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Cronaca Pennabilli

Autodifesa dai cinghiali, Daniele Zerbini è il primo agricoltore autorizzato

Il titolare dell’omonima azienda agricola potrà cacciare la fauna selvatica all'interno dei suoi campi

Autodifesa dai cinghiali a difesa delle produzioni agricole. Daniele Zerbini, titolare dell’omonima azienda agricola con sede a Miratoio di Pennabilli, è il primo agricoltore della provincia di Rimini autorizzato ad esercitare i piani di controllo cosiddetti ‘di autodifesa’. A stabilirlo la determinazione emessa dal responsabile del Servizio provinciale il 10 febbraio scorso, atto che segue il decreto con il quale il Presidente della Provincia ha dato attuazione a quanto previsto dalla legge e 6 del dispositivo della delibera di Giunta regionale che prevede per la Provincia, nell’attuazione dei piani di controllo al cinghiale, la possibilità di avvalersi anche della collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano tali piani, unitamente e a fianco dei coadiutori autorizzati.

“Esprimo la mia soddisfazione per il risultato raggiunto, in quanto Coldiretti Rimini, alla luce della proliferazione ormai incontrollata dai cinghiali, da tempo auspicava che venisse adottata l’autodifesa da parte degli agricoltori dotati di licenza di caccia o da parte di famigliari che collaborano in azienda”. Così il Presidente Provinciale di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi all’indomani della concessione dell’autorizzazione a Daniele Zerbini, atto col quale le aziende agricole vengono coinvolte fattivamente con l’obiettivo primario di contenere un problema, quello dei danni arrecati dagli ungulati alle coltivazioni, che da anni subiscono loro malgrado. “Ringrazio Zerbini - aggiunge Cardelli Masini Palazzi – per l’impegno che su questo fronte ha profuso in questi anni e per aver colto l’opportunità concessa dalla Provincia”

“Con l’apertura all’autodifesa – spiega  il Direttore di Coldiretti Rimini Anacleto Malara -  si tenta di ridurre il numero dei cinghiali che tanti danni stanno arrecando all’agricoltura (soprattutto di montagna e quindi di per se stessa difficile e precaria), nonché allo stesso ecosistema, col sottobosco devastato dall'attività di scavo degli ungulati, e inoltre, al contempo, di tutelare la pubblica incolumità, pensiamo ad esempio ai  numerosi incidenti stradali causati dalla fauna selvatica in tutta Italia e anche nel nostro territorio. Tutto ciò, tornando in primis alle ricadute che la presenza incontrollata dei cinghiali ha sull’agricoltura – precisa Malara – si inserisce anche in una situazione fortemente ‘viziata’ dal problema indennizzi, attualmente liquidati in misura irrisoria rispetto alla reale entità dei danni subiti dagli agricoltori”.

"L’obbiettivo principale del provvedimento  che abbiamo tanto sostenuto – afferma il Vicedirettore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci - è comunque quello di puntare a rimettere in equilibrio la fauna presente sui fondi agricoli attraverso il controllo ‘in autodifesa’. Si tratta di dare finalmente un contributo concreto alla risoluzione dell’annoso problema senza perdersi in affermazioni di principio, petizioni e disquisizioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con la questione e non contribuiscono a risolverla. Di per sé, contrariamente a quanto talvolta si sente dire, infatti, nessun animale è nocivo – conclude Ricci – purché ne venga mantenuta una densità adeguata al territorio”.

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