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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ambiente e salone Key Energy, la ministra De Micheli: "Il Governo investe sul trasporto sostenibile"

A Rimini il primo rifornimento di biometano liquefatto in Italia. Il punto su fotovoltaico, agricoltura e "proroga del superbonus al 2023"

Il Governo ha investito oltre 12 miliardi per rendere il trasporto pubblico locale più sostenibile e di qualità. Lo ha detto la ministra dei trasporti Paola De Micheli, intervenuta giovedì pomeriggio a un webinar di Key Energy Digital Edition di Italian Exhibition Group dedicato alla mobilità elettrica. Due le voci principali nel sostegno al TPL: creazione di nuove linee dedicate al trasporto veloce di massa e acquisto di autobus a basse emissioni inquinanti, principalmente elettrici. “Queste risorse sono centrali per avviare un cambiamento negli spostamenti – ha detto la ministra, ma per incidere realmente occorrerà individuare un nuovo modello organizzativo della mobilità nelle città”. “La crisi del TPL è evidenziata anche dai dati provenienti dal CNEL, secondo i quali nell’ultimo anno abbiamo assistito a un ritorno allo spostamento in auto nel nostro Paese a scapito del trasporto pubblico”. Nel corso dell’incontro Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-e, che ha organizzato l’incontro con Kyoto Club, ha detto che saranno 450mila le auto elettriche che circoleranno in Italia al 2025 e circa un milione al 2030, mentre i punti di ricarica installati oggi sono 16.600  (con oltre 8.500 colonnine elettriche), e una previsione di oltre 130mila punti di ricarica tra dieci anni. Per le infrastrutture di ricarica nel nostro Paese il tema è oggi quello della diffusione territoriale, visto che solo nel Nord ce n’è più della metà (56%) con ampie zone completamente sprovviste di colonnine.  Per Anna Donati (Kyoto Club), “le città dovranno essere protagoniste del cambiamento green, visto che due terzi della mobilità del nostro Paese avviene proprio nei centri urbani”. 

Il sottosegretario Fraccaro: proproga del superbonus al 2023

“Il Superbonus richiama tutta la filiera produttiva alle proprie responsabilità. Qualità e professionalità sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per raggiungere gli obiettivi in termini di minori consumi e ridotte emissioni inquinanti”. Lo ha detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, intervenuto stamani all’incontro “La Finanza per l’Efficienza Energetica: Superbonus 110% una nuova opportunità”, organizzato all’interno di Key Energy Digital Edition di IEG e a cura di FederESCO. Come è noto, il provvedimento scadrà nel 2021; un lasso di tempo considerato da tutti gli operatori troppo limitato per poter concludere gli interventi, viste le previsioni sul volume di domande. Fraccaro ha parlato dello sforzo in atto del Governo per giungere a una proroga del provvedimento fino al 2023 o 2024. “Tutti la chiedono: banche, costruttori, comuni e ambientalisti – conclude Fraccaro –, ma una decisione precisa dovrà passare attraverso l’approvazione delle proposte italiane da sottoporre al Recovery Fund, il cui piano di dettaglio deve essere ancora concluso”.

La pandemia non arresta la corsa del fotovoltaico

Il solare fotovoltaico sarà uno degli attori protagonisti della transizione energetica in Europa e nel mondo. Lo confermano i dati di SolarPower Europe, la maggiore associazione europea del solare, resi noti oggi a Key Energy Digital Edition nel corso dell’incontro organizzato da Elettricità Futura. Dai dati globali emerge che la quota di energia prodotta dal solare è raddoppiata in 16 anni e che le previsioni sono per una forte crescita anche nel 2021, nonostante la pandemia. A sostenere l’obiettivo di crescita del 30% al 2030 è l’enorme opportunità derivante dal Recovery Fund. A fianco delle rosee previsioni ci sono però anche criticità aperte, come quelle legate al nodo del permitting. A questo proposito SolarPower Europe ha annunciato una proposta, che verrà inviata alla Commissione Europea, sull’individuazione di una serie di linee guida in grado di semplificare le autorizzazioni per la realizzazione di impianti.

