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Cronaca

Arrestato il terzo pendolare delle rapine, caccia al quarto componente della banda

Tanti gli errori commessi dagli autori del colpo alla filiale della Banca Valconca di via Tommaseo a Rimini

E' stato individuato e arrestato dai carabinieri di Rimini il terzo autore della rapina, avvenuta il 29 maggio del 2017, ai danni filiale della Banca Valconca di via Tommaseo, Gli altri due componenti della banda, un 25enne e un 27enne, erano già stati assicurati alla giustizia lo scorso 31 maggio. A finire in manette è stato un 28enne, residente nel siracusano, già noto alle forze dell'ordine per reati analoghi è già sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. All'epoca, presso l'istituto di credito si era presentato il trio di rapinatori per informarsi sull'apertura di un conto corrente, nel frattempo era arrivato anche il secondo malvivente che, dopo aver scavalcato il banco, ha aggredito la dipendente minacciandola con un taglierino per farle aprire sia la porta a bussola che le casse.

I malviventi in azione

Un bottino di circa 19mila euro una volta ottenuti i quali, non contenti, i malviventi avevano minacciato anche il direttore con una pistola per fargli aprire la cassaforte del bancomat. Non potendo aspettare l'apertura a tempo, avevano poi legato i presenti con delle fascette ed erano poi fuggiti facendo perdere le loro tracce. Scattato l'allarme, sul posto erano intervenuti i carabinieri che avevano acquisito i filmati delle telecamere a circuito chiuso e analizzato le celle telefoniche.

E' stato proprio grazie all'analisi delle telefonate che gli investigatori sono potuti risalire a un'utenza, intestata a una donna, che dalla Sicilia si era mossa verso la Romagna e che, nei giorni precedenti alla rapina, era stata più volte agganciata nei pressi della banca. La signora è risultata essere la moglie di uno dei due malviventi e, comparando la figura dell'uomo con quella catturata dalle telecamere a circuito chiuso, si è potuti risalire al rapinatore poi riconosciuto, insieme al complice, anche dalle vittime. Fondamentali, oltre alle celle telefoniche, sono stati i numerosi pedaggi autostraali non pagati dai rapinatori per raggiungere Rimini, Questo ha permesso agli inquirenti dell'Arma di ricostruire i loro spostamenti e, inoltre, acquisire altre loro foto scattate dagli autovelox di Rimini alla loro vettura che superava tranquillamente i limiti di velocità.

Sempre grazie alle intercettazioni telefonica, il 25enne e il 27enne si erano lasciati andare a dei commenti sul 28enne arrestato oggi. I due, senza rendersi conto di essere ascoltati anche dai carabinieri, si erano insospettiti di essere stati arrestati mentre, il terzo complice, no. I malviventi, oltre a farne il nome, sospettavano che avesse fatto un accordo coi militari dell'Arma e, in cambio di informazioni sui componenti della banda, gli fosse stata garantita l'impunità. A mancare all'appello, al momento, è il quarto malvivente entrato nell'istituto di credito con un casco integrale in testa e una pistola in pugno.

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