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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ca’ Baldacci, parte processo per mitigare l'impatto del biodigestore

Comune e Provincia hanno incontrato mercoledì sera un nutrito gruppo di residenti di Ca' Baldacci per affrontare il tema del nuovo biodigestore

Comune e Provincia hanno incontrato mercoledì sera un nutrito gruppo di residenti di Ca’ Baldacci per affrontare il tema del nuovo biodigestore. Oltre al sindaco erano presenti il presidente della Provincia Stefano Vitali, l’assessore comunale all’ambiente Sara Visintin. Al fine di avere tutti gli elementi rispetto ai temi e alle preoccupazioni sollevate, Comune e Provincia hanno convocato tutti i soggetti e le autorità competenti in ordine di autorizzazione e certificazioni.

Sono infatti intervenuti i rappresentanti di Hera (ingegner Enrico Piraccini), Arpa (Mauro Stambazzi e Gianna Salles) e Asl (dottor Toni). L’incontro è stato allargato a tutti gli enti coinvolti nel progetto proprio nell’ottica della massima trasparenza nei confronti dei cittadini, con l’ufficialità che garantisce una sede istituzionale come la sala della giunta di Palazzo Garampi, dove si è tenuto l’incontro.

Il sindaco e il presidente della Provincia hanno ascoltato le domande puntuali e dettagliate avanzate dal Comitato Rimini Up town: da parte dei residenti della zona sono stati chiesti chiarimenti sul perché i cittadini siano stati avvisati dell’apertura del biodigestore solo una volta entrato in funzione; sul rispetto delle prescrizioni in materia di distanza dalle abitazioni e dalle coltivazioni; su quali rifiuti saranno smaltiti (tipologia e provenienza); se sono state fatte valutazioni sull’impatto della qualità dell’aria e sulle possibili infezioni da batteri; infine hanno sottolineato come si stia assistendo ad una svalutazione del mercato immobiliare della zona a causa del contestato deturpamento dell’area.

Il Comitato ha quindi richiesto tra le altre cose che nel biodigestore venga trattata solo la raccolta differenziata della Provincia di Rimini e non quelli speciali ed extraregionali; che si effettui un monitoraggio continuo delle emissioni dell’impianto anche con l’intervento dei cittadini e che si intervenga con una revoca immediata dell’autorizzazione in caso vengano riscontrati valori superiori a quanto consentito; che venga chiuso definitivamente il sito della discarica e venga restituito al territorio come area verde e non con pannelli solari come da progetto SolarHerambiente già autorizzato; che il Comune si impegni ad non permettere più nessun nuovo sviluppo urbanistico del sito della discarica. A queste richieste messe per iscritto se ne sono aggiunte altre durante il dibattito vivace e partecipato che è durato per oltre quattro ore.

Il sindaco Gnassi ha esordito spiegando innanzitutto i motivi personali che gli hanno impedito la partecipazione all’assemblea del 30 gennaio scorso, ribadendo comunque che l’amministrazione era presente nella figura dell’assessore Visintin, competente in materia. E’ stato dunque sbagliato non approfittare di quella prima occasione di confronto. Entrando nel merito, il sindaco e il presidente hanno ammesso che c’è stata una lacuna nella comunicazione nei confronti dei cittadini, lacune che spesso anche la stessa amministrazione deve subire.

Ciò è accaduto perché l’intervento non prevedeva aumento di volumi o altri interventi impattanti e andava nella direzione del miglioramento delle condizioni precedenti. Ora bisogna prendere atto della situazione esistente sul tema complessivo dei rifiuti (raccolta differenziata, termovalorizzatore, biogas) e “capire come possiamo governarla” ha spiegato il sindaco, che ha sottolineato come certe problematiche attuali siano il frutto di una non  così marcata sensibilità sul fronte ambientale della città nella storia del suo sviluppo.

L’impegno di questa amministrazione "è quello di cambiare il modello di sviluppo, con meno cemento e più sostenibilità". “Quello di Ca’ Baldacci è un problema che non riguarda solo quella fetta del territorio, ma riguarda tutta Rimini”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia Vitali che ha riconosciuto una sottovalutazione della questione da parte degli enti preposti e che ha annunciato che a breve saranno fornite risposte puntuali e circostanziate alle precise domande dei cittadini.

