco Parlapiano. L’intervento è stato suddiviso in due fasi, una prima, nella quale è stata rimossa la protesi precedente, con particolare riguardo alla parte scapolare per evitare ulteriori danni ossei, e una seconda fase dove è stata impiantata la protesi inversa definitiva. Il corretto impianto della protesi è stato verificato con le radiografie effettuate immediatamente dopo l’intervento. “La paziente – conclude il dottor Paladini - è in ottime condizioni cliniche generali e ha già cominciato il programma riabilitativo a domicilio”. 

“Si tratta – afferma il direttore sanitario di Ausl Romagna Mattia Altini - di un nuovo importante traguardo per la nostra Azienda, in particolare per l’ospedale di Cattolica e l’Unità Operativa di chirurgia della spalla che ha sviluppato negli anni conoscenze ed esperienza che l’hanno portato ad essere un punto di riferimento nazionale per queste particolari situazioni cliniche”. 

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