Illuminazione sostenibile

L’illuminazione stradale svolge un ruolo chiave per la sicurezza e la qualità di vita nelle aree urbane, ma dal punto di vista del consumo di energia delle città rappresenta una quota rilevante: dai dati provenienti dal “Patto dei Sindaci” risulta infatti che gli oltre 90 milioni di lampioni pubblici europei in esercizio sommano più del 50% dei consumi energetici pubblici e il 60% dei relativi costi. È uno dei dati presentati questa mattina a Key Energy Digital Edition 2020 nel corso della presentazione del progetto sperimentale Life-Diademe: un sistema innovativo dedicato allo sviluppo delle Smart City, declinato in termini di regolazione adattiva distribuita del flusso luminoso dell’Illuminazione Pubblica in tempo reale e raccolta dati ambientali. Il sistema, il cui progetto è stato finanziato dall’Unione Europea, fornisce al contempo un corretto livello di illuminazione e l’acquisizione, tramite una rete neurale di 1000 sensori, di dati relativi al traffico, al rumore ambientale e al livello di inquinanti nei tre siti d’installazione: Roma, Rimini e Piacenza. Un’illuminazione non regolata - è stato detto - contribuisce, oltre che al consumo energetico, anche all’incremento dell’inquinamento luminoso. Tale fenomeno annette alla luminosità propria del cielo, dovuta alla diffusione luminosa della luna e delle stelle, la luce diffusa verso l’alto dalle attività umane e riflessa dalle molecole, particelle di polvere che costituiscono l’atmosfera.

L’agricoltura e rinnovabili

La questione di un nuovo e più importante sviluppo del fotovoltaico anche in ambito agricolo, con il pieno coinvolgimento delle imprese del settore, è stato al centro del convegno “Fonti rinnovabili e imprese agricole: un matrimonio possibile” organizzato oggi a Key Energy Digital Edition dal coordinamento Free. I lavori sono stati presieduti e aperti da GB Zorzoli, il quale ha ricordato che centro dell’attenzione è la necessità e possibilità di realizzare impianti fotovoltaici negli appezzamenti agricoli. “Si chiude - ha detto - un lavoro durato quasi un anno, e contrassegnato dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di ascoltare le ragioni degli altri”. Marino Berton, del Coordinamento Free, nella sua relazione introduttiva ha sottolineato che “il cambiamento climatico impone a tutti una riflessione approfondita sul tema, anche per quanto riguarda l’inserimento delle strutture energetiche nel paesaggio agrario: il paesaggio agrario non è statico, si evolve in quanto frutto del lavoro dell’uomo. Per arrivare agli obiettivi del fotovoltaico al 2030 sarà necessaria una pluralità di interventi, ivi inclusi quelli in ambito agricolo”. “Abbiano cercato - ha aggiunto -  di articolare un ragionamento senza paraocchi e tenendo i piedi per terra. Lo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura è affrontato con diversi spunti: la copertura degli edifici, su cui ci dovrebbe essere accordo; lo sviluppo di agro-fotovoltaico, che integra la vera coltivazione del terreno con la produzione di energia e, infine, il fotovoltaico a terra, che presenta punti dolenti”. Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, ha ricordato invece che “in Italia il settore agricolo produce il 7% delle emissioni riassorbendone il 6%: è un settore che, quindi, ripulisce da solo le proprie emissioni. Certo la proposta di incentivare il settore – che è anche una voce della bolletta – vede tutti concordi, in particolare per quanto riguarda i tetti fotovoltaici per gli edifici agricoli. L’agrifotovoltaico, è invece più problematico; l’utilizzo del suolo agricolo per la produzione di fotovoltaico, infine, è davvero l’ultima carta da giocare”.  

Legambiente e Italia solare 

L’attuazione del Decreto Milleproroghe rende possibile la sperimentazione e realizzazione delle prime comunità energetiche nel nostro Paese. È quanto emerso nel pomeriggio al webinar di Key Energy Digital Edition 2020 organizzato da Legambiente e Italia solare, nel corso del quale le due realtà associative hanno chiesto al governo di garantire un confronto trasparente e pubblico sugli obiettivi che si vogliono portare avanti con il recepimento della Direttiva 2018/2001/UE, che promuove le comunità rinnovabili in ogni parte d’Italia. Le potenzialità sono enormi in un Paese come il nostro, con ricadute positive sia da un punto di vista industriale, energetico e ambientale legate alla possibilità di autoprodurre e condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili, di creare sistemi efficienti di accumulo e integrazione di mobilità elettrica. L’attuazione della direttiva rinnovabili dovrà fornire gli strumenti per garantire una produzione di energia rinnovabile in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e per garantire che gli investimenti effettuati per tale produzione siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, che creino sviluppo e occupazione a livello locale e diano benefici quanto più diffusi. “Le configurazioni di comunità energetiche, autoconsumo individuale e collettivo - spiega il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini - possono diventare una straordinaria opportunità sia in ambito urbano, nei quartieri e nei condomini, sia nei distretti produttivi, sia nelle aree agricole e periurbane. Se consideriamo il milione di condomini che esiste nel nostro Paese, gli oltre 140 distretti industriali, mille tra centri commerciali e outlet, le aree artigianali nei Comuni e quelle agricole, si può stimare un potenziale di circa 40 GW di solare fotovoltaico installabile con questo modello.

