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Cronaca

Cadavere nella valigia, la ragazza già ricoverata a Rimini per anoressia

Per il ritrovamento del trolley nel porto la Procura indaga per morte come conseguenza di maltrattamento e distruzione e dispersione di cadavere

Emergono nuovi dettagli sulle indagini per il ritrovamento, avvenuto lo scorso 25 marzo, del cadavere di una donna in una valigia che galleggiava nel porto di Rimini. Accertato che si trattava di una 27enne, grazie alle impronte digitali gli inquirenti della squadra Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno scoperto che era una cittadina della Federazione Russa e che nella sua morte potrebbero essere implicati sia italiani che russi. Ulteriori accertamenti, inoltre, hanno permesso di scoprire che la vittima potrebbe essere al centro di una vicenda di disagio sociale e che la 27enne, residente a Rimini, in passato era stata ricoverata diverse volte in ospedale per anoressia l'ultima delle quali alcuni mesi fa. Secondo l'esame autoptico, eseguito dal professor Giuseppe Fortuni, sarebbe stata proprio questa malattia a uccidere la ragazza il cui corpo, in avanzato stato di decomposizione, pesava appena 35 chili. Secondo quanto emerso, inoltre, il corpo si trovava in acqua da non più di una settimana e, il decesso, potrebbe risalire ad almeno 15 giorni prima del ritrovamento. Al momento il fascicolo d’indagine aperto in Procura è per morte come conseguenza di maltrattamento e distruzione e dispersione di cadavere.

Ritrovato cadavere chiuso in una valigia

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