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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Trovare un bancomat diventa un miraggio: "Sei comuni senza sportello, peggior dato in Romagna"

La denuncia del parlamentare Jacopo Morrone: "La Provincia di Rimini, a livello regionale, è seconda solo al territorio di Piacenza e prima in Romagna. A denunciarlo è la Federazione Autonoma Bancari Italiani"

Per numero di comuni senza sportelli bancari, la Provincia di Rimini, a livello regionale, è seconda solo al territorio di Piacenza e prima in Romagna. A denunciarlo è la Federazione Autonoma Bancari Italiani, in un report che affronta a 360° il fenomeno della desertificazione bancaria in Italia, realizzato incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021. “Dai dati forniti dalla Fabi” – commenta il deputato della Lega Jacopo Morrone, candidato del centrodestra nel collegio uninominale della Camera di Rimini – emerge che tra i 3.062 comuni d’Italia senza sportelli bancari ci sono anche Montescudo-Montecolombo, Gemmano, Talamello, Montegridolfo, Maiolo e Casteldelci. Un dato pesantissimo per la provincia di Rimini, che la proietta al primo posto in Romagna per desertificazione bancaria e chiusura degli sportelli nei territori montani”.

“Si tratta - prosegue Morrone - di una situazione di forte disagio sia per le famiglie che per le imprese, specie quelle più piccole. Di fatto, dove non ci sono filiali bancarie i Comuni diventano sempre meno appetibili e i residenti ‘fuggono’. Le banche, come la scuola e la sanità, sono servizi pubblici basilari per la vita di tutti i giorni che incidono profondamente sull’andamento demografico delle aree montante. Laddove vengono meno, la popolazione tende a diminuire, le imprese chiudono e si contraggono gli investimenti".

"A queste condizioni – aggiunge Morrone – è ridicolo, per non dire offensivo, che il Pd e il Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini parlino di incentivi e azioni di supporto a sostegno delle giovani coppie per vivere e lavorare in montagna. Per non parlare delle persone più anziane, che ancora vivono in questi piccoli Comuni, e che per ovvie ragioni sono poco avvezze alla tecnologia e limitate negli spostamenti. Oltretutto, molte di queste zone sono ancora caratterizzate da deficit di connessione".

“L’obiettivo che la politica si deve porre - conclude - è un’inversione di tendenza a misura di residenti, possibile solo all’esito di un costante ed immediato dialogo con i grandi gruppi bancari del territorio. È inutile infatti promuovere la montagna e i Comuni dell’entroterra se quest’ultimi vengono privati progressivamente dei servizi essenziali al cittadino".

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