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Cronaca

Allarme vaccinazioni, Gloria Lisi: "Rimini sotto la soglia di sicurezza"

Il vice sindaco con delega alla Protezione Sociale illustra i dati della città, "Una tendenza molto preoccupante"

Un allarme sul pericoloso calo delle vaccinazioni quello lanciato dal vice sindaco di Rimini, Gloria Lisi, con delega alla Protezione Sociale che dopo l'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha definito "sconsiderato" chi critica i vaccini, illustra i dati riminesi. A Rimini il picco negativo si è toccato negli ultimi due anni rilevati, il 2014 e il 2015, con rispettivamente l'87,3% 87,5% di copertura, e comunque mai sopra il picco “virtuoso” del 93% nel 2012. Il 2014 e il 2015, in attesa dei dati più recenti, sono anche i primi due anni in cui anche la media regionale scende per la prima volta sotto il livello fatidico del 95% (94,5% e 93,4% rispettivamente). Una tendenza costante che preoccupa e su quale non sono più rinviabili interventi forti in grado di contrastare questa preoccupante parabola.

"Le belle e importanti parole - spiega la Lisi - spese ieri sul tema delle vaccinazioni dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella mi dà l'occasione di intervenire con un mio personale appello a cui vengono in sostegno anche alcuni dati sull'andamento dei vaccini nel territorio riminese. Il punto di partenza non può che essere questo: la salute è un tema sociale e come tale va affrontato. Da questo assunto deriva la responsabilità non solo individuale ma anche sociale su temi rilevanti come quello dei vaccini. Su questo aspetto ha fatto forza ieri il presidente Mattarella anche per contrastare la disinformazione basata su “sconsiderate affermazioni prive di senso”. Spesso questa trova terreno fertile sul web, mentre andrebbe ripresa una informazione scientifica su larga scala per informare tutti sui reali rischi delle mancate vaccinazioni, sia per chi sceglie di non farle, ma anche per le persone su cui ricade una scelta non loro. In gergo si fa riferimento alla “immunità di gregge”, in maniera virtuosa, quando vaccinando i nostri piccoli, mettiamo al sicuro anche i compagni di classe più deboli, che magari non possono essere protetti per deficit al sistema immunitario".

"Questa immunità - prosegue il vice sindaco - è sempre più messa in crisi dalle defezioni ai vaccini obbligatori che, oltre chi non le fa, espone a potenziali malattie anche chi gli vive intorno, a partire dagli asili, dalle scuole. Un rischio che una comunità non può e non deve permettersi. Sulla salute pubblica, concordo nuovamente con Mattarella, è arrivato il momento di essere rigorosi e forti nella tutela della collettività, senza zone grigie, con una presa di posizione forte a sostegno dei motivi scientifici, sociali e sanitari a supporto delle vaccinazioni. Per questo sono personalmente in continuo aggiornamento con Istituzioni, Ordini, Associazioni e soprattutto con l'Ausl Romagna, molto attiva e vigile in materia, per monitorare in tempo reale gli sviluppi dei trend sui vaccini della nostra provincia che è, come noto, tra quelle con il rapporto obiettori/popolazioni più alto a livello nazionale. I dati infatti parlano molto chiaro. Dal 2010 ad oggi la percentuale di copertura dei vaccini in Emilia Romagna è costantemente sotto la media nazionale e, soprattutto, sotto il livello di sicurezza, individuato nel 95%".

"È bene ricordare - conclude la Lisi - ad esempio come già a 2 mesi di vita il sistema immunitario del bambino sia in grado di rispondere alla vaccinazione; ogni ritardo nell’inizio delle vaccinazioni prolunga solo il periodo in cui è esposto alle infezioni che è possibile prevenire. Inoltre alcune malattie come la pertosse e la meningite da emofilo b, che sono particolarmente gravi proprio nel primo anno di vita, stanno rialzando la testa; solo nel primo semestre 2016 i numeri di casi sospetti avvicinano quelli che precedentemente si verificavano nell'arco temporale di un anno. E’ quindi indispensabile che i bambini vengano vaccinati tempestivamente affinché siano protetti il prima possibile. Quali possono essere allora le contromisure? La consapevolezza è che siamo di fronte ad una “guerra di civiltà” in cui la posta in palio è la salute sociale di una comunità intera, e non solo dei più deboli. In tutta la regione Emilia Romagna c'è grande fermento e attenzione, nonché attesa per l'esito finale della proposta di legge regionale per imporre la certificazione vaccinale per chi si iscrive agli asili. Una proposta su cui non posso che essere favorevole. Anche la federazione degli Ordini dei Medici sta correndo ai ripari con un'azione dissuasiva nei confronti dei loro iscritti che obiettano, che sta già portando a livello nazionale ai primi richiami. L'appello che rinnovo è quello di affidarsi prima di tutto all'esperienza scientifica del nostro pediatra, diffidando di certa informazione di dubbia provenienza e scarsa attendibilità che circola sul web. Nelle direzioni della Ausl Romagna, e nei medici riminesi, sto cogliendo un impegno forte e convinto in questa direzione, una abnegazione anche personale di cui li ringrazio pubblicamente. Si tratta di piccoli ma importantissimi segnali di quella che deve essere prima di tutto una inversione di tendenza culturale, in grado di riportare i fondamentali della sanità pubblica in linea con quelli di un paese moderno, inclusivo, tutelante e sicuro". 

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