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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Beni della malavita sequestrati in Riviera pronti a diventare di proprietà del Comune

Il Gruppo Antimafia Pio La Torre, ha pubblicato un breve aggiornamento sulla situazione dei beni confiscati situati a Rimini, Bellaria e Cattolica

E' attesa per il 18 giugno la decisione del Tribunale di Rimini su una parte dei sequestri disposti d'urgenza e riguardanti il consistente patrimonio riconducibile alla famiglia Lanna (società di gestione di alberghi tra Rimini e Riccione, un albergo di proprietà, un immobile a Montecolombo). Una vicenda che dimostra ulteriormente l'attenzione da parte degli inquirenti per le indagini condotte su redditi e patrimoni, allo scopo di individuare eventuali tracce di riciclaggio di capitali illeciti nell'economia legale della riviera romagnolaSia che il Tribunale opti per il dissequestro o la confisca, l’attenzione mediatica su questo evento non può far dimenticare a Rimini che vi sono altri beni –  questi sì, definitivamente confiscati – che attendono di divenire parte integrante del patrimonio comune della nostra provincia. A un anno dalla pubblicazione del Dossier sui beni confiscati nella provincia di Rimini, il Gruppo Antimafia Pio La Torre, ha ritenuto necessario riproporre un breve aggiornamento sulla situazione dei beni confiscati situati a Rimini, Bellaria e Cattolica. Dopo un lavoro di ricerca negli ultimi mesi e di costante monitoraggio dell’evoluzione della situazione, è possibile apprezzare alcuni miglioramenti nella nostra provincia, in particolare per il Comune di Rimini e di Bellaria, dove sono a buon punto due progetti rispettivamente legati all’emergenza abitativa (attraverso il progetto Housing First) e alla creazione di una Casa della Salute.

Nel primo caso sono passati due anni dalla confisca definitiva, avvenuta nel maggio 2012: se si prende in considerazione che il tempo medio che intercorre dalla confisca alla rassegnazione è mediamente di dieci anni, possiamo considerare Rimini una buona pratica da seguire in particolare per la collaborazione inter-istituzionale e con la società civile al fine di accelerare le pratiche burocratiche per la riassegnazione. Nel caso bellariese constatiamo come la potenzialità di tale progetto nel rendere l’ex ristorante confiscato alla 'ndrangheta, “Taverna degli artisti”, presidio di legalità per tutto il territorio della zona di Rimini Nord ed un esempio positivo per dimostrare come la volontà politica possa dare concretamente risposta ad esigenze della collettività, soprattutto in relazione al recupero di un bene precedentemente in mano alla criminalità organizzata.

Più problematica, invece, è la situazione riguarda a Cattolica. Se un anno fa paventavamo l’occupazione dei beni confiscati all'albanese Ardian Kazazi (già coinvolto in traffico di droga e nell'indagine Criminal Minds) di un inquilino, ora la situazione sotto questo punto di vista sembra essersi sbloccata, come ci ha confermato anche il vice-sindaco. Rimane, tuttavia, l’incognita legata al riutilizzo di tale bene, ancora formalmente assegnato alla Guardia di Finanza. La GdF è pronta a rinunciare al bene, mentre il Comune è pronto a farsene carico destinandolo alle emergenze abitative: rimane quindi da sbrogliare la matassa burocratica per la riassegnazione dell’appartamento e del box garage. Sono passati molti anni dalla confisca in via definitiva e speriamo che i prossimi mesi possano porre la parola fine a questa vicenda, che da troppo tempo ormai si trascina.

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