Per questo, insieme a Italia Solare, chiediamo di accelerare il recepimento della direttiva, perché le comunità energetiche possano diventare un pilastro del rilancio sostenibile dell’economia italiana post Covid”. “Le comunità energetiche - aggiunge Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare - rappresentano non solo un’opportunità per un contributo significativo alla sempre più urgente decarbonizzazione, ma anche un modo per avvicinare i cittadini al mondo dell’energia e in particolare dei mercati dell’energia, che hanno bisogno di revisioni sostanziali per consentire energia sempre più pulita e conveniente”.

Progetti, Gruppo Marcegaglia e Engie Italia

ENGIE Italia avvierà insieme al gruppo Marcegaglia più di 20 nuovi progetti di efficienza energetica finalizzati a una riduzione dei consumi e dei costi energetici di almeno il 10% nel prossimo triennio. L’annuncio si inserisce nel talk del pomeriggio di Key Energy Digital Edition 2020 “Fare efficienza energetica nei settori industria e terziario: sei storie per guidare il cambiamento”. I nuovi progetti, che fanno parte di un programma di Energy Efficiency Management voluto da Marcegaglia e supportato da ENGIE Italia, si aggiungono ai due impianti di cogenerazione attualmente in costruzione presso gli stabilimenti di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) e Ravenna. Impianti che, una volta ultimati, saranno in grado di fornire il 100% di energia termica e l’80% di energia elettrica, necessaria alla produzione dei due siti produttivi, con un risparmio in bolletta del 25% e delle emissioni di CO2 in atmosfera del 30%. I nuovi progetti copriranno a 360° le aree più energivore degli stabilimenti, dal processo produttivo agli impianti ausiliari. Essi faranno leva su alcune tecnologie già consolidate (illuminazione LED, motori ad alta efficienza, impianti fotovoltaici, soluzioni di recupero e valorizzazione dei cascami termici), così come su soluzioni più innovative e sfidanti quali la turboespansione gas, gli impianti ORC, la ossi-combustione, l’elettrolisi per la produzione di idrogeno green e le iniziative “data-driven”. Per la loro realizzazione saranno investiti circa 15 milioni, in aggiunta ai 50 milioni già previsti per i due impianti di cogenerazione: un investimento complessivo di 65 milioni di euro, che rientra nel piano di rafforzamento competitivo del Gruppo Marcegaglia il quale, insieme a ENGIE, vede nell’efficienza energetica un driver per raggiungere prestazioni economiche con un impatto ambientale positivo.

A Rimini il primo rifornimento di biometano liquefatto in Italia

Ecomondo Digital Edition è stato oggi anche l’occasione per assistere (in diretta facebook dalla pagina del Consorzio Italiano di Biogas) al primo rifornimento fatto in Italia di biometano liquefatto. Un fatto importante per il made in Italy, perché il nostro Paese è tra i primi in Europa a produrre biometano liquido e che, se gli sviluppi saranno quelli sperati, vedrà una conversione dal fossile dal bio vicina al 40% già tra due anni, con una riduzione del 50% della CO2 emessa dai veicoli circolanti a metano liquefatto, raggiungendo gli obiettivi fissati dalla UE. La cisterna di biometano liquido è stata caricata ieri dalla sede dell’impianto della famiglia Toninelli – rappresentata oggi da Massimo – e ha raggiunto la stazione di servizio riminese della Vulcangas, dove circa 400 litri di carburante hanno fatto il pieno a un veicolo Iveco. 
Ne seguiranno altri nel corso dell’anno, non solo a Rimini, ma in altri punti vendita della Vulcangas in Italia. Presente alla piccola cerimonia, anche Anna Montini, assessore all’Ambiente del Comune di Rimini.

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