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Cronaca Bellaria-Igea Marina

In casa un arsenale di armi da guerra clandestine, finisce in manette un bellariese

Maxi operazione dei carabinieri del Ros che hanno stroncato un vasto traffico di armi provenienti dai Balcani, 27 le persone arrestate

Figura anche un bellariese 59enne, A.B. le iniziali, tra le 27 persone arrestate dai carabinieri del Ros di Udine che, nella giornata di martedì, hanno stroncato un maxi traffico di armi clendestine provenienti dai Balcani. L'abitazione del romagnolo, già noto alle forze dell'ordine per porto abusivo d'armi, è stata perquisita dai militari dell'Arma di Bellaria che hanno trovato oltre 250 tra armi da guerra, alcune risalenti al II conflitto mondiale, pistole e fucili, tutti perfettamente funzionanti, oltre al relativo munizionamento. Si tratta di uno dei sequestri più imponenti mai realizzato in Italia. In tutto sono 27 gli indagati, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla procura di Udine, che ha interessato - oltre al Friuli Venezia Giulia - anche il Veneto, la Lombardia, l'Emilia Romagna e le Marche.

Operazione 'Militaria'

L’attività si è conclusa in queste ore, e ha preso le mosse da un'indagine avviata dal Ros nel novembre 2014, in seguito a due rilevanti sequestri di armi e munizioni da guerra messi a segno dai carabinieri nel comune di Artegna. L’inchiesta, diretta dalla Procura friulana, ha consentito di individuare un canale di importazione illegale di materiale d'armamento ed esplosivi provenienti dai Balcani. In Italia i carabinieri hanno eseguito perquisizioni a carico di 16 indagati, mentre in Slovenia e Croazia, in collaborazione con le locali autorità giudiziarie e di polizia, nei confronti di altri 11. L'accusa è per tutti quella di traffico di armi e di esplosivi.

L'inchiesta che ha portato all'arresto del bellariese era iniziata nell'ottobre del 2014 quando, i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, avevano eseguito due rilevanti sequestri di armi e munizioni da guerra nei confronti di due operai friulani: si tratta del 38enne I.C. e si S.C, di un anno più vecchio. I due battevano il territorio con un metal detector in cerca di residuati bellici dei due conflitti mondiali. Nelle rispettive abitazioni erano state trovate delle vere e proprie polveriere, con armi da guerra di produzione balcanica, tritolo, bombe a mano e anche una mina antiuomo. Le indagini hanno consentito di individuare un canale di importazione illegale di armi, munizioni ed esplosivi provenienti dai Balcani e dalle fiere di articoli militari che si svolgono nella vicina Slovenia. In collaborazione con gli uffici di Polizia del Sektor Kriminalisticne Policije (Settore della Polizia Criminale) di Nova Gorica (Slovenia) e dell'Ured za Suzbijanje Korupcije i Organiziranog Kriminaliteta (Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata) di Fiume  si è risaliti a due cittadini sloveni, D. K. e J. M., che avevano fornito agli italiani le armi sequestrate, e quindi a tre croati a cui si erano rivolti per l'approvvigionamento illegale. A luglio era stato poi eseguito un ulteriore ingente sequestro di armi, parti di armi e munizioni, che aveva portato all'arresto di W.V., 63enne residente a Biella.

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