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Cronaca Bellaria-Igea Marina

Colpo di scena, nessun reato per il santone Mehaleon: archiviato il caso di Tristano Onofri

L'avvocato difensore: Il mio cliente, che è proprietario di un marchio di moda, è stato danneggiato a livello italiano e internazionale"

Il suo caso era finito agli "onori" delle cronache nazionali, con un servizio di Striscia La Notizia. Il santone Tristano Onofri "Mehleon" con base a Bellaria Mehaleon ha visto, ormai quasi due anni fa, irrompere i carabinieri nella casa-santuario, il tutto sempre sotto le telecamere di Striscia La Notizia, con l'inviato Moreno Morello. I militari avevano trovato all'interno circa una quarantina di persone, tutte vestite di bianco, anche bambini. Diversi di loro erano stati portati in caserma, a Bellaria, per approfondire  ed essere interrogati. I militari il 28 gennaio del 2018 avevano perquisito la casa di Onofri sequestrando anche dei materiali. La prima ipotesi che era stata ventilata era quella di un possibile esercizio abusivo della professione medica. Una vicenda molto intricata e spinosa.

Dopo l’immediata impugnazione degli atti di sequestro e del decreto di convalida del P.M., gli oggetti e del denaro sottoposti a sequestro erano stati restituiti agli aventi diritto. In parte per iniziativa autonoma della Procura della Repubblica, ed, in parte, ad opera del Tribunale del Riesame che con ordinanza del 23 febbraio 2018 ha annullato integralmente gli atti impugnati.

Il blitz dei carabinieri nella casa del santone

Onofri, oggi 77enne con un passato da stilista, negli ultimi anni aveva adottato il nome Mehaleon, il "prescelto". La sua attività era entrata nel mirino delle forze dell'ordine, ma alcuni mesi fa c'è stato un vero e proprio colpo di scena con un "finale" per molti inaspettato.

L'epilogo

Al termine delle indagini la Procura della Repubblica ha "richiesto l'archiviazione integrale del procedimento il 27 febbraio 2019", precisa il legale di Onofri Davide Lombardi, una domanda accolta dal giudice delle indagini preliminari il 2 maggio 2019 con decreto "l'infondatezza della notiza di reato". L'avvocato sottolinea che la Procura, nelle sue motivazioni, evidenzia che dalla visione dei "filmati riguardanti le riprese della troupe di Striscia la notizia e dagli stessi non emergono elementi tali da far ritenere costringimenti o violenze anche di natura psicologica poste in essere dagli indagati nei confronti degli adepti". 

Inoltre, rispetto alla destinazione delle quote e delle donazioni degli aderenti all'associazione Mehalon Organizzazione no-profit, Lombardi spiega che viene scritto nel provvedimento giudiziario che dopo gli accertamenti bancari e lo studio dei documenti forniti dagli indagati, nello "specifico una copia della missiva della Diocesi di Moroto (Uganda) diretta alla associazione African Mission Cooperazione e sviluppo e alla associazione Mehalon di Bellaria", emerge l'intesa umanitaria tra le associazioni e la diocesi ugandese, "cooperazione che riguarda soprattutto la perforazione di nuovi pozzi per l'acqua potabile". 

Lombardi prosegue evidenziando che dopo aver ascoltato diversi appartenenti all'associazione, la Procura conclude che "Non sono emerse testimonianze tali che facciano ritenere la sussistenza di azioni di costrizione od induzione, esercitate dagli indagati nei confronti degli adepti, né di natura violenta, né attraverso pressioni psicologiche". Così come non ci sono elementi tali da far ritenere che Onfori e gli altri organizzatori svolgano "pratiche finalizzate all'interruzone della somministrazione di medicinali qualora un adepto chieda aiuto all'associazione".
Per Onofri si chiude un lungo capitolo che l'ha visto sotto i riflettori dei media e sotto la lente della giustizia. Una vicenda che il suo avvocato ribadisce lo ha danneggiato su vari fronti: "Onofri, proprietario di un marchio registrato a livello internazionale nel settore moda e della cosmesi, in seguito a quete vicende ha subito la cancellazione di accordi comemrciali e danni d'immagine e reputazionali in Italia e all'estero".

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