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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fallimento Valleverde: la Guardia di Finanza esegue sei misure cautelari

Nei guai anche il fondatore Armando Arcangeli, sequestro preventivo per 19 milioni di euro. Tra i reati contestati la bancarotta fraudolenta

I militari del Comando Provinciale di Rimini della Guardia di Finanza avvalendosi anche della collaborazione di finanzieri dei Comandi Provinciali di Pesaro, Brescia e Mantova, hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini, di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei imprenditori con contestuale sequestro preventivo per un ammontare complessivo di circa 19 milioni di euro. Il provvedimento rappresenta l’atto conclusivo delle indagini, delegate dalla locale Procura della Repubblica, scaturite dal fallimento della Valleverde.

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Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la Valleverde S.p.A., sommersa da debiti per 45 milioni di euro, cambia nome e ragione sociale trasformandosi in Spes S.p.A. Quest'ultima si assume l'onere di pagare il 15% del debito e intanto presenta istanza per accedere alle procedure di concordato preventivo attraverso la cessione in affitto ad un'altra società (la neonata Valleverde S.r.l. appositamente costituita) della gestione del calzaturificio, del magazzino, di tutta la produzione e del marchio. La Valleverde S.p.A./Spes è quindi una newco, ed è controllata da una cordata di imprenditori bresciani costituita ad hoc, che aveva acquistato dalla Spes S.p.A la gestione del ramo d’azienda nell’ambito del concordato fallimentare (i fatti accadono fra la metà del 2011 e l'aprile del 2012). 

Tuttavia, dietro la richiesta di concordato, secondo la Procura di Rimini, ci sarebbe stato un piano premeditato per sottrarre 10 milioni di euro all'azienda. Infatti, il pagamento del canone d'affitto d'azienda, che sarebbe servito a ripagare i debiti della Spes S.p.A. (che in seguito verrà dichiarata fallita il 6 giugno del 2013), non verrà mai pagato e secondo la Guardia di Finanza era stato tutto programmato con una serie di accordi sottobanco tra vecchia e nuova gestione. In questo quadro s'inserì poi lo scorso anno una denuncia per truffa, considerata artificiosa dalla GdF, presentata dalla nuova gestione contro la vecchia, accusata di aver fatto sparire parte del magazzino. Meccanismi, secondo la Procura e gli investigatori, messi in atto al solo scopo di dirottare denaro verso altre società. 

A finire indagati sono lo stesso Arcangeli e altre sei persone coinvolte, a vario titolo, nella distrazione di denaro dell’impero Valleverde verso altre imprese. Così, sono finiti nei guai, insieme allo storico boss, il suo braccio destro nella Valleverde S.p.A./Spes, l’amministratore delegato Antonio Gentili (per un certo periodo anche liquidatore della società), e poi cinque manager della nuova azienda, la Valleverde S.r.l., la quale però non gestisce più l’azienda di Coriano, che è stata posta sotto sequestro e affidata dal tribunale alla guida del custode giudiziario, Claudia Bazzotti, già curatore fallimentare della Valleverde S.p.A./Spes. 

Si tratta del bresciano di Desenzano sul Garda Enrico Visconti, presidente della S.r.l., di un altro bresciano, Ernesto Bertola, direttore generale, del mantovano David Beruffi, responsabile dell’area finanza, di un’altra bresciana, di Salò, Anna Maria Soncina, consulente esterna dell'area amministrativa e di Raffaele Piacente, romano, responsabile di un gruppo che ha contribuito a ricapitalizzare la S.r.l. per 4-5 milioni di euro nel novembre del 2013. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni di tutti e sette i professionisti, rinvenendo documenti e materiale informatico considerati interessanti per le indagini. Altre perquisizioni sono state effettuate negli uffici della Valleverde S.p.A./Spes a Coriano, e in quelli della S.r.l. a Coriano, Treviso, Fermo e Montichiari (BS). 

L'attività di Polizia giudiziaria, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, ha permesso di individuare una strategia aziendale volta a "depauperare il patrimonio aziendale" della fallita società in pregiudizio dei creditori e dell'erario, attraverso la commissione di delitti di bancarotta nonchè omessi versamenti di imposte per importi milionari. Condotta ascrivibile sia alla vecchia proprietà sia alla governance della newco bresciana appositamente costituita per garantire la continuità aziendale. Mentre l'attuale proprietà è estranea ai fatti. Così sono stati eseguiti sequestri preventivi per "equivalente", con riferimento a reati tributari, fino a 12,2 milioni di euro, e sequestri preventivi, con riferimento ai reati fallimentari, per 6,8, oltre a quote di cinque società, di cui una immobiliare con sede a Rimini e quattro nella Repubblica di San Marino, nonchè ai saldi attivi di conti correnti sia nazionali che esteri, avvalendosi anche di una rogatoria internazionale accolta dall'Autorità giudiziaria del Titano.

Armando Arcangeli, fondatore della Valleverde, è agli arresti domiciliari e, per la Guardia di Finanza, si sarebbe appropriato indebitamente di 9 milioni di euro. Ai domiciliari anche l'ex direttore generale Valleverde, un consulente finanziario e imprenditori bresciani.

In un comunicato stampa la Silver 1, azienda attuale proprietaria del marchio Valleverde, precisa che è  assolutamente estranea ai fatti descritti, che riguardano esclusivamente i precedenti gestori e amministratori. Silver 1 ha acquisito il marchio Valleverde a maggio 2015 attraverso un'asta pubblica, dopo che la Valleverde srl era finita in procedura fallimentare nel 2013. “Vogliamo che sia estremamente chiaro che la nuova proprietà del marchio Valleverde è totalmente estranea a queste inchieste - afferma il Presidente di Silver1 Elvio Silvagni - noi stiamo investendo moltissimo per la rinascita del marchio che abbiamo acquisito solo da sei mesi, con l'obiettivo di ricreare un importante polo calzaturiero romagnolo, potenziando l'occupazione del territorio, ed in particolare a Coriano di Rimini”.          

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