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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Anfiteatro romano, una sfida complessa. "Ok ai sondaggi archeologici, ma tuteliamo il Ceis"

Il futuro dell’anfiteatro romano è stato al centro di un lungo e articolato consiglio comunale. La maggioranza compatta: "Giusti i chiarimenti tecnici, ma progettiamo il futuro del Ceis"

Il futuro dell’anfiteatro romano è stato al centro di un lungo e articolato consiglio comunale tematico. Un tema complesso da affrontare, tra il sogno di riportare il monumento simbolo ad antico splendore e la presenza sopra a una parte dei resti del Ceis, il Centro educativo italo svizzero inaugurato nell’immediato Dopo Guerra, a partire dal 1946. Qualche giorno fa il consigliere Gioenzo Renzi, Fratelli d’Italia, aveva iniziato ad affrontare il tema di “valorizzare l’anfiteatro”. Un argomento che ciclicamente ha proposto nel corso della sua lunga militanza politica.

Sul tema intervengono dopo il consiglio comunale tutti i capogruppo di maggioranza. Con un documento condiviso. Secondo Matteo Petrucci (Capogruppo Partito Democratico), Marco Tonti (Capogruppo Rimini Coraggiosa), Andrea Bellucci (Capogruppo Lista Jamil), Luca Pasini (Capogruppo Rimini Futura): “L'intervento iniziale del sindaco Sadegholvaad indica una strada sostenibile e possibile: quella dell'evidenziazione degli elementi certi e scientifici per progettare il nuovo futuro del Ceis nel rapporto con la città. Questo è il lavoro su cui dovrà impegnarsi l'amministrazione comunale già da domani: l'annunciata intenzione di finanziare una campagna di sondaggi archeologici, i chiarimenti dei tecnici sulla situazione amministrativa e legale del tutto legittima in cui dal 1946 opera la scuola, la contestualizzazione di una pianificazione territoriale che prevede anche in quel quadrante urbano (area stazione) la potenzialità di realizzare un nuovo polo scolastico; ecco gli elementi portati dalla Giunta per far uscire il dibattito dalle secche di una strumentalità sostanzialmente sterile, cui da parecchi anni ormai ci vogliono trascinare le forze del centrodestra”.

E aggiungono: “Uscire dal clima da tifosi e ragionare di futuro, del Ceis e di Rimini, crediamo abbiano caratterizzato la posizione espressa dal sindaco e dalle assessore competenti, nella seduta consiliare di ieri. La minoranza è stata spiazzata e si è addirittura spaccata durante la votazione dei ben quattro - ripetiamo, non uno ma quattro - ordini del giorno che hanno presentato, con la Lega che non ha nemmeno votato a favore di una delle proposte del consigliere Spina, ed il consigliere Zilli e la consigliera Lisi a non partecipare alle votazioni. A dimostrazione che un argomento così complesso lo si deve approcciare non con l'intento di fare baruffa politica ma restando sul tema in oggetto”.

Il sindaco: "Finanziamo la campagna per gli scavi"

Ad aprire gli interventi in consiglio comunale il sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha sottolineato il valore educativo e culturale di una istituzione scolastica nata su iniziativa di Margherita Zoebeli e divenuta un’esperienza modello presa come modello anche in altre realtà italiane. “Credo si debba affrontare il tema con un approccio non strumentale e non ideologizzato, rinunciando ad una contrapposizione sterile tra due fazioni, quella ‘pro Ceis’ e ‘pro Anfiteatro’, perché non renderemmo il giusto merito ad un dibattito che riguarda sì la nostra storia e la nostra cultura, ma soprattutto il nostro futuro”. “Il Ceis a tutti gli effetti deve essere considerato un patrimonio della comunità e mi dispiace leggere e sentore che venga usato come elemento divisivo – ha proseguito – La sua storia prende origine nella Rimini distrutta dalla guerra e dai bombardamenti. Margherita Zoebeli arriva qui per una iniziativa umanitaria attivata dall’allora sindaco di Rimini Clari e raccolta dal Soccorso Operaio Svizzero. I primi ‘pacchi mobili’ che giungono dalla confederazione elvetica contengono due letti, un armadio e un tavolo. I padiglioni di legno del Ceis vengono disposti in modo da lasciare spazio a cortili per i giochi dei bambini e per nascondere ai loro sguardi la vista del paesaggio spettrale di rovine che, allora, li circondava. Così nasce il miracolo di una scuola e di una pedagogia rivoluzionaria perché interamente incentrata sul concetto di libertà di espressione e di scuola attiva. Se Rimini, ora, anche dopo il processo di valorizzazione del proprio patrimonio storico e archeologico, si candida responsabilmente a Capitale Italiana della Cultura lo deve anche a questa insolita Istituzione educativa, che non è fatta di pezzi di legno ma di un gigantesco patrimonio umano e pedagogico che ha permesso a tutta la nostra città di crescere”. 

