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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Arlotti (Pd): "Troppa burocrazia per l'eolico in mare, il progetto non decolla"

Intervento dell'onorevole alla Camera che ha presentato un'interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e al ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, chiedendo uno schema chiaro del sistema autorizzativo che superi i limiti della legislazione vigente

Secondo il  il deputato PD riminese Tiziano Arlotti, troppa burocrazia e norme inadeguate bloccano lo sviluppo dell'energia eolica offshore e, per questo motivo, ha presentato un'interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e al ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, chiedendo uno schema chiaro del sistema autorizzativo che superi i limiti della legislazione vigente, definisca i tempi delle procedure e approvi specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici in mare.  "La Provincia di Rimini ha avviato da tempo una sperimentazione per misurare il vento nel mare Adriatico, in particolare davanti alla coste di Rimini sulla piattaforma metanifera dell’Eni Azalea B - ricorda Arlotti - e gli esiti della campagna di misurazione sono la premessa indispensabile per valutare la fattibilità economica ed ambientale di una wind farm in mare, in un’area che presenta caratteristiche che possono concretamente favorire l'installazione di un parco eolico offshore. Dal 2012 la Provincia di Rimini partecipa inoltre al progetto europeo 4Power".

Proprio in occasione del meeting a Rimini del progetto europeo 4Power, le scorse settimane in occasione di Ecomondo, è stato fatto il punto sullo sviluppo dell’eolico offshore in Europa. "Sono già centinaia le turbine installate che negli altri Paesi producono quote significative di energia rinnovabile, a costi contenuti e con evidenti vantaggi in materia di ambiente - continua il deputato PD - nei primi 6 mesi si è già installato oltre 1 GW di potenza, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2012 e quasi quanto si è realizzato nell'intero anno passato. L’Italia, però, resta tuttora fuori da questo sviluppo e la situazione è complicata spesso dalle questioni amministrative legate all’iter di approvazione dei progetti: l’iter amministrativo per il rilascio di una valutazione di impatto ambientale arriva a durare tre o quattro anni, per poi magari essere rimesso in discussione o fermato da un ricorso al tribunale amministrativo, e ricominciare di nuovo, senza sapere quando e come verrà definitivamente approvato". Risultato, ad oggi non risulta realizzato ancora un solo parco eolico in Italia, ed esiste una sola autorizzazione rilasciata nelle acque della Sicilia. "Dobbiamo uscire da una situazione di conflitti e polemiche causata dalla totale assenza di qualsiasi riferimento per la valutazione degli impianti - conclude Arlotti. Ed è necessario intervenire anche sul sistema degli incentivi per le rinnovabili, fissando una durata certa e stabile per un numero significativo di anni (almeno 10) e destinando una quota (10/15%) al territorio su cui gli impianti vengono realizzati, introducendo un vantaggio fiscale o economico quale misura equa a vantaggio dello sviluppo delle rinnovabili. E' fondamentale infine favorire la partecipazione delle comunità locali nei processi di decisione circa i progetti che riguardano l'eolico".

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