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Cronaca

Ora tutti vogliono sfidare la squadra senza Green pass. Il coach: "Ci cercano da Bologna e Cremona"

L'allenatore: "C’è chi sulle ali dell’entusiasmo propone persino di organizzare un torneo, ma l’iniziativa è partita con altri scopi: consentire a tutti di poter giocare, di divertirsi, unire i ragazzi come lo sport ci ha sempre insegnato”

Ora li cercano tutti. Vogliono venire a giocare contro di loro, sul campetto all’aperto di Rimini, da Bologna, Sassuolo e Cremona. La squadra composta tutta da giocatori senza Green Pass ha fatto parlare di sé in tutta Italia. Il Rimini Basket Libero ha un allenatore, che chiede di restare anonimo, ma che chiameremo Red, come lo soprannominano i suoi cestisti. Ha 60 anni e non si aspettava certo tutta questa notorietà: “Ora ci chiamano tutti, c’è chi sulle ali dell’entusiasmo propone persino di organizzare un torneo, ma l’iniziativa è partita con altri scopi: consentire a tutti di poter giocare, di divertirsi, unire i ragazzi come lo sport ci ha sempre insegnato”.

Red è un ex allenatore, da giovane ha seguito anche squadre agonistiche, iscritte alle Fip. Ha saputo che un gruppo di genitori cercavano un coach per caso, attraverso le chat via Telegram. E ha deciso di dare la sua disponibilità. All’inizio si sono trovati in quattro giocatori, poi è nata una squadra. “Oggi siamo in quattordici, più altri ragazzi che si stanno unendo”. Tutto è nato lo scorso gennaio, quando sono cominciati i primi allenamenti. Ora la squadra senza Green pass si trova regolarmente una volta la settimana. “Poi c’è stata questa partitella a Forlì, adesso ci sono ragazzini disposti a farsi due ore di macchina per venire a conoscerci”.

Il caso - La squadra tutta senza Green Pass ha giocato la sua prima partita

La maggior parte dei ragazzi giocava per un team regolarmente affiliato, ma dall’oggi al domani si sono ritrovati senza squadra. Niente Green pass, niente basket. Sono tante le realtà sportive e associazioni che avevano sollevato perplessità e proteste, chiedendo di cambiare le carte in tavola C'è chi ha scritto a federazioni, al Coni, al ministero. “Perché lo sport deve unire creare amicizie, costruire rapporti, per questo ho accettato di allenare questi ragazzi – racconta Red -. E pensate che alcuni ragazzi in possesso di Green pass, per solidarietà degli amici, hanno smesso di giocare. Ecco cosa è anche capitato”.

Red non lo dice, ma non è escluso che un giorno il Rimini Basket Libero potrà diventare una vera squadra. “Forse, quando cambieranno le regole, si pensa a breve, ne potremo anche riparlare. Potremmo anche costruire un team e iscriverci a un campionato, ma non vedeteci già in Nba. Perché i nostri obiettivi erano ben diversi: volevamo, ripeto, solo poter far giocare dei ragazzini rimasti esclusi dall’attività sportiva”.

Al campetto di Rimini ora arrivano anche da Cesenatico e pure da Faenza per allenarsi. I genitori vedono i loro figli impegnati nell’attività che amano, una valvola di sfogo, dopo tanti mesi chiusi in casa. “Noi apriamo le porte a tutti, se poi a breve i giocatori potranno fare rientro nei loro club io sono ben felice – conclude Red -, ma intanto sono nate delle amicizie. E non è escluso che continueremo a ritrovarci anche quando sarà finita questa storia del Green pass”.  
 

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