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Cronaca San Clemente

Ampliamento Optima/Mec3, il Comune di San Clemente vince anche al Consiglio di Stato

Il Comune di San Clemente, dopo aver già vinto al Tribunale Amministrativo Regionale, vince anche al Consiglio di Stato contro un cittadino proprietario di un terreno confinante con l’area di espansione dell’azienda sanclementese Optima/Mec 3

Il Comune di San Clemente, dopo aver già vinto al Tribunale Amministrativo Regionale, vince anche al Consiglio di Stato contro un cittadino proprietario di un terreno confinante con l’area di espansione dell’azienda sanclementese Optima/Mec 3. "La vittoria è totale e netta e di grandissima soddisfazione per l’amministrazione comunale", si legge in una nota del Comune. Il primo ricorso al Tar era stato presentato per l’annullamento della delibera di consiglio comunale numero 100 del 28 dicembre 2011, delibera con la quale si era concluso l’iter per la variante per il raddoppio dell’azienda. Il Comune, per quanto di propria competenza, aveva velocemente concluso con questo atto l’iter di approvazione della variante.

"E’ evidente come, con i tempi che corrono, il raddoppio di un’azienda ancora interessata ad investire sul territorio possa comportare un’evidente ricaduta positiva per la comunità locale - evidenzia l'amministrazione -. Il Comune, oltretutto, riceveva in cambio la realizzazione di fondamentali opere di urbanizzazione, tutte a carico dell’azienda. In ogni caso, la procedura ormai conclusa, rischiava di bloccarsi a causa del primo ricorso al Tar che chiedeva l’annullamento della delibera di consiglio comunale numero 100, ricorso che, come anticipato, si concludeva con la vittoria del Comune già in primo grado".

"Tuttavia, il cittadino interessato appellava al Consiglio di Stato la sentenza del Tar che lo aveva visto soccombente visto il proprio  “difetto di legittimazione”, tradotto: il ricorrente non aveva “alcuna legittimazione ad impugnare gli atti amministrativi. Non è sufficiente la mera vicinitas” (vicinanza), - proseguiva la sentenza di primo grado - ma occorre la prova di uno specifico e concreto pregiudizio” - continua l'amministrazione comunale -. Tale prova, evidentemente, non è stata raggiunta neppure nell’appello al Consiglio di Stato e ciò per una ragione molto semplice, il Comune di San Clemente opera da sempre nella massima trasparenza, anche in questo caso l’iter seguito per arrivare alla delibera conclusiva di approvazione della variante per il raddoppio dell’azienda aveva seguito con assoluta correttezza tutto il complesso iter normativo previsto".

La sentenza del Consiglio di Stato, affermando che “la sentenza (di primo grado) è pertanto corretta laddove ha dichiarato inammissibile l’impugnativa avverso la variante e l’appello va disatteso…”, pone la parola fine a questa storia. L'amministrazione sottolinea "che questa non è che l’ennesima vittoria del Comune di San Clemente in queste due ultime legislature. Il Comune, infatti, non ha mai perduto neppure una causa (per la verità i ricorsi non sono stati moltissimi) al TAR/Consiglio di Stato, a piena conferma della correttezza totale di questa amministrazione, ma questi ricorsi hanno pesato sulle casse comunali".

"E qui viene l’unica nota stonata - conclude il Comune -. Mentre i giudici di primo grado (TAR) obbligavano il ricorrente a rifondere le spese al Comune, alla Optima Mec e agli altri enti coinvolti, il Consiglio di Stato, purtroppo, in questo caso ha compensato le spese, cioè ognuno si paga le proprie. Un fatto, a parere del Comune, che non fa giustizia vista l‘evidenza delle ragioni che hanno portato alla vittoria al Consiglio di Stato".

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