Dai navigatori ai volanti: "Dietro ai furti mani esperte, sanno dove svitare". Per le officine sos manodopera
Furti a ripetizione di componenti elettroniche. Ad interpretare questi episodi in preoccupante ascesa è un esperto del settore, Daniele Mazzoni, responsabile di Cna autoriparazione a Forlì-Cesena
Sono lontani i tempi in cui si usciva dalla macchina con la vecchia autoradio estraibile in mano, o in alternativa si tentava di camuffarla sotto ai sedili. Con il passare degli anni anche i furti nelle vetture diventano più 'professionali'. Negli ultimi giorni si stanno ripetendo a Cesena e a Forlì episodi di auto letteralmente cannibalizzate. Vengono estratte con grande cura varie componenti elettroniche, navigatori, ed altri elementi hi-tech, a Cesena perfino il volante di una Mercedes Classe A Berlina. Pochi giorni prima a Forlì i ladri avevano portato via i pezzi della plancia di guida di una Bmw X3.
Ad interpretare questi episodi in preoccupante ascesa è un esperto del settore, Daniele Mazzoni, responsabile di Cna autoriparazione a Forlì-Cesena. "Mi sembra davvero evidente - spiega - che si tratta di furti mirati, direi su commissione. In passato venivano rubate le auto, che venivano portate all'estero e smembrate. Oggi tutto l'interesse è sulle componenti elettroniche, in una fase in cui si deve fare i conti con una penuria di pezzi di ricambio. Mi sembrano furti che vanno a soddisfare situazioni in cui macchine di un certo livello, ma un po' avanti negli anni, necessitano di una riqualificazione. Penso all'innesto di un navigatore o di un'altra componente elettronica importante per l'auto".
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Dietro a questi furti ci sono bande organizzate? "E' difficile dire se dietro questi episodi ci siano balordi o bande più o meno grandi ed organizzate. Sicuramente c'è un mercato parallelo che viene alimentato e deve soddifare la domanda di pezzi di ricambio di un parco veicolare piuttosto attempato".
Mazzoni conferma le difficoltà in questa fase per le officine che devono fare i conti con la penuria dei pezzi di ricambio, in paricolare per le componenti elettroniche, complice i problemi del commercio internazionale e il rincaro dei costi delle materie prime. "Devo dire che il settore autoriparazione in questo momento fa i conti con due tipi di problemi: il primo è la disperata necessità di manodopera giovane e qualificata. C'è un problema di ricambio generazionale, professioni in cui 'devi sporcarti le mani' non vengono più considerate appetibili. Se oggi avessi a disposizione 5 giovani carrozzieri preparati, lavorerebbero il giorno dopo con ottimi stipendi".
"Il secondo problema - prosegue - riguarda proprio la carenza dei pezzi di ricambio, in particolare per l'elettronica, e che per la maggior parte vengono dalla Cina. Queste difficoltà di reperimento hanno praticamente fatto scomparire la pronta consegna per le auto nuove, per cui si deve attendere in genere 5-6 mesi dalla stipula del contratto. C'è stato il boom dell'usato".
Tornando agli ultimi episodi "è evidente che si tratta di furti messi a segno da gente preparata, che esporta i pezzi creando meno danni possibili. Non sono ladruncoli come quelli che rubavano le autoradio, sono ladri professionali che hanno conoscenze tecniche, sanno dove svitare senza danneggiare gli apparecchi elettronici".