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Cronaca

Matrimoni omosessuali, Arcigay pressa il sindaco: "Dalle parole ai fatti"

"Il senso della trascrizione non è un semplice atto simbolico, ma un preciso dovere perché attesta che un certo fatto è avvenuto", continua Arcigay Rimini

Il sindaco Andrea Gnassi passi "dalle parole ai fatti". Arcigay Rimini interviene così ricordando le parole espresse dal primo cittadino del capoluogo rivierasco, "che mesi fa si era dichiarato favorevole al riconoscimento dei matrimoni gay", "considerando i suoi impegni espressi durante la campagna elettorale". "Ricordiamo che a Bologna, Roma, Fano, Napoli e in altre città è possibile ottenere la trascrizione del matrimonio", afferma l'associazione.

"Il senso della trascrizione non è un semplice atto simbolico, ma un preciso dovere perché attesta che un certo fatto è avvenuto - continua Arcigay Rimini -. Una donna che si sposa con la sua compagna in Svezia, non è che in Italia diventa single e quindi può nuovamente sposarsi! Il matrimonio celebrato all'estero, per esempio, dà diritto al coniuge di avere il permesso di soggiorno in Italia".

"Il ministro Alfano - aggiunge la nota - usa le questure con evidenti scopi politici cercando, con annullamenti e commissariamenti "ad hoc", di contrastare un fenomeno di puro buonsenso che non a caso nasce dai comuni, cioè le istituzioni più direttamente a contatto con i cittadini. Per questo si tratta di atti di banale civiltà che Rimini (per rimanere la capitale del turismo e magari diventare la capitale dei diritti, accogliente e solidale, attraente per il turismo LGBT) non può tralasciare.

Venerdì intanto è in programma la rpesentazione del film "Lei disse si" con la presenza delle autrici Maria Pecchioli, Lorenza Soldani e Ingrid Lamminpää alle ore 20:30 al Teatro degli Atti di Rimini. L'appuntamento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rimini. "Il film - viene illustrano - racconta la storia di due donne sposate in Svezia. Basta poi passare il confine che, come per magia, in Italia, non risultano tali. Purtoppo non è una barzelletta, si tratta della nostra realtà, reatà nella quale per pagare le tasse siamo tutti uguali (o quasi) ma per avere gli stessi diritti "no". Ecco che spuntano famiglie di serie A e B, come se non fossimo tutti uguali, come dice la Costituzione".

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