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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'allarme di Confcommercio: "Nel settore della ristorazione regna troppo abusivismo e tolleranza"

Il presidente Callà: "La situazione sta degenerando e c’è chi dà libero sfogo alla fantasia facendo ogni giorno un passo più in là, come i laboratori di pasta fresca che si inventano ristoranti a cielo aperto"

“In questa estate 2022 che sta viaggiando spedita verso il Ferragosto, tra le tante note liete per il nostro turismo che, numeri alla mano, sta tornando ai livelli pre-Covid, ce n’è una che continua invece ad essere stonata. È il fenomeno dell’abusivismo – spiega il presidente di Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini, Gaetano Callà - che nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, in particolar modo quello legato alla ristorazione, continua ad essere dilagante. L’elenco è come al solito lunghissimo e anno dopo anno si arricchisce di nuove forme: sagre non autentiche, artigiani che somministrano, agriturismi veri solamente nel nome, circoli privati che sono a tutti gli effetti ristoranti o discoteche, spiagge apparecchiate con centinaia di coperti e con banconi bar che spuntano qua e là, street food e food track ad ogni evento pubblico e privato, home restaurant con poche regole e zero controlli, pranzi e cene nei campi. Discorsi fatti e rifatti, ma che non hanno ancora trovato soluzione".

E aggiunge: "Anzi, la situazione sta degenerando e c’è chi dà libero sfogo alla fantasia facendo ogni giorno un passo più in là: laboratori di pasta fresca che si inventano ristoranti a cielo aperto, piadinerie con spazi esterni a sedere quattro volte più grandi dei locali stessi, organizzatori che cercano di aggirare l’ostacolo della regolamentazione utilizzando catering per mettere in piedi cene da centinaia di commensali in aree che non sarebbero idonee alla somministrazione".

"In mezzo a tutto questo i nostri ristoratori continuano invece a dover sottostare a miriadi di leggi, regole, regolamenti, autorizzazioni e burocrazia asfissiante a cui si sommano costi di gestione arrivati a livelli insostenibili e un potere d’acquisto del consumatore sempre più contratto che queste offerte parallele sottraggono al circuito strutturato, chiedendo cifre spesso anche elevate. Purtroppo la tolleranza è tanta, mentre riteniamo che questa sia una rotta da invertire, pena la chiusura dei ristoranti quelli veri, quelli che tengono alta la qualità e l’offerta turistica di un territorio che non può fare a meno della sua enogastronomia d’eccellenza e che faticano più che mai a rimanere in equilibrio tra costi e ricavi".

"La proliferazione dei minimarket ha inoltre generato una dequalificazione pericolosa producendo la perdita di identità di molte aree con elevati flussi turistici e pesanti ripercussioni negative sull’economia, sul decoro, sulla sicurezza e ancor più sulla salute in particolare dei più giovani".

Conclude Callà: "Insomma, questa è una nuova estate in cui sul nostro territorio tutti fan tutto e dove il ristoratore può solo continuare a masticare amaro e a lavorare, ma a testa alta sperando che prima o poi qualcuno metta mano a questa jungla dove l’abusivismo dilaga senza che nessuno faccia nulla o, peggio ancora, che sia tollerato nel nome del così fan tutti. Reclamiamo a gran voce che anche nella somministrazione di alimenti e bevande valga il principio dell’economia sana, ovvero: stesso mercato, stesse regole. Non ci sembra di chiedere la luna”.

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