“Mettere al centro l’interesse della città e l’equilibrio dell’amministrare rappresentano la nostra bussola dell’azione quotidiana. E si nutre anche del valore pedagogico più alto dell’insegnamento di Zoebeli, cioè l’esercizio continuo della curiosità, senza mai fermarsi ad ‘adorare le ceneri’. Vivere conoscendolo il mondo nei suoi cambiamenti. Ed è su queste basi che l’amministrazione comunale di Rimini è disponibile a finanziare e intraprendere, insieme agli enti deputati (a partire dalla Soprintendenza), una nuova serie di monitoraggi e campionamenti archeologici per verificare cosa davvero ci sia ‘sotto’. Perché se è vero che sappiamo bene cosa c’è sopra, sul ‘sotto’ la polemica pluridecennale oscilla tra il ‘nulla’ e il ‘tutto’. Il dibattito ha bisogno di elementi certi, perché di opinioni, anche volgari e offensive contro il Ceis, ne abbiamo sentite anche troppe”. “Questa campagna di scavi può essere un primo passo significativo verso la valorizzazione dell’anfiteatro e sulla base di ciò che verrà o non verrà fuori si faranno le valutazioni – conclude il sindaco – E credo che anche il Ceis possa essere parte attiva di questo percorso, trovando anche nuove formule di collaborazione che permettano di traguardare il futuro della scuola e di Rimini”

All’assessora all’urbanistica e pianificazione del territorio Roberta Frisoni è spettato invece fare il punto sulla situazione edilizia del Ceis e sulle prospettive di sviluppo della città. “Attraverso la documentazione aggiuntiva in parte recuperata dall’amministrazione ma soprattutto prodotta dal Ceis si è provveduto ad aggiornare le valutazioni rispetto alle residue incongruenze sotto il profilo edilizio contenute nell’ordinanza del 2018 – spiega l’assessora – ridimensionando di fatto le illegittimità, che rimangono comunque una minima parte rispetto al totale delle strutture presenti”. Rispetto invece ad una possibile ricollocazione del Ceis, “stiamo lavorando per dare concretezza alle previsioni di sviluppo previste dal protocollo che il Comune ha sottoscritto con Ferrovie per la trasformazione dell’area urbana a ridosso della stazione, dove si collocano come città pubblica la nuova sede unica comunale e altre funzioni pubbliche come quelle educative. La volontà di proseguire con la sede unica ci spinge ad accelerare nel rapporto con Sistemi Urbani, a cui stiamo per inviare la controproposta in modo da arrivare presto a definire la cessione delle aree”.

Il consigliere Renzi: "Benvenuti i sondaggi"

"Il consiglio tematico può segnare una svolta importante per la valorizzazione dell’Anfiteatro  Romano. Dopo un decennio di negazionismo espresso dal sindaco Gnassi, “sotto il Ceis non c’è nulla”, benvenuto l’annuncio del sindaco Sadegholvaad, che si “dichiara disponibile assieme alla Soprintendenza a fare dei sondaggi per verificare cosa c’è sotto il Ceis“ - dice il consigliere Gioenzo Renzi -. Per incoraggiare il sindaco, ho letto in Consiglio le parole espresse, nel 2017, dall'architetto Jacopo Ortalli, dirigente della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Bologna". Cosi recita: "Già ai tempi dei vecchi scavi-dal Tonini all’Aurigemma - la parte del monumento oggi sovrastata dal Ceis mostrava quasi interamente murature rasate fino al vecchio piano di calpestio, tali dunque da potersi conservare anche dopo un bombardamento. Sono così convinto che nel sottosuolo vi siano tutt’ora significativi resti di quelle fondazioni murarie, che, quindi, una volta riportate in luce, permetterebbero di restituire la pianta completa dell’intero complesso. In tal modo se ne riconoscerebbe meglio la grande forma ellittica, caratteristica degli Anfiteatri, e non quella dimezzata , semicircolare , di un teatro”.

E in conclusione: "Quindi, come chiedo da 30 anni, vale la pena scavare, per riportare alla luce i resti  archeologici, e la dimensione della struttura originaria dell’Anfiteatro Romano, al fine  di consentire la conoscenza e la fruizione pubblica ai riminesi e turisti del Monumento. Fin d’ora, è, perciò, necessario individuare, un’area adeguata per consentire il trasferimento del Centro Educativo Italo Svizzero, salvaguardando la sua attività educativa".

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