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Cronaca

Bollette impazzite e futuro incerto. "Avevo clienti per tutto ottobre e Capodanno, chiudo due hotel"

Il racconto di Maria Luisa, che a Miramare gestisce due hotel a tre stelle: "Meglio non assumersi il rischio d’impresa, il 18 settembre si chiude e attendiamo la prossima primavera. Abbiamo informato i clienti"

Due hotel in gestione da otto anni. Un team di lavoro che varia dai 30 ai 35 dipendenti in base alla stagionalità. Un parco clienti solido, con un’estate a livello di presenze tornata ai numeri del 2019. Ma la signora Maria Luisa, che a Miramare gestisce le strutture alberghiere Concordia e Arno entrambe a tre stelle, ha la voce quasi strozzata. “Secondo i primi calcoli, solo su uno dei due hotel, avremo un aumento della luce di 50 mila euro su base annua. Non si va avanti”. Così la decisione, comune a molti albergatori: tra pochi giorni, il 18 settembre, entrambi gli alberghi chiudono. Anche se i progetti e le prospettive erano ben differenti, ancora fino a poche settimane fa: erano arrivate infatti tante prenotazioni per il mese di ottobre grazie alle fiere e anche clienti per Capodanno, dopo l’apertura fortunata dello scorso Natale. “Abbiamo informato i clienti che le prenotazioni erano disdette – racconta Maria Luisa con grande dispiacere -, preferiamo non lavorare e attendere l’evoluzione degli eventi. Nella speranza di poterci essere la prossima primavera. A fronte del quadro delle bollette degli ultimi mesi e di quello che potrà capitare questo inverno con il riscaldamento meglio non assumersi il rischio d’impresa”.

CARO BOLLETTE - Il caso del bar che ha visto la bolletta lievitare di mille euro in un mese

Uno dei due hotel, in questo caso si tratta dell’Arno, ha visto la bolletta di giugno aumentare addirittura del 500%, il conto è passato da 3 mila a 15 mila euro. “Questo è un caso particolare, in quanto quando ci siamo resi conto di cosa stava accadendo – spiega Maria Luisa -, abbiamo cercato di cambiare la compagnia energetica, attraverso il supporto di un broker. Ma non si è ancora capito per quale motivo, la fattura ha continuato ad arrivare con il contratto della vecchia compagnia nonostante il passaggio risulti completato e con le tariffe rimodulate ci siamo trovati di fronte a un aumento impossibile da digerire. Il quadro è diverso per l'altro hotel, ma i costi sono comunque talmente alti da spingerci a rinunciare ai clienti”.

Maria Luisa Ghelfi è originaria di Modena, ma abita da una vita a Rimini. E le capita spesso di confrontarsi anche con altre famiglie e società che gestiscono strutture alberghiere. “Sento davvero tanti colleghi che lo scorso anno avevano deciso di aprire per Natale, che quest’anno preferiranno compiere gli stessi nostri passi. Con quel che ne comporta, perché significa non far lavorare i dipendenti. Ma tra affitto dell’immobile, dipendenti, fornitori con ulteriori aumenti, la coperta a queste condizioni è cortissima. A tutti i clienti diamo l’arrivederci alla prossima primavera, nella speranza che la situazione sia migliorata rispetto allo scenario attuale. Negli ultimi tre anni tra pandemia e ora questa crisi lavorare è diventato impossibile”.

Il sindaco: "Capisco i timori, ma non si può chiudere tutto"

Sul tema, dopo la storia raccontata da RiminiToday, è intervenuto il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad chiedendo a tutto il comparto turistico di rimboccarsi le maniche: "Non distruggiamo ciò che con grande sforzo abbiamo costruito in questi anni per avere una città più bella e attrattiva 12 mesi all'anno. Nel momento in cui programmiamo il ritorno alla normalità, la risposta non può essere quella, anche comprensibile, 'non sappiamo se apriremo a causa dei costi energetici astronomici'. Abbiamo sempre reagito senza proclami, lavorando e adattando il nostro modello alle diverse situazioni, anche gravi, che ci siamo spesso trovati davanti dal dopoguerra in poi. Lo faremo anche questa volta. Il messaggio che già oggi deve partire è: Rimini vi attende per un autunno e un inverno meravigliosi"

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