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Cronaca Riccione

Associazioni e istituzioni all'attacco della presidente della Butterfly

Dopo l'arresto di Clarissa Matrella accusata di aver estorto denaro e truffato le donne vittime di violenze che doveva assistere

Una vera e propria tempesta quella che si è abbattuta su Clarissa Matrella, la 35enne ex presidente della onlus Butterfly, arrestata con le accuse di truffa, minacce ed estrosione nei confronti delle donne maltrattate che avrebbe dovuto aiutare. Dopo le reazioni del sindaco di Cattolica Mariano Gennari, nella cui città si trovava la casa rifugio gestita dalla donna, sono arrivate a ruota quella dell'assessore alle Pari opportunità Emma Petiti, del consigliere di parità Carmelina Fierro e del consigliere delegato alle pari opportunità Giulia Corazzi della Provincia di Rimini e dal Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell'Emilia-Romagna che, con le dovute cautele del caso dal momento che c'è ancora in corso un'indagine, condannano l'operato della Matrella.

“La premessa è d’obbligo, ed è che le accuse dovranno essere confermate - commenata Emma Petitti. - E questo vale sempre, per tutti. Ma sapere che ci potrebbe essere stato chi, anziché difendere donne vittime di violenza, come avrebbe dovuto fare, potrebbe aver invece commesso reati che vanno dalla truffa, alle minacce, all’estorsione nei confronti di chi avrebbe dovuto difendere, è cosa assolutamente grave. Peraltro, percependo fondi pubblici per farlo. Se tutto ciò dovesse trovare fondamento, saremo durissimi e determinati a difendere, in ogni sede, il diritto delle donne ad essere aiutate in circostanze per loro difficilissime, non lasciando alcuno spazio a chi volesse tentare di approfittare, in qualche modo, della situazione. La Regione Emilia-Romagna è particolarmente impegnata sul tema violenza alle donne, un tema che drammaticamente continua ad essere di tragica attualità. E il nostro impegno è fatto non solo di risorse economiche messe a disposizione, pur ovviamente determinanti. Ma è fatto anche di impegno, di ascolto, di progettazione di interventi che possano essere utili a chi si trova a dover fare i conti con il dramma della violenza domestica. Ma se una cosa è certa è che in Emilia-Romagna c’è una vera rete di Centri antiviolenza, fatta di persone competenti e responsabili, che ogni giorno, con il loro lavoro, ci dimostrano che la battaglia contro la violenza alle donne si può vincere. E il loro impegno, e i risultati che raggiungono, ci dimostrano che siamo sulla strada giusta”.

“Abbiamo appreso con sgomento dell’arresto della ex presidente della onlus Butterfly, accusata dei reati di truffa, estorsione, minaccia e falso - aggiungono i consiglieri provinciali di Rimini Carmelina Fierro e Giulia Corazzi. - Ci sono indignazione, rabbia e dolore nel nostro sgomento. Indignazione perché siamo di fronte a reati gravissimi perpetrati nell’esercizio di una attività che dovrebbe essere pura e immacolata, in quanto fondamentale supporto e sostegno delle donne maltrattate e vittime di violenza. C’è poi rabbia, che non è mai un bel sentimento, ma siamo purtroppo consapevoli che, come in altre vicende analoghe, il discredito generato da questo caso possa piombare su tutto un mondo innocente, fatto di persone perbene e di lavoro serio e irreprensibile, minando la fiducia in un percorso e in un sistema costruiti pazientemente e con fatica. E infine c’è dolore, perché pensare a quelle donne in difficoltà che chiedendo aiuto si sono imbattute in una frode stringe il cuore, ancor più a noi che siamo donne come loro. L’indignazione e il dolore purtroppo resteranno perché non c’è un antidoto per questi. La rabbia per le conseguenze che potrebbero derivare da questo brutto episodio possiamo lenirla fino a cancellarla lavorando tutti insieme: distinguendo con raziocinio caso per caso dove sta il bene e dove il male, attendendo che la giustizia faccia il suo corso e punisca chi ha sbagliato, senza che un’ombra di sospetto si allunghi su tutto un mondo, quello di chi lotta contro la violenza sulle donne, che è una conquista e un presidio di civiltà del nostro tempo.”

"Da tempo il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell'Emilia-Romagna, nell'esercizio   della   propria   funzione   di  vigilanza   su   quanto   avviene   sui  territori   in   merito  al contrasto della violenza sulle donne, aveva presentato vari  reclami  alle  istituzioni  contro l'indebito utilizzo di fondi pubblici da parte dell'associazione Butterfly, tanto è vero che non è compresa   nell'elenco   dei   centri   antiviolenza   riconosciuti   dalla   Regione    Emilia-Romagna - spiegano in una nota stampa. - Oggi è nostro preciso dovere, pur considerato che le indagini sono tuttora in corso, fare chiarezza. L'associazione Rompi il Silenzio di Rimini, che fa parte del Coordinamento, da 14 anni attiva sul territorio e che ha accolto 2044 donne, non è in alcun modo coinvolta né interessata dai fatti dei quali si parla. Non chiede, né ha mai chiesto contributi di alcun genere alle donne, non effettua servizi a pagamento, ma al contrario fa fronte ogni giorno a compiti e doveri sempre nuovi e crescenti con le proprie operatrici e volontarie, e con l'indispensabile  aiuto di tutti. E non  perché sia speciale, né particolarmente meritevole. Solo perché, banalmente,è un Centro Antiviolenza. Un centro antiviolenza lavora con le donne per offrir loro e ai loro figli/e protezione e sicurezza, è prevenzione, sensibilizzazione, cultura. Ma anche sostegno legale e psicologico, supporto educativo, relazioni con Servizi Sociali e le altre istituzioni, è formazione e aggiornamento continui. Per Rompi il Silenzio, il Centro Antiviolenza di Rimini, la propria stessa identità sta dentro tutto questo e in molto altro ancora . Soprattutto, un centro antiviolenza si fonda sulla gratuità assoluta di tutti i servizi che offre alle donne, in linea con tutti gli standard nazionali ed europei.

"Rompi il Silenzio di Rimini non ha fondi propri - concludono - tutto ciò che ha, tutto ciò che tutti i Centri Antiviolenza possiedono, lo deve alla comunità, agli Enti, alle istituzioni e alle private e privati cittadini. E tutto ciò che ha viene utilizzato per le donne. I Centri si radicano in questo, nello spirito di servizio, nell'accoglienza gratuita alle donne che subiscono violenza e che intendono uscirne. Proprio in questa settimana Rompi il Silenzio è impegnata in una raccolta pubblica, alla quale già centinaia di cittadine e cittadini, riminesi e non, hanno spontaneamente aderito, di  fondi  e dotazioni scolastiche per le necessità dei minori ospiti delle strutture in protezione. E questa è un'altra ragione, tra le tante ovvie ed evidenti, per cui prendiamo nettamente le distanze dall'associazione Butterfly e dal suo modus operandi".

Aggiornamento: Nel 2021 il Tribunale di Rimini  ha condannato con patteggiamento Clarissa Matrella a due anni e sei mesi.

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