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Cronaca

"Almeno 2 anni per gestire il post emergenza", il comune studia il nuovo volto della città

In campo una serie di aiuti: sconti per chi abbassa gli affitti degli immobili e suolo pubblico gratuito per aumentare gli spazi dei locali

Si è tenuta nella mattinata di venerdì la viedeoconferenza degli assessori Jamil Sadegholvaad e Roberta Frisoni per fare il punto sulla ripartenza dal punto di vista degli operatori economici. "Tutti - ha spiegato Sadegholvaad - ci stanno chiedendo quali saranno le disposizioni per riaprire: dai parrucchieri ai ristoratori, passando per albergatori e bagnini, si interrogano sulle misure alle quali dovranno ottemperare. C'è tanto desiderio di ripartire e, proprio per questo, stiamo studiando le regole". Il Comune di Rimini si sta già attivando per gestire quello che accadrà nei prossimi mesi anche se, come ha sottolineato l'assessore Frisoni, "Serviranno almeno 2 anni per gestire il post emergenza". Tra le idee emerse per aiutare le attività economiche, e allo stesso tempo garantire la distanza sociale, c'è quello di fornire gratuitamente il suolo pubblico in maniera tale da realizzare dei dehors che permettano di ampliare la capacità ricettiva dei locali in un periodo in cui i tavoli dovranno essere distanziati. Allo studio, inoltre, uno sconto sulle tasse comunali per i proprietari degli immobili che abbasseranno gli affitti. Sadegholvaad, poi, ha spiegato di come sia stato avviato un tavolo con Hera per la questione sulla tassa dei rifiuti che, per le attività economiche chiuse, potrebbe venire rimodulata in base al periodo che ha visto le saracinesche rimanere abbassate. Quello che è certo, come ha spiegato l'assessore Frisoni, è che la città e la sua mobilità cambieranno per venire incontro alle nuove esigenze dettate dalla modifica dei comportamenti.

L’orizzonte della cosiddetta Fase 2 (graduale ripartenza) – hanno detto questa mattina in conferenza stampa l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad e l’assessore al Demani Roberta Frisoni illustrando le idee che il Comune di Rimini sta mettendo in campo per la cosiddetta “Fase 2” - e quelle successive si preannuncia inedito per il tessuto socioeconomico riminese e per le sue imprese e aziende. Per questo occorre già oggi pensare a forme di sostegno e di accompagnamento alla ripresa economica fuori dai classici schemi, strettamente intrecciati alle modalità stesse che verranno stabilite dal Governo in ordine alla riapertura dei pubblici esercizi attraverso primariamente il rispetto di nuove forme di distanziamento fisico.”

Il Comune di Rimini, oltre alle modalità di supporto e aiuto più canoniche e già avviate (es. no tax area ad incidere sugli affitti degli immobili, sospensione fino al 31 luglio dei tributi principali), propone un inedito pacchetto di misure che fanno leva su un nuovo modo di fruire la città e i suoi pubblici esercizi, dal mare, al centro, alla fascia territoriale al di là della Statale 16, consentendo la ripresa delle attività, nella piena sicurezza di un contesto smart perché evita naturalmente la densificazione. ‘Rimini Open Space’ è il programma di opportunità per le attività e i pubblici esercizi del territorio che offre un nuovo modo di vivere la città, ‘allargandone’ gli spazi, consentendo il distanziamento e relazioni in sicurezza e dando più certezze per la ripresa a più di 2.000 attività che, direttamente o da indotto, danno lavoro a oltre 20 mila persone. In sintesi ecco le proposte di ‘Rimini Open Space’:

SPIAGGIA: Fruibilità con delivery (pranzo e cena sotto l’ombrellone) dalle ore 12 alle ore 24. Possibilità di mangiare in spiaggia fino a tarda sera, ‘allungando’ gli orari di fruizione della parte a mare.
PARCHI: favorire fruibilità in sicurezza con delivery, piazzole, spazi e strutture per pc nic distanziati, disponibilità ad ospitare all’aperto l’attività della palestre cittadine
NUOVO SUOLO PUBBLICO: più spazio ai pubblici esercizi, dando ai clienti di tornare agli incontri e all’utilizzo della città in totale sicurezza. Messa a disposizione gratuitamente di più metratura per occupazioni suolo pubblico in tutta la città, dal mare al centro storico, alle aree periferiche della città. Una possibilità per le aree più conosciute (triangolone, piazza Tripoli, piazza Pascoli, piazzale Gondar) e in generale per tutte le aree diffuse in corrispondenza dei locali e dei negozi di vicinato. Si potrà partire con sperimentazioni per allargare gli spazi per vetrine, negozi, passeggiate, anche rimodulando temporaneamente assi stradali (esempio, i viali delle Regine). In definitiva, si tratta di una sorta di Cosap 2, completamente gratuita, a garanzia delle imprese e a tutela di residenti e turisti.
DEHORS: Verrà formalmente richiesto dal Comune di Rimini a Prefettura e Soprintendenza di sostenere, accompagnare, monitorare queste nuove misure. Sui de hors, essendo strutture reversibili, verrà richiesto si possa estendere l’autorizzazione a durata biennale, passando così dalla logica della temporaneità stretta alla logica della gestione di processi in una fase ancora emergenziale. Più spazi per avere meno contagi 

Il lavoro su ‘Rimini Open Space’ viene accompagnato in questi giorni dall’attività di analisi e ipotesi di rimodulazione su Cosap e parte variabile della Tari. Un monitoraggio sui tributi che rientra nel programma di traslazione dei versamenti e dei pagamenti da parte di imprese e cittadini che ha già visto il Comune di Rimini ‘congelare’ almeno fino al 31 luglio i versamenti tributari. Ciò in attesa delle decisioni e delle decretazione del Governo circa il sostegno ai Comuni e agli Enti locali, anch’essi pesantemente colpiti dalla pandemia in termini di mancati introiti, e che hanno richiesto all’Esecutivo centrale un fondo di sostegno di almeno 5 miliardi di euro. Nell’attesa, e in questa fase ancora incerta per quanto riguarda le garanzie, il Comune di Rimini ha già consolidato un impegno finanziario e di bilancio di oltre 25 milioni di euro per non pesare sulle tasche di cittadini, famiglie, associazioni e imprese. Si ricorda inoltre la ‘no tax area’ Grazie alla quale i proprietari di immobili a destinazione commerciale o produttiva possono ottenere un contributo economico sulla base dell’IMU versata a fronte di una riduzione del canone di affitto alle imprese non inferiore al 20%, contributo che copre l’intero valore dell’Imu se la riduzione del canone supera il 30%.

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