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Cronaca

L'analisi del voto in Romagna: Fdi partito "nazionale", ma il Pd resta primo. A Rimini Gnassi trascina, ma non a sufficienza

In sostanza in tutta la Romagna circa il 54-56% dell'elettorato si è diviso tra i due partiti maggiori, segnale di un forte bipolarismo politico del territorio

Fratelli d'Italia si conferma “partito nazionale” anche in Romagna: rispetto al suo dato medio nazionale (il 26% circa alla Camera) non ha grosse oscillazioni locali - pur in un territorio come quello romagnolo che un tempo veniva definito “roccaforte rossa” -, andando dal 23,5% della città di Cesena al 27,9% della provincia di Rimini. Il Pd resta però il primo partito della Romagna, andando dal 28% della provincia di Rimini (qui appena per lo 0,2% in più) alla provincia di Ravenna al 29,9%. Il Pd ha in Romagna un risultato nettamente migliore rispetto alla media italiana del 19,1%, fino a dieci punti percentuali in più.

In sostanza in tutta la Romagna circa il 54-56% dell'elettorato si è diviso tra i due partiti maggiori, segnale di un forte bipolarismo politico del territorio. Ma se c'è stato un sostanziale 'testa a testa' la stessa cosa non si può dire per le coalizioni, dove quella di centro-sinistra era molto più fragile.

Andando nella coalizione di centro-destra la Lega oscilla tra il 7,2 di Forlì-Cesena e il 7,7% della provincia di Rimini, più di un punto percentuale in meno rispetto al dato nazionale dell'8,9%. Terza gamba della coalizione si conferma Forza Italia che oscilla dal 5,3% della provincia di Ravenna al 6,6% di quella di Rimini, anche qui meno di 1,5 punti e oltre rispetto all'8,1% del dato nazionale italiano. Da segnalare il risultato di Noi Moderati nel comune di Rimini (1,24%). In base a questi dati è stata Fratelli d'Italia la locomotiva della vittoria del centro-destra in tutti i collegi uninominali della Romagna.

Andando in casa centro-sinistra, questo perde in tutte le tre province romagnole. Ma in quella di Ravenna solo per un'incollatura (37,32% il centro-destra e il 37,30% il centro sinistra, appena 49 voti), mentre in quella di Rimini il divario si apre dal 42,9% del centro-destra contro il 34,8% del centro-sinistra, passando per la provincia di Forlì-Cesena (40,4% contro il 34,5% a favore del centro-destra). Il buon risultato locale del Pd non ha compensato lo scarso successo, in termini assoluti, degli alleati: l'alleanza Verdi-Sinistra va dal 3,7% della provincia di Rimini al 4% di quella di Forlì-Cesena (sopra il dato medio nazionale del 3,6%). Segue +Europa, che va dal 2,5% della provincia di Rimini al 3,3% di quella di Ravenna (dato medio nazionale 2,8%). Insignificante, in Romagna, l'apporto di Impegno Civico di Luigi Di Maio, che ottiene come dato massimo lo 0,5% in provincia di Rimini.

Exploit del terzo polo di Azione-Italia Viva nelle province di Forlì-Cesena (8,7% rispetto al 7,8% del dato nazionale), ma male nella provincia di Rimini (5,6%). Il M5S, che si conferma anche in Romagna terzo partito in assoluto, ha però risultati decisamente più bassi rispetto alla media nazionale, essendo il suo successo elettorale concentrato principalmente nel Sud Italia: si va dal 9% della provincia di Rimini al 9,4% di quella di Ravenna (dato nazionale 15,3%). Tra i partiti più piccoli il miglior risultato in Romagna è stato quello di Italexit (2,5% circa rispetto all'1,9% del dato nazionale).

I capoluoghi della Romagna: Ravenna e Cesena a sinistra

Tra i capoluoghi, lo spoglio delle urne ha restituito un quadro opposto a quello nazionale in particolare a Cesena: nella città il centro-sinistra ha vinto 2 punti percentuali e mezzo (38% contro il 35,5% del centro-destra). Il dato può essere letto anche come un effetto di trascinamento personale del candidato locale cesenate Massimo Bulbi, che si trovava in contrapposizione con Gloria Saccani di Forza Italia, paracadutata dalla Lombardia e di fatto mai impegnata nella campagna elettorale sul territorio. Ma non è stato sufficiente per attribuirgli il collegio provinciale, dal momento che la città di Forlì ha riportato la vittoria del centro-destra con il 37,8% rispetto al 36% del centro-sinistra. 

Un analogo effetto di trascinamento personale lo si può attribuire ad Andrea Gnassi, ex sindaco di Rimini, che porta la sua coalizione di centro-sinistra al 38,7% nel comune di Rimini, quattro punti in più rispetto al 34,8% del dato provinciale. Anche in questo caso, tuttavia, il consenso personale non ha compensato il divario, dal momento che Jacopo Morrone ha vinto in città per 838 voti (39,8% la percentuale del centro-destra a Rimini città). Anche a Ravenna città prevale il centro-sinistra, in questo caso per 706 voti (37,2% contro il 36,3% del centro-destra), ma appunto il voto in provincia beffa la candidata Ouidad Bakkali, che perde il vantaggio degli oltre 700 voti, finendo sconfitta infine per appena 49 voti nel collegio provinciale.

Il terzo polo di Azione-Italia Viva è la terza formazione politica per consensi nelle città di Cesena e di Forlì, spingendo giù il M5S a quarto partito. Nei due capoluoghi la lista di Calenda e Renzi arriva praticamente a sfiorare il 10%, contro il 9,3-9,6% del Movimento 5 Stelle. A Ravenna città il terzo polo scende all'8,7%, mentre a Rimini città si ferma al 5,9%. Il capoluogo che ha premiato di più i 5 Stelle è Ravenna (10,7%).

Tra i partiti minori si segnala Italexit al 2,5% nel Riminese, la formazione no-vax 'Vita' quasi al 2% sempre nella provincia di Rimini (rispetto allo 0,7% di media nazionale).

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