 Il confronto è servito per porre le basi per un processo partecipativo e trasparente, con l’obiettivo condiviso di limitare i disagi connessi alla presenza di un impianto che è al servizio del territorio provinciale. Si parte dal presupposto avanzato dagli stessi cittadini: nel 2011, con il precedente impianto di compostaggio, si era raggiunto un buon punto di equilibrio, con disagi contenuti per i residenti. L’obiettivo primario dunque non è solo quello di ripristinare quell’equilibrio, ma di mettersi al lavoro per migliorare ulteriormente le condizioni.

Dal dibattito infatti sono stati trovati dei punti di convergenza tra cittadini e amministrazione. Il primo punto riguarda i transiti dei mezzi pesanti che trasportano i rifiuti al biodigestore: l’amministrazione si è presa l’impegno di avanzare la richiesta al gestore di trovare tutte le soluzioni per arrivare ad una riduzione usando i tasti a disposizione (come il dirottamento di alcuni transiti a impianti vicini, ottimizzare la gestione dei flussi dalla zona sud e dalla Valmarecchia e aumentare la capacità dei mezzi) per arrivare ad un 20% in meno di viaggi. E’ comunque garantito lo stop ai transiti nei giorni festivi e il sabato solo fino a mezzogiorno se necessario.

E’ stata avanzata la richiesta di abbattere l’inquinamento luminoso e l’ingegner Piraccini di Hera ha annunciato di aver già dato ordine ai tecnici dell’impianto di limitare l’illuminazione. In questa fase – ha specificato – in cui l’impianto non è ancora a regime ci sono dei disagi che rientreranno una volta completata la realizzazione. Anche per quanto riguarda l’emissione di odori, Piraccini ha rassicurato i cittadini: il nuovo impianto è completamente chiuso, quindi le emissioni saranno destinate ad una drastica (se non totale) riduzione.

Altro punto di convergenza riguarda l’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra, che secondo l’autorizzazione regionale dovrebbero ricoprire il corpo della discarica. L’amministrazione comunale ha annunciato che richiederà lo stralcio della prescrizione, consentendo solo il posizionamento dei panelli sul tetto degli edifici e che sarà creata un’area verde. Il Comune ha chiesto inoltre la realizzazione di un progetto condiviso per mitigare l’impatto visivo dell’impianto di biodigestore, percorso per il quale si è chiesto anche il coinvolgimento dei cittadini.

L’amministrazione comunale ha poi sottoscritto la richiesta dei cittadini di portare al biodigestore solo i rifiuti della Provincia di Rimini, che in ogni caso già rappresentano il 97% del prodotto trattato. Con gli interventi di Arpa e Asl si è poi sgombrato il campo da alcuni dubbi, come la diffusione di batteri pericolosi per la salute. Allo stesso tempo l’amministrazione ha chiesto agli enti preposti – Asl e Arpa – un monitoraggio costante dell’impianto, anche con il coinvolgimento di tecnici terzi, come richiesto dal Comitato.

I tecnici hanno inoltre spiegato come sulle 46 mila tonnellate conferite all’impianto, 25 mila sono costituite da rifiuto organico, mentre 21 mila sono potature. Dunque si tratta di rifiuti assolutamente “non pericolosi”. Il sindaco ha comunque chiesto ai cittadini di monitorare la situazione e segnalare eventuali trasgressioni in modo tale da poter far scattare eventuali sanzioni.

L’incontro di mercoledì sera rappresenta un buon punto di partenza per ricostruire il rapporto tra enti locali e la cittadinanza. “Il nostro ruolo è quello di far partire questo percorso partecipativo insieme agli organismi preposti – conferma l’assessore Sara Visintin - e di dare garanzie affinché si ottengano dei risultati. Stiamo già valutando alcune delle osservazioni fatte dai cittadini e su questo solco ci saranno degli altri incontri. Come amministrazione comunale stiamo lavorando per favorire e aumentare la raccolta differenziata, attraverso una campagna di sensibilizzazione e anche azioni sanzionatorie per chi non rispetta le regole”. Ci si è lasciati con una stretta di mano e fissando un nuovo incontro, che coinvolgerà i cittadini e tutti i soggetti interessati.

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