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Cronaca Riccione

Per 3 grammi di droga non pagati banda di ragazzini rischia condanna a 30 anni per sequestro di persona

Interrogatorio di garanzia per il gruppo di giovani senegalesi accusati di aver rapito un 18enne milanese nel corso di una compravendita di hashish

Si è tenuto nella mattinata di giovedì l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Rimini per i quattro senegalesi accusati di aver sequestrato un 18enne milanese al termine di una compravendita di pochi grammi di hashish finita male. Il gruppo, difeso dagli avvocati Tiziana Casali e Francesca Baroncelli, ha parlato a lungo per ricostruire quanto avvenuto nella zona del Marano a Riccione nella notte tra lunedì e martedì. I protagonisti della vicenda, poi finiti in manette, sono  Tre ragazzi, tutti 24enni e di origini senegalesi residenti tra Milano e Pavia e una ragazza, anche lei di origini senegalesi 20enne residente a Bergamo, che insieme a una seconda ragazzina si trovavano su una panchina lungo la passeggiata nella zona del Marano. Come hanno spiegato al magistrato, il gruppo è stato avvicinato da due giovani, un 18enne di Busto Arsizio e un 24enne di origini marocchine anche lui del milanese. Sarebbe stato questo secondo ragazzo ad intavolare l'argomento coi senegalesi chiedendo insistentemente loro della droga. Alla fine i ragazzi di colore avrebbero consegnato al 24enne circa 4 grammi di hashish col marocchino che, una volta intascati, si è allontanato in tutta fretta senza pagare lo stupefacente.

Un "pacco" in piena regola ma, a questo punto, la 20enne della bergamasca avrebbe additato agli amici il 18enne indicandolo come un amico del nordafricano che li aveva appena raggirati. Il gruppo di senegalesi quindi, avrebbe circondato il ragazzino chiedendogli conto di quanto appena accaduto obbligandolo a chiamare il 24enne al cellulare per farlo tornare a saldare il debito. E' stato così che i quattro di colore si sarebbero impossessati dell'iPhone del giovane iniziando a tempestare di chiamate l'amico spiegandogli che il 18enne non sarebbe stato liberato fino a quando non avesse pagato l'hashish o sarebbe tornato a restituire la droga. Una situazione sempre più complicata anche perchè, secondo gli arrestati, il 24enne oltre a insultarli per il colore della loro pelle non aveva alcuna intenzione di venire in soccorso dell'amico 18enne.

Lo stallo si è prolungato per quasi un'ora e, alla fine, il gruppo di senegalesi che teneva sequestrato il ragazzino è stato notato dagli addetti della vigilanza privata nei pressi di piazzale Aldo Moro che hanno dato l'allarme ai carabinieri ma, nel frattempo, sul posto è intervenuta anche una pattuglia dell'Arma avvisata della situazione dal 24enne marocchino. Ricostruita la vicenda, gli inquirenti hanno proceduto all'arresto dei tre ragazzi senegalesi, uno dei quali già ricercato, trovati in possesso di modiche quantità di hashish, marijuana e cocaina. Per loro le accuse sono estremamente pesanti: rapina aggravata in concorso, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e sequestro di persona ai fini di estorsione mentre la 20enne è stata denunciata a piede libero. Una serie di reati per i quali, se riconosciuti colpevoli, rischiano fino a 30 anni di reclusione. Imputazioni che, però, il quartetto ha rigettato con forza davanti al gip chiedendo di visionare le telecamere a circuito chiuso che a loro dire dimostrerebbero come non ci sia stata una forma di costrizione nei confronti del 18enne.

Il gip, giovedì mattina, si è riservato la decisione per approfondire meglio il caso che vista comunque la gravità delle imputazioni verrà trasferito alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna competente per questo genere di reati.

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