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Cronaca

Condannata baby gang omofoba, dopo la rapina gli scherni sessisti

I due turisti erano stati derubati e poi costretti a una serie di angherie, i componenti della banda avevano già commesso altre rapine nell'estate del 2021

Dopo la condanna a 3 anni e 8 mesi, inflittagli lo scorso febbraio per una serie di rapine e furti a Riccione nell'estate del 2021, due componenti della stessa baby gang hanno patteggiato una pena di 2 anni e 6 mesi per un'altra rapina dai riscontri omofobi avvenuta nel luglio di quell'anno. Ad essere nuovamente davanti ai giudici riminesi sono due giovani di origini marocchine di 21 e 22 anni, residenti tra Cremona e Biella, che insieme ad altri due minorenni giudicati separatamente avevano preso di mira due giovani turisti nella notte del 15 luglio del 2021. Per i vacanzieri era stato un vero incubo quando erano stati accerchiati dal gruppo di nordafricani e minacciati di "tagliargli la testa se avessero chiamato i carabinieri". Ad uno dei turisti era stato sottratto un cappellino e il cellulare e, una volta ottenuto il bottino, erano scattati gli insulti omofobi costringendoli entrambi a recitare l'alfabeto e a urlare "Siamo dei froci".

Questa non era stata l'unica imprese della baby gang con i due che, quella notte, erano stati arrestati in flagranza dai carabinieri un terzo era stato catturato dopo alcuni mesi e attualmente ancora ai domiciliari. Quel fine settimana di agosto aveva visto le forze dell'ordine mobilitate proprio a causa delle baby gang che imperversavano sulla Riviera e, in particolare, a Riccione. Secondo quanto emerso, insieme ad altri giovani, gli imputati avevano preso di mira altri due 18enni che verso l'1.30 si trovavano nei pressi del Bagno 96 della Perla Verde. Le vittime si erano viste puntare dei coltelli contro e, sotto la minaccia delle lame, costretti a consegnare 50 euro, una catenina d'oro e un costoso smartphone. I brianzoli, una volta fuggiti i malviventi, avevano chiesto aiuto ai carabinieri e sul posto si erano precipitate le pattuglie dell'Arma coi militari che avevano raccolto la descrizione dei rapinatori per poi mettersi alla loro ricerca. Grazie alla memoria delle vittime, e al fatto che poco prima la stessa banda era stata identificata da una pattuglia all'altezza del Bagno 80, le divise erano riuscite a individuare due degli aggressori nella zona del porto e ad arrestarli.  Il proseguo delle indagini aveva poi permesso di individuare ed arrestare anche il terzo componente della banda. Per questa rapina, il trio è già stato condannato in primo grado.

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