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Cronaca

Avevano allestito una raffineria di eroina in un appartamento, condannati i trafficanti

Il gruppo di albanesi, arrestati con 40 chili di stupefacente, aveva impiantato il laboratorio capace di rifornire di droga di ottima qualità tutta la Riviera

Si è concluso con tre condanne il processo che vedeva imputati di spaccio di stupefacenti altrettanti cittadini albanesi arrestati dai carabinieri di Rimini lo scorso 22 luglio al termine dell'indagine "Riviera" che aveva permesso di scoprire una raffineria di eroina allestita in un appartamento riminese. Con ritro abbreviato sono stati condannati a 10 anni, oltre a 82mila euro di multa, il 26enne Mateo Gjepali e il 33enne Armand Kapidani mentre Gazmend Gjepali, 28enne cugino del primo imputato, ha riportato una condanna ad anni 11 di reclusione ed euro 84mila di multa. Mateo Gjepali, ritenuto elemento di spicco del narcotraffico nel nord Italia, era sfuggito all'arresto rifugiandosi nel suo Paese. Dopo essere stato localizzato in Albania grazie all'attività di collaborazione tra la Polizia di Stato, lo Scip e le forze di Polizia albanesi, l'uomo è stato fermato dalle forze di sicurezza del Paese delle Aquile in esecuzione del mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura. Gjepali è il secondo trafficante arrestato con ordinanza di custodia cautelare emessa dall'autorità giudiziaria ravennate nell'ambito dell'operazione antidroga "Pike", dopo il cugino Gazmend Gjepali di 28 anni, al quale il provvedimento era stato notificato in carcere alla fine del 2019: i due, insieme ad un terzo componente, erano gravemente indiziati dello stoccaggio e detenzione di oltre 40 kg di eroina e armi, trovati in un appartamento di Ravenna nel febbraio 2018. In particolare, l'operazione culminò con l'arresto di Gazmend, bloccato il 15 febbraio 2018 a Rimini dagli agenti dell'Antidroga di Ravenna mentre stava consegnando due chilogrammi di cocaina e uno di hashish nascosti a bordo della sua auto, appositamente preparata per il trasporto della droga. La stessa sera dell'arresto, durante le perquisizioni delle abitazioni utilizzate, insieme al cugino Mateo e ad Armand Kapidani, di 33 anni, terzo componente del ristretto gruppo, tuttora latitante, il personale della Squadra Mobile aveva fatto irruzione in un appartamento della prima periferia ravennate, scovando un vero e proprio laboratorio per il taglio, la preparazione e il confezionamento di un ingente quantitativo di stupefacente.

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