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Cronaca

Alpini, presunte molestie alle donne. Il dossier finisce su internet: 100 racconti di una infinita querelle

Pubblicate le testimonianze, dal "uno mi aveva messo la mano sul seno" al "guarda che bella gattina". Ma il fiume di denunce non c'è. Le femministe: "Non deve per forza passare da un tribunale per avere valore"

Oltre 100 testimonianze. Ora il dossier contenente le segnalazioni, sulle presunte molestie alle donne durante l’Adunata Nazionale degli Alpini di Rimini, viene pubblicato su Internet. A diffonderlo è il gruppo Non Una di Meno Rimini. La lunga querelle si arricchisce così di una nuova puntata. C’è la testimonianza della rider, che mentre lavorava sostiene “uno mi aveva messo la mano sul seno”. Un’altra ragazza: “Ci hanno offerto da bere e questo ha fatto credere ad uno di avere il consenso di palpare il sedere a una mia amica”. E’ un fiume, tutto dello stesso tenore, c’è chi si lamenta delle avance: “Voi donne ce l’avete d’oro, servite solo ad aprire le gambe”. Molte testimonianze lamentano cat-calling, dal “hei bella” al “guarda che bella gattina”.

Tutto si è innescato dal quel sabato 7 maggio, quando alcuni media nazionali hanno iniziato a riportare alcune testimonianze raccolte dall'account Instagram di Non una di Meno Rimini. In poche ore la notizia arriva su tutti i media, con interventi anche da parte di volti vip della tv tra chi accusa di molestie e chi parla di semplice goliardia. Un polverone su cui interviene pure l’allora ministro alla Difesa Lorenzo Guerini che dice “I comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi. Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti”. E mentre le denunce in Procura non corrispondo affatto alla mole di segnalazioni oggi rese pubbliche dal gruppo autodifesa transfemminista, lo scorso 15 settembre il presidente dell’Ana Sebastiano Favero dichiara: “Siamo finiti in un tritacarne che getta solo fango sugli Alpini”. Fino a inizio settembre risulta depositata in Procura una sola denuncia, che nel mese di luglio va verso l’archiviazione perché “gli autori sono rimasti ignoti dal momento che gli elementi non hanno consentito di indicarli".

Proprio quando il caso sembra sgonfiarsi, il portavoce dell’Ana, Massimo Cortesi, spiega che l’Ana si muoverà “con querele indirizzate a chi ha pesantemente diffamato l'Ana”. Poche ore dopo si apprende che sarebbero state depositate altre 10 denunce, querele presentate ai primi di agosto allo scadere dei 90 giorni previsti dalla legge per fare questi atti.

Ora Non una di Meno, in un comunicato stampa, spiega il perché della pubblicazione on line del dossier Oltre l’Adunata con le testimonianze: “Uno strumento che speriamo funga da monito affinché, tramite azioni di riduzione del danno e una diversa gestione dell'ordine pubblico, non si ripetano più simili episodi non soltanto alle prossime Adunate degli Alpini ma in generale a ogni grande evento che si terrà nella nostra così come in altre città”.

Infine Non una di Meno sostiene sui fatti che non sono scaturiti in un fiume di querele quante invece sono state le testimonianze: “Prendiamo parola dopo alcuni mesi di silenzio stampa durante i quali non siamo state con le mani in mano ma abbiamo proseguito con il lavoro di ascolto di testimoni e vittime, di raccolta delle memorie, di supporto legale per chi ha espresso volontà di denunciare le violenze subìte durante l'Adunata. Mesi in cui abbiamo preferito creare un clima distensivo sulla faccenda, per mettere le donne e le soggettività lgbtq+ della nostra città nella condizione di poter valutare con serenità se dare continuità legale alla propria denuncia pubblica. Denuncia che, lo ribadiamo, non deve per forza passare da un tribunale per avere valore, per essere accreditata”.

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