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Cronaca Cattolica

Arrestato ex comandante della polizia Municipale per associazione a delinquere

L'uomo, domiciliato a Cattolica presso l'abitazione della madre, era già finito nel mirino della magistratura per truffa e corruzione in seguito a un'inchiesta della Dia

Nel pomeriggio del 2 agosto i carabinieri della Tenenza di Cattolica hanno arrestato Giacomo Veladrita, 55enne di Caltagirone, ex comandate della polizia Municipale di Trezzano sul Naviglio che si trovava agli arresti domiciliari. presso l'abitazione della madre, nella città romagnola. I militari dell'Arma, in collaborazione con il personale della Direzione Investigativa Antimafia, hanno eseguito l'ordine di carcerazione per una pena definitiva a 3 anni e 6 mesi per associazione a delinquere finalizzato alla truffa e corruzione. L'ex ufficiale, insieme ad altri 7 complici tra cui amministratori, imprenditori e politici, avrebbe tratto benefici in cambio di mazzette da alcune scelte urbanistiche ratificate dall’approvazione del nuovo Piano di governo del territorio di Trezzano sul Naviglio.

La prima tranche dell’operazione che portò al centro della bufera giudiziaria la cittadina alle porte di Milano scattò la mattina del 14 maggio del 2013, quando gli agenti della D.I.A. arrestarono Rossetto e Sciumbata, l’allora coordinatore del Pdl Antonio Di Stasio, il tecnico comunale responsabile del settore Edilizia privata Marco Citelli e, appunto,  il comandante della polizia locale per un presunto giro di tangenti ottenute per favorire alcuni imprenditori attraverso precise scelte urbanistiche. Una di queste, per esempio, avrebbe comportato lo spostamento dell’asilo nido di via Fogazzaro per concedere l’ampliamento di un parcheggio accessorio al centro commerciale Preca Brummel Spa ai piedi della tangenziale, lungo la vecchia Vigevanese.

Oltre a questi, sempre nella prima tranche delle indagini, rimaneva coinvolto in quanto diretto beneficiario degli atti contrari ai doveri d’ufficio compiuti dai pubblici ufficiali il manager della Spa Giuseppe Prevosti. Un secondo blitz della D.I.A. veniva effettuato, invece, il 26 giugno del 2013 quando le manette scattarono per Antonio Concolino e Silvio Ferri. I due imprenditori, uno leader nel settore dell’edilizia, l’altro in quello degli imballaggi furono infatti accusati, a vario titolo, di corruzione e riciclaggio. Secondo l’accusa, proprio Ferri si offrì di depositare il denaro su conti svizzeri. Il procedimento, vedeva quindi al centro due episodi di corruzione per un totale di tangenti promesse per circa 1 milione di euro, di cui 430mila euro circa versate